New Chapter(s). Le prossime aste londinesi

Sta per prendere il via la nuova sessione di aste in terra britannica. Fra collezioni che debuttano sul mercato e alcuni colossi dell’arte contemporanea, ecco cosa ci aspetta sul mercato in questo scampolo d’inverno.

Tra febbraio e marzo riprende la stagione delle aste d’arte moderna e contemporanea. La settimana si apre con la prima metà del Novecento (e il capitolo Dada e surrealisti) e si chiude con quella delle ultime decadi.
In particolare, Christie’s, nei primi giorni di marzo, disperderà la raccolta di una coppia italiana, che cambia pelle per “entrare in un nuovo capitolo del loro collezionare”. Per massimizzare le potenzialità commerciali delle opere, la casa d’asta non organizzerà un’unica vendita, ma utilizzerà canali diversi, dall’online alle tradizionali Evening e Day Sale. Dalle anteprime, emerge una collezione di 123 artisti internazionali, alcuni dei quali tra i più significativi degli ultimi vent’anni. Entreranno nel secondo mercato dipinti e sculture di Wade Guyton, Anish Kapoor, George Condo, Urs Fischer e Damián Ortega, oltre alle tele di Marlene Dumas, Kara Walker e Julie Mehretu. A essere vendute saranno molte fotografie, tra i medium più amati dalla coppia, comprese quelle dei “3 Thomas”: Ruff, Struth e Demand. Molte anche le opere realizzate da donne, come Sarah Lucas, Dana Schutz, Cindy Sherman, Roni Horn, Elizabeth Peyton e Nan Goldin. Il Giappone è presente con Yayoi Kusama, Takashi Murakami e Yoshitomo Nara.
Sempre da Christie’s, l’8 marzo alla Day Sale, si potranno acquistare le opere di Ash to Art, asta di beneficenza a favore del restauro della Glasgow School of Art di Mackintosh, biblioteca del 1910 bruciata nel maggio del 2014. Con materiali recuperati dalle ceneri dell’incendio, Simon Starling, Antony Gormley, Grayson Perry, Cornelia Parker, Idris Khan, Jim Lambie, Rachel Whiteread, Richard Long, Tacita Dean, Jenny Saville, David Shrigley e Douglas Gordon hanno realizzato pezzi che verranno venduti per la sua ricostruzione.

ROTHKO-RAUSCHENBERG-DOIG

Gli occhi degli investitori, comunque, saranno puntati sulla Evening Sale di Londra, il 7 marzo, quando andranno sotto il martello due tele eccellenti di “giganti” dell’arte americana. Saranno offerti infatti il leggendario No. 1 di Mark Rothko, esposto alla personale del 1950 di Betty Parsons (e tra gli ultimi della celebre mostra non ancora nelle sale di un museo), e Transom del 1963 di Robert Rauschenberg, del nucleo dei silkscreen paintings, attualmente esposta alla retrospettiva della Tate, e tra i motivi del Leone d’oro a Venezia (1964). Le stime non sono state diffuse. Nella stessa asta sarà offerto il dipinto di Peter Doig Cobourg 3 + 1 More del 1994 (stima 8-12 milioni di sterline), acquistato nel 1994 dalla compagnia di assicurazione Provinzial Rheinland, che ne userà i proventi per investire e sostenere le nuove generazioni di artisti.

Robert Rauschenberg, Transom, 1963

Robert Rauschenberg, Transom, 1963

DESTINAZIONE SOTHEBY’S

Negli stessi giorni, da Sotheby’s verrà presentato un interessante mix di pezzi provenienti da collezioni private. Debutta il 2 marzo la raccolta di Ed Cohen e Victoria Shaw, a cui viene interamente dedicata l’asta In its own light. Capitalista e filantropo (sostiene molti musei tra cui la Tate e appassionato anche di letteratura), in trentacinque anni Cohen ha radunato soprattutto opere dell’espressionismo tedesco e dell’arte inglese tra cui quelle di Joseph Beuys, John Currin, Cecily Brown, Brice Marden, Anselm Kiefer, Agnes Martin, William Kentridge e Gerhard Richter.
Inoltre, per la prima volta, l’Artist Pension Trust (APT), un fondo pensionistico per gli artisti lanciato nel 2004 e che attualmente dispone di 13.000 opere, acquisito da qualche tempo da MutualArt, metterà in vendita trentaquattro opere tra New York e Londra, che includono lavori di Josh Smith, David Shrigley, Bob & Roberta Smith e Liam Gillick.
Ma anche in questo caso è l’Evening sale dell’8 marzo che tasterà il polso del mercato. In quell’occasione, sarà venduto Eisberg, il bellissimo paesaggio di Gerhard Richter del 1982 (stima 8-12 milioni di sterline). L’opera fu progettata poco tempo dopo il divorzio dalla moglie Ema, a conclusione di venticinque anni di matrimonio, quando Richter viveva con Isa Genzken, giovane e in ascesa; la particolare congiuntura personale ha fatto immaginare che il dipinto fosse un autoritratto. Sta di fatto che il paesaggio fu composto sulla base di una serie di fotografie realizzate dall’artista durante una spedizione in Groenlandia dieci anni prima e fa pensare anche al celeberrimo dipinto di Caspar David Friedrich del 1823, dipinto a Dresda, città natale di Richter.

Antonella Crippa

www.christies.com
www.sothebys.com

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Antonella Crippa

Antonella Crippa

Antonella Crippa è una art advisor e vive e lavora a Milano. Da settembre 2017 è la curatrice responsabile della Collezione UBI BANCA. Si forma come storica dell’arte laureandosi in Conservazione dei beni culturali e diplomandosi alla Scuola di specializzazione…

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