Mistero, magia e arte contemporanea. Tutto in una mostra ad Ascoli Piceno 

Otto artisti sono i protagonisti di una piccola ma preziosa mostra da Officine Brandimarte ad Ascoli Piceno. Che prende spunto dai vicoli della città e dal loro intreccio

Nato dal recupero, da parte di Ado Brandimarte, dell’ex falegnameria del nonno, Officine Brandimarte è uno spazio indipendente cresciuto molto negli ultimi anni. Oggi ospita RUE, una sintetica ma ben curata collettiva, con protagonisti Alexandra Brînzac, Mara Cucu, Giorgia Mascitti, Laura Paoletti, Maria Elena e Alicya Ricciuto, Alex Urso e Marzio Zorio.  

La mostra “RUE” da Officine Brandimarte 

Spunto interessante, quello delle rue, le cosiddette “rughe” urbane della città di Ascoli, colto e sviluppato da Barbara Caterbetti e Valentina Muzi, curatrici della mostra che, oltre ai palazzi, all’immaginario medievale delle cento torri, hanno saputo cogliere di Ascoli, attraverso lo studio di questi vicoli dai nomi curiosi di famiglie e professioni del passato, il lato più esoterico e misterioso della città. Questo intreccio urbano, solcato da vie, porte e ponti (noto quello di Cecco d’Ascoli, il cosiddetto del Diavolo perché pare costruito in una sola notte), così magico e trasognato, è dunque usato quale metafora per le opere di questi artisti, altrettanto curiose e misteriose, intrecciate fra loro negli spazi della galleria, quasi a svelare ciascuna un piccolo mistero.  

Le opere in mostra ad Ascoli Piceno 

Marzio Zorio propone un lavoro sonoro, caratterizzato da suoni raccolti nell’esplorazione delle rue e successivamente campionate. Un suono che dà ritmo a tutta la mostra, in particolare al lavoro di Mara Cucu, piccoli dipinti allestiti in circolare come un orologio privo di lancette, a fermare il tempo per una riflessione sull’esistente. La medesima posta in essere da Alex Urso che vede nella notte un momento di confronto per ogni individuo, seppure mai di definitivo ristoro, oppure la notte come spazio di dialogo interiore per l’opera di Laura Paoletti ispirata a Leopardi.  

Gli artisti della mostra “RUE” ad Ascoli 

Cardi di montagna a evocare antichi rituali di stregoneria per Alicya Ricciuto, spirali di chiocciole adagiate su un duro cuscino scolpito ad esplorare il subconscio per Alexandra Brînzac, un cubo rosso alla stregua di un piccolo santuario dell’anima, oggetto di ritualità per Maria Elena Ricciuto. Se ciascuna opera può considerarsi un elemento visivo capace di suscitare mistero e magia, la rielaborazione delle quattrocentesche figure della Vergine di Vincenzo Pagani di Giorgia Mascitti, riportano all’età più bella e magica che sia. Quella dell’infanzia ricordata con un segno volutamente puerile, accentuato dal pongo usato per le stesse cornici.  

Maria Letizia Paiato

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Maria Letizia Paiato

Maria Letizia Paiato

Maria Letizia Paiato storico e critico dell’arte è docente di Stile, Storia dell’Arte e del Costume presso l'Accademia di Belle Arti di Macerata. Dottore di Ricerca (Ph.D) in Storia dell’Arte Contemporanea, Specializzata in Storia dell’Arte e Arti Minori all’Università degli…

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