A Milano un invito a riflettere sul nuovo rapporto uomo-natura prodotto dalla AI

Come cambia il nostro rapporto con la natura, in un mondo sempre più digitale e pervaso dalla AI? Come questo può influenzare il dibattito sui cambiamenti climatici? Sono le domande a cui prova a rispondere Sabrina Ratté nella sua mostra al MEET

Cosa caratterizza il nostro rapporto con la natura? Si basa sulla vista, come il piacere di ammirare eleganti rose ed ortensie, sul tatto e sull’olfatto, o anche su qualcos’altro che ancora non sappiamo spiegare compitamente? E come sarà il nostro rapporto con l’ambiente se in futuro dovessimo vivere in un mondo virtuale? Questi sono solo alcuni degli interrogativi che scaturiscono dalla mostra Realia, personale dell’artista canadese Sabrina Ratté (Québec, 1982) – per la prima volta in Italia – al MEET Digital Culture Center di Milano. La mostra esplora la convergenza tra tecnologia e biologia, interrogandosi sul rapporto tra natura e digitale.

L’evoluzione degli ecosistemi secondo Sabrina Ratté al MEET di Milano

Grazie ad un percorso immersivo l’artista indaga sull’interazione tra quelli che a prima vista potrebbero definirsi oppostimaterialità, virtualità e spiritualità, proponendo scenari speculativi e onirici in cui il mondo naturale si va evolvendo, in simbiosi con i residui della civiltà tecnologica. In Inflorescences (2023), la natura mostra la sua capacità di adattamento, mutando per coesistere con i rifiuti tecnologici della nostra società, uguali in tutto il mondo. L’opera immagina un futuro ipotetico, in cui la natura e la tecnologia si fondono, un possibile mondo senza esseri umani, ma con i resti delle loro attività, in cui però la vita continua. Forme che ricordano l’acqua e il mercurio, in questa costante compenetrazione, accanto a funghi e creature sconosciute, che mutano per coesistere con i rifiuti elettronici, trasformando questi resti in nuove forme di vita. L’installazione richiama alla mente le immagini di antichi templi in rovina, nelle quali la foresta si è pian piano ripresa il suo spazio, inglobandoli.

L’Intelligenza Artificiale e la natura secondo Sabrina Ratté al MEET di Milano

Cyberdelia (2024) esplora invece il rapporto tra l’intelligenza artificiale e la percezione umana, grazie ad un’interazione con il pubblico che non richiede una precedente conoscenza dell’opera e basata su 22 carte, ispirate agli arcani maggiori dei tarocchi. I visitatori sono invitati a sceglierne una per consultare l’oracolo, posizionandola su un lettore e attivando la proiezione del video corrispondente. Concepita durante una residenza artistica al Centro Sporobole per le potenzialità creative dell’intelligenza artificiale, l’installazione offre una nuova prospettiva su un tema al centro del dibattito internazionale, che per molti versi suscita diffusi timori. Il progetto porta a domandarci quale sia nostro rapporto con l’IA e quali siano le sue capacità di riflettere le proiezioni psicologiche umane.
È stata una sfida”, spiega l’artista, “mantenere l’estetica dei miei lavori, lasciando al contempo spazio all’IA per darmi degli errori o elementi d’imprevedibilità. Volevo avvicinarmi all’IA in un modo più magico, invece di essere preoccupata, e mi sono chiesta come poter utilizzare questo strumento per avere dei feedback sulle nostre paure, le nostre speranze o per fornirci prospettive diverse. La vedo un po’ come un inconscio collettivo”.

Il futuro del vegetale nella mostra di Sabrina Ratté al MEET di Milano

Le due opere Plane of Incidence I e II (2024), contengono oggetti abbandonati, una motocicletta e una poltrona, che sono stati digitalizzati e inseriti in ambienti virtuali, dove si fondono con il vivente, evolvendosi in nuove forme di vita. Questo progetto trae ispirazione dalle nozioni di oggetto vivente ed evoluzione speculativa, ispirandosi ai legami che li collegano, come l’animismo e il concetto di “Interliving” di Lynn Margulis. Nella sala immersiva di Meet Floralia (2021) – ispirata agli scritti di Donna Haraway e Ursula K. Le Guin – trasporta lo spettatore in un futuro onirico e distopico, in cui le specie vegetali vengono conservate in un archivio virtuale nel quale il visitatore si ritrova proiettato grazie ai segnali elettronici – che ricreano spazi architettonici e alludono ad una connessione esistente tra tutti gli organismi – e agli specchi rappresentati all’interno delle composizioni naturali, dove memoria e percezione si sovrappongono, sollevando interrogativi sulla continuità tra il passato e il futuro, un futuro in cui anche le nostre coscienze potrebbero essere digitalizzate.

MEET, Inflorescences. Photo © Giacomo Bonomi
MEET, Inflorescences. Photo © Giacomo Bonomi

Le sfide contemporanee secondo Sabrina Ratté

Attraverso l’estetica, la poesia, la spiritualità e la riflessione filosofica Sabrina Ratté mette in evidenza come intuizione, connessione emotiva e senso critico siano gli strumenti per affrontare le sfide ambientali contemporanee. Riguardo al suo rapporto con la natura l’artista spiega: “sono cresciuta in città, ma ho avuto l’opportunità, durante le estati, di partecipare a campi estivi e andare nella foresta. Ho questo desiderio, questo sogno di vivere in campagna. Sto prendendo la patente per questo”.
La pratica artistica di Ratté – caratterizzata da scansioni 3D, sintetizzatori video analogici, intelligenza artificiale e animazioni digitali – si trova tra arte, scienza e tecnologia, investigando la trasformazione degli ecosistemi e il modo in cui percepiamo il mondo.  “In un’epoca in cui l’impatto umano sul pianeta ridefinisce gli equilibri ambientali”, commenta Maria Grazia Mattei, curatrice della mostra e presidente di MEET, “Realia esplora le interconnessioni tra natura, ecosistema e tecnologia. Le sue creazioni evocano paesaggi post-antropocenici, dove il digitale si mescola al reale, generando nuove configurazioni di vita e memoria”.

Giulia Bianco 


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Giulia Bianco

Giulia Bianco

Ha frequentato a Milano il Master Economia e Management per l'Arte e la Cultura della 24Ore Business School. Laureata in Giurisprudenza presso l’Università degli Studi di Catania con tesi dal titolo “I contratti nel mondo dell’arte”, è specializzata in diritto…

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