A Bellano apre il nuovo museo sull’artista Giancarlo Vitali 

Il pittore e incisore bellanese Giancarlo Vitali viene celebrato con un museo dedicato alla sua opera nella sua città natale, all’interno del palazzo settecentesco Palazzo Lorla

Apre al pubblico – nel cuore del borgo di Bellano, Lecco – il Museo Giancarlo Vitali, un nuovo spazio espositivo e centro di produzione culturale, dedicato al pittore e incisore Giancarlo Vitali (Bellano, 1929 – 2018). A rendere possibile la nascita di questo museo, l’avvenuta donazione di un consistente nucleo di opere, tra cui l’intero corpus incisorio di 560 fogli, da parte della famiglia Vitali al Comune di Bellano e all’Associazione ArchiViVitali, unitamente alla loro esperienza di produzione culturale interdisciplinare.

Il Museo Giancarlo Vitali a Palazzo Lorla

Il museo ha sede nel settecentesco Palazzo Lorla, dimora di origini antiche, che ha assunto l’aspetto attuale nel Settecento, ed è stata abitata a fine Ottocento dall’ultimo discendente della famiglia di imprenditori tessili Agostino Lorla, una figura eccentrica, appassionato di botanica e animali esotici, che trasformò la residenza nel luogo dove coltivare piante esotiche ed allevare pesci e uccelli. Un murale nel giardino ne restituisce oggi l’immaginario. Dopo un attento intervento di restauro, il Palazzo è stato nel 2018 restituito alla comunità come spazio per l’arte contemporanea. Oggi la riprogettazione degli interni è firmata dagli architetti di Vitali Studio: pareti mobili geometriche creano nuovi punti di vista e giochi prospettici, mentre i dipinti di Vitali instaurano un dialogo diretto con l’architettura del palazzo e dei luoghi storici del borgo.

Il legame tra Giancarlo Vitali e il borgo di Bellano

Paese natale e riferimento poetico per Vitali, Bellano accoglie infatti il museo all’interno del progetto BAC – Bellano Arte Cultura, un itinerario di un chilometro e due che conta monumentistorici, naturalistici e culturalied un calendario di eventi, tra i quali mostre di arte contemporanea, la rassegna letteraria Il bello dell’Orrido curata da Armando Besio, i concerti di musica orchestrale del Maestro Roberto Gianola ed i percorsi guidati Bellano tra Arte Storia e Fede.  Questo percorso di scoperta del territorio – che unisce l’importanza della memoria storica con la contemporaneità, dando a questi luoghi una nuova linfa vitale – riunisce al suo interno panorami ricchi di fascino quali l’Orrido di Bellano (gola naturale scavata dall’acqua, la quale nei secoli ha generato suggestive spelonche; nel percorso che l’attraversa è impossibile non rimanere affascinati dalle strette gole e dal rombante rumore delle acque tumultuose) e la suggestiva Cà del Diavol, il Parco Lorla, che riaprirà come giardino delle sculture, San Nicolao Arte Contemporanea (ex chiesa riaperta al pubblico a ottobre 2024 come spazio espositivo e attualmente sede delle sculture in rame, principalmente a forma di animali, quali galli, uccellini e pesci, di Danilo Vitali), la chiesa di Santa Marta (che conserva il gruppo scultoreo ligneo cinquecentesco del Compianto sul Cristo morto di Giovanni Angelo Del Maino), la chiesa dei Santi Nazaro e Celso, testimonianza romano-gotica ed il Museo del latte e della storia della Muggiasca.

Le parole dei direttori Chiara Gatti e Giancarlo Vitali e del sindaco Antonio Rusconi

La direzione artistica di BAC è affidata a Chiara Gatti (che guiderà anche il museo, accompagnata dall’artista Velasco Vitali), che commenta: “nessun uomo è un’isola e, per quanto Giancarlo Vitali abbia trascorso la vita a sottrarsi ai clamori del sistema dell’arte, riparare nel suo borgo sul lago non lo ha reso immune ai rapporti col mondo, con la storia presente, la storia passata e, soprattutto, con la storia universale. Proprio come l’opera d’arte, che non esiste da sola, non è una monade o un’entità autonoma, ma vive di relazioni, radici e spore, l’isola-paese di Vitali aveva rizomi allungati nella terra, infiltrati nel tessuto cittadino fino al midollo; ma aveva anche antenne tese, parabole orientate verso i moti delle cose e sensibili ai venti culturali”.
L’apertura del Museo Giancarlo Vitali porta ulteriore linfa all’idea di un ‘Rinascimento bellanese’”, commenta il sindaco di Bellano Antonio Rusconi. L’apertura del museo, in sintonia con la vita ed il pensiero del pittore bellanese, è anche un momento di condivisione con il borgo, una sorta di restituzione dell’opera di Giancarlo Vitali, come spiega il figlio Velasco Vitali: “vorrei che questo museo fosse un vero regalo per i bellanesi, io penso che il vero regalo sia Giancarlo, noi abbiamo solo reso possibile un’operazione di restituzione al paese di qualcosa che vi apparteneva già. Per far tornare Giancarlo e le sue opere ad essere parte di quella comunità in cui lui ha vissuto con grande gioia tutta la sua vita”.

Il percorso espositivo e il confronto col presente del Museo Giancarlo Vitali

Con un criterio per analogie e contrasti, i 100 dipinti trovano oggi posto nelle tre sale al piano terra di Palazzo Lorla; un percorso che intende porsi come punto di riferimento per gli studi sull’opera pittorica e grafica di Giancarlo Vitali, oltre che come laboratorio di progettazione, teso ad instaurare un dialogo fra i linguaggi del moderno e del contemporaneo. Velasco Vitali spiega: “L’esposizione si articola in un percorso diversificato, in costante dialogo con gli elementi architettonici preesistenti, restituiti a una nuova visibilità e funzione. Questo approccio mira a preservare e amplificare il legame di empatia e autenticità che connette storicamente l’edificio di Palazzo Lorla alla comunità di Bellano. Le opere di Giancarlo Vitali sono allestite seguendo un criterio analogico, anziché cronologico, in stretto dialogo con le geometrie del nuovo spazio”.

La prima sala

Entrando nella prima sala, si nota una parete riflettente che divide l’ambiente in due parti, per ricostruire la sfera intima di Giancarlo Vitali. Catturano l’attenzione una raffigurazione della sua compagna di vita, Germana, nel dipinto omonimo del 1955 ed un autoritratto dell’artista diciassettenne, realizzato nel 1946, che indica la strada di un talento precoce, che percorrerà la via dell’arte in solitaria da autodidatta. Ricorre il contrasto tra due colori, il bianco e il nero: sulla parete, sulla sciarpa di Germana e nello sfondo dell’autoritratto, colori che ritroviamo nel percorso dei luoghi centrali del borgo, come nel pavimento della chiesa dei Santi Nazario e Celso.

La seconda sala

Il percorso prosegue nella seconda sala, dove una struttura circolare accoglie ritratti di fiori ed animali, quali conigli ed uccelli, colti nel loro vibrante realismo, dimostrato nell’attenzione ai particolari e ai colori. A questi si affiancano, nelle pareti, scene di vita popolare, le sfilate delle bande e i concerti di Bellano, fonte di ispirazione per il pittore. Questi soggetti corrispondono agli incontri e alle memorie dell’artista, che sulla tela, grazie al suo pennello energico, vengono reinventati e trasformati per esprimere il loro valore allegorico.

Il giardino e le altre sale

Prima di raggiungere gli ultimi due ambienti il visitatore scopre il giardino, con il murale “Uccelli al museo” dipinto da Velasco Vitali come omaggio al padre e all’ultimo abitante della casa.
Il corridoio che porta nell’ultima sala accoglie nature morte e scene di banchetti consumati, rappresentazione della fine del tutto. La collezione si completa nell’ultima sala, dove è esposta da un lato una serie di dipinti che hanno come soggetto i girasoli, ritratti già appassiti, e dall’altro i corpi squartati di animali, tra cui la grande tela Toro Squartato IV (1984) alta più di due metri. Il mondo animale e quello vegetale si confrontano nel comune destino di vittime della nostra voracità. La collezione raccoglie opere realizzate in settant’anni di pittura ed è legata all’incontro con Giovanni Testori, che ne riconobbe il talento e ne promosse il lavoro. Un museo, realizzato con il contributo della Fondazione Cariplo, che nasce per custodire, valorizzare e diffondere le opere di Giancarlo Vitali, ma anche un centro studi, un luogo dove realizzare un confronto tra epoche e linguaggi, stimolando una rilettura critica dell’artista e riflessioni sul presente.

Giulia Bianco

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Giulia Bianco

Giulia Bianco

Ha frequentato a Milano il Master Economia e Management per l'Arte e la Cultura della 24Ore Business School. Laureata in Giurisprudenza presso l’Università degli Studi di Catania con tesi dal titolo “I contratti nel mondo dell’arte”, è specializzata in diritto…

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