Studio Azzurro, Josef Koudelka e Lawrence Carroll. Più Tano Festa. Ecco gli artisti per il primo Padiglione della Santa Sede alla Biennale di Venezia: una “sobria” operazione da 750mila euro

“Ricostruire effettivamente un dialogo interrotto, una sorta di divorzio, non sempre consensuale, che si è consumato tra arte e fede, soprattutto nel secolo scorso”. Questo, nelle parole del cardinale Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio della Cultura, l’obbiettivo della prima presenza della Santa Sede alla Biennale di Venezia con un proprio padiglione, presentato questa mattina […]

Ricostruire effettivamente un dialogo interrotto, una sorta di divorzio, non sempre consensuale, che si è consumato tra arte e fede, soprattutto nel secolo scorso”. Questo, nelle parole del cardinale Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio della Cultura, l’obbiettivo della prima presenza della Santa Sede alla Biennale di Venezia con un proprio padiglione, presentato questa mattina nella Sala Stampa Vaticana. E come spesso accade, le notizie reali smentiscono tutte le previsioni che si erano fatte, con fluviali elenchi di artisti invitati, senza un ben chiaro criterio.
E invece il criterio ci sarà, e la cosa ha stupito quanti attendevano le comunicazioni, ipotizzando una parata di arte più o meno “confessionale”, didascalica, più arttenta al contenuto che alle forme. Veniamo ai nomi: gli artisti a sostanziare la presenza vaticana saranno tre, Studio Azzurro, Josef Koudelka e Lawrence Carroll, con un quarto a fungere da “prologo”, ovvero Tano Festa. Quest’ultimo sarà presente ad apertura dello spazio, con un trittico dedicato a Michelangelo, chiaro aggancio alla volta della Cappella Sistina: opera donata dal collezionista Ovidio Jacorossi, che poi entrerà a far parte in permanenza delle collezioni vaticane. Quanto ai contenuti del padiglione – titolo In principo -, le opere saranno ispirate al racconto biblico della Genesi, secondo tre i nuclei tematici affidati ad altrettanti artisti: la Creazione allo Studio Azzurro, la De-creazione al fotografo ceco Josef Koudelka, la Ri-creazione a Lawrence Carroll.
Venendo ai dati materiali, il commissario del padiglione sarà il direttore dei Muesi Vaticani Antonio Paolucci, con un ruolo centrale svolto da Micol Forti, direttrice della Collezione arte contemporanea degli stessi Musei Vaticani. All’accenno agli aspetti economici, la sala non ha potuto nascondere diversi brusii, quando – annunciando criteri di economicità e sobrietà – si è presentato un costo complessivo di 750mila euro. Magari oltretevere i criteri di sobrietà si misurano così, ma la cifra non è parsa propriamente esigua: del resto, hanno tenuto a sottolineare i cardinali, il tutto sarà a costo zero per il vaticano, essendo sostenuto in toto da donazioni private e sponsor, su tutti Eni e IntesaSanpaolo…

[ha collaborato Claudia Colasanti]

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