Vita activa, ad arte però. Contestazione estetica by Sislej Xhafa

Un’antologica profondamente politica. È quella allestita al Madre di Napoli fino al 12 settembre. Protagonista, l’artista kosovaro che giocava a pallone alla Biennale.

Un’affollata galleria di nodi problematici. Un sistema di logica normativa. Un esercizio di meta-etica. Un manuale morale, insomma. Finanche educativo, forse. Il percorso stilistico di Sislej Xhafa (Peja, 1970; vive a New York) trova nell’etico – l’etica, ha suggerito un filosofo luminoso com Aldo Masullo, “è la forma stessa, necessaria, della vita umana […], è la vita stessa nella sua immediata umanità” – uno dei punti nevralgici del proprio modus operandi. Di un’attitudine che recupera il luogo comune per investigare la società contemporanea dello spettacolo (dello show e dell’esibizione continua) attraverso le sue simbologie, i suoi miti, i suoi riti, le sue paure.

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Sislej Xhafa - Impiegati del mese - 2011 - courtesy l'artista

Dressed Tone (2007), un microfono scocciato che indica l’assenza (e il controllo assoluto) della notizia, Autoritratto (2003), un’anguria posata su un piedistallo di ebano, Whispering ink (2009), una fotocopiatrice munita di scanner sulla cui lastra è posato un fondoschiena, Impiegati del mese (2011), una serie di pali sulla cui estremità sono posti dei ritratti. E poi, ancora, Khaleen (2004), l’elefantizzazione di una banconota da 100 dollari, Barka (2011), un agglomerato di scarpe, o Stuzzicadente (2006), un semplice stuzzicadenti, appunto, posato su una superficie bianca (quasi a ricordare un taglio di Lucio Fontana).

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Sislej Xhafa - Padiglione clandestino - 1997 - courtesy Collezione My Private, Milano

Dal disegno alla scultura, dall’installazione alla performance alla fotografia – magnifica è Again and Again (2010) – il lavoro di Sislej Xhafa si muove con scioltezza fra gli strumenti, le tecniche e i materiali dell’arte per costruire un discorso che mira a sovvertire i territori della politica e dell’economia. Ma anche per combattere e confrontarsi con un sistema dell’arte “machiavellico” – così lo ha definito l’artista durante la Biennale del 2005 – il cui vocabolario non ammette la parola perdono.
La realtà”, suggerisce Xhafa, “è più forte dell’arte. Come artista non voglio riflettere la realtà ma interrogarla. Il mio background sociale non abbraccia una linea d’azione razionale. Affronto il mondo e la vita guidato da un istinto primordiale”.

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Sislej Xhafa - Still Untitled - 2003 - courtesy l’artista

Con Still Untitled, personale curata da Mario Codognato negli spazi del Museo Madre di Napoli, è ancora una volta l’agire e il riflettere sulle problematiche più scottanti dell’attualità – l’espatrio, la clandestinità, la diversità, l’irregolarità ecc. – a farsi spazio d’azione per un percorso artistico che, se da una parte si pone (per l’occasione) come selezione antologica, dall’altra propone un discorso unitario, esclusivo, impegnato a rovesciare il silenzio quotidiano, a interrompere le falsità sociali, a sovvertire il potere politico nel nome di un ragionamento teso a riappropriarsi del dibattito e del raffronto.
Di un pensiero politico, infine, che riconquista i paesi della politica – in quanto politikós – per evidenziare un paese di necessario confronto, un pascolo felice (Platone) per la molteplicità, un luogo in cui prender decisioni davvero utili alla collettività, alla pluralità degli esistenti che lottano contro un sistema corrotto e devitalizzante.

Antonello Tolve

Napoli // fino al 12 settembre 2011
Sislej Xhafa – Still Untitled
a cura di Mario Codognato
www.museomadre.it

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Antonello Tolve

Antonello Tolve

Antonello Tolve (Melfi, 1977) è titolare di Pedagogia e Didattica dell’Arte all’Accademia Albertina di Torino. Ph.D in Metodi e metodologie della ricerca archeologica e storico artistica (Università di Salerno), è stato visiting professor in diverse università come la Mimar Sinan…

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