Arianna De Nicola – La timidezza delle chiome. Crown Shyness

l’opera La timidezza delle chiome dell’artista Arianna De Nicola (Roma, 1986) che rappresenta un primo passo per la costituzione del parco di sculture all’aperto dell’Accademia di Belle Arti dell’Aquila.
Comunicato stampa
Sarà inaugurata martedì prossimo 13 maggio alle ore 11:00 presso il Giardino dell’Accademia di Belle Arti a L’Aquila (Via Leonardo da Vinci 6/b) l’opera La timidezza delle chiome dell’artista Arianna De Nicola (Roma, 1986) che rappresenta un primo passo per la costituzione del parco di sculture all’aperto dell’Accademia di Belle Arti dell’Aquila.
L’opera in ceramica prende in prestito il titolo da un fenomeno del mondo vegetale, per cui gli alberi di una foresta evitano di toccarsi fisicamente o di sovrapporsi l’uno con l’altro, mantenendo sempre una zona di reciproco ‘rispetto’, che previene i danni del vento e favorisce un’equa, non conflittuale spartizione di aria e di luce. La dimensione poetica del paesaggio assume nell’opera di Arianna De Nicola un valore metaforico, ed è utilizzata dall’artista per proporre un’immagine della realtà umana come ‘realtà di rapporto’. Prendendo spunto dal giardino dell’accademia, costituito da piante a loro volta formate da foglie, i singoli elementi che compongono l’opera sono stati plasmati in modo da suggerire i profili lanceolati delle foglie; sono stati cotti al forno e assemblati in sette raggruppamenti di sapore minimalista per il loro monocromatismo e per la semplicità formale.
Eliminando tutto ciò che è superfluo, resta la poetica dell’incontro che sottende l’opera, dove la ‘corda che lega’ ciascuno dei suoi insiemi pone, con forza, la delicata questione della natura del vincolo da prediligere, all’intero della pratica dell’umana convivenza, per costruire nuove realtà.
Brevi note biografiche
Dopo aver studiato all’Accademia di Belle Arti di Roma (2005-09) e alla Facultad de Bellas Artes UMH Universidad Miguel Hernández di Alicante (2007-08), Arianna De Nicola (Roma, 1986) ha vissuto dieci anni in Spagna ed è tornata in Italia nel 2018, anno in cui tiene una mostra personale, Il giardino che non c’è, a Campobasso presso ARATRO Galleria Gino Marotta - Centro di arte contemporanea dell’Università degli Studi del Molise, a cura di Lorenzo Canova e Piernicola Maria Di Iorio.
Mettendo in dialogo la ceramica con il cemento, l’acciaio, il ferro o l’elemento tessile, l’artista ha elaborato negli anni una ricerca incentrata su temi quali l’instabilità e il mutamento e l’indagine del limite, che è stata nel 2019 oggetto della personale Il suono del limite presso il 16Civico di Pescara. Tra le mostre collettive più recenti si ricordano: il Premio Vasto - Identità sospese (2021), a cura di Piernicola Maria di Iorio; 99Arts, curata da Oriana Rizzuto in Palazzo Doria Pamphilj a Viterbo (2021); The Milky Way, presso la Galleria Alessandra Bonomo di Roma e Quel che resta del fuoco, tri-personale con Elena Bellantoni e Delphine Valli presso lo spazio romano Curva Pura, a cura di Nicoletta Provenzano (2022). Il suo lavoro è raccontato nel volume ’22 Annuario d’arte Italiana, pubblicato da Treccani e promosso dall’Ente Quadriennale Nazionale d’Arte di Roma. A marzo 2025 un suo lavoro, Del prima e del poi, altrove, commissionato dall’Università Cattolica di Milano per la XX Edizione del Progetto Itinerari d’Arte e Spiritualità, è stato esposto presso l’Università del Sacro Cuore di Roma in occasione della mostra collettiva Esse Potest - Compresenze (im)possibili, promossa dal Dipartimento di Storia, Archeologia e Storia dell’Arte dell’ateneo