Antonio Catelani – Redox

Informazioni Evento

Luogo
RITA URSO ARTOPIA GALLERY
Via Lazzaro Papi 2, Milano, Italia
Date
Dal al

Da martedì a venerdì ore 15-19

Vernissage
25/10/2016

ore 19

Artisti
Antonio Catelani
Generi
arte contemporanea, personale
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L’artista presenta una serie di tele appositamente realizzate per questa occasione dal titolo Abwesenheiten in Preuβisch Blau (Assenze in Blu di Prussia). Al piano superiore della galleria sarà presentata un’installazione composta da un gruppo di sculture dalla fisicità ridotta, dal titolo Stannum.

Comunicato stampa

Antonio Catelani

REDOX

testo di Daria Filardo

RITAURSO artopiagallery è lieta di presentare la prima mostra personale in galleria di Antonio Catelani (Firenze,1962), artista attivo a livello internazionale e appartenente alla generazione di artisti italiani che hanno avuto i loro esordi a partire dalla metà degli anni Ottanta.
Catelani presenta in questa occasione una serie di tele appositamente realizzate per la mostra dal titolo Abwesenheiten in Preuβisch Blau (Assenze in Blu di Prussia). Il blu di Prussia è un colore altamente instabile, destinato al mutamento cromatico e all’ossidazione. Il composto chimico, denominato ferrocianuro ferrico, dà vita a un particolarissimo blu, conosciuto anche come Eisenblau (blu di ferro) che, sotto l’azione della luce solare e a contatto con la preparazione della tela, vira cromaticamente, assumendo un aspetto cangiante, e infine torna alla sua origine di materia ferrosa, letteralmente arrugginendo. Questi dipinti sono il recente sviluppo e parte integrante di un più vasto ciclo, iniziato a Berlino (dove l'artista vive e lavora dal 2007), nel quale il monocromo si riconfigura sul precario confine tra immagine e oggettivazione del piano pittorico.
Al piano superiore della galleria sarà inoltre presentata un'installazione composta da un gruppo di sculture dalla fisicità ridotta, dal titolo Stannum. Costituite da metallo (barre di stagno) e tubolare plastico, le opere realizzate nel 2011 vengono raccolte assieme ed esposte per la prima volta in questa occasione. Stannum è il nome latino dello stagno: metallo duttile, atto a legarsi e a legare e anche ottimo conduttore elettrico. La scultura che porta il nome di questo metallo ne mette in mostra le diverse peculiarità, non celandone l'intrinseca debolezza.
Scrive Daria Filardo: “Nei lavori recenti di Antonio Catelani la riflessione sulle categorie di pittura e scultura è incentrata sulla durata, sull'attenzione, sul gesto minimo che sposta l'idea di finitezza dell'opera e lo tende verso il suo punto di trasformazione. Tutto è molto instabile.
La scultura e la pittura. Il colore e la forma. Il margine del quadro e il gesto impresso dentro. La forma della scultura che cede e si accascia lasciando tracce del movimento prodotto dalla natura del materiale e dalla forza di gravità.
Le sculture presentate in mostra sono filiformi, duttili, forme spezzate come scarti o radici che si muovono cercando equilibrio. I quadri sono tele nelle quali il colore blu di Prussia non sarà sempre blu ma, ossidandosi, cambierà natura. In tutti i lavori di Catelani i riferimenti minimali vivono insieme alla natura organica e processuale, e suggeriscono un’attitudine alla concentrazione sulla materia e sulle sue relazioni simboliche e formali.
E' tutto molto instabile, tutto si modifica, tutto sembra fragile per natura e da questa fragilità scaturisce un movimento, un'altra forma, uno sguardo che non può fermarsi al dato registrato perché questo nel tempo sarà un'altra opera.”

Antonio Catelani (1962, Firenze) vive e lavora a Berlino. Si forma all’Accademia di Belle Arti di Firenze e all’Akademie Schloss Solitude di Stoccarda.
Le sue opere sono state esposte in diverse istituzioni internazionali, tra le quali XLIII Biennale di Venezia; Berlinische Galerie/Martin-Gropius-Bau, Berlino; Künstlerhaus Villa Romana, Firenze; MUMOK, Vienna; Quadriennale d’Arte di Roma, Roma; Galleria Nazionale d’Arte Moderna, Roma; PAC - Padiglione d’Arte Contemporanea, Milano; Museo Marino Marini, Firenze; MoCA, Shanghai; Museo Pecci, Prato; Polo Museale - Galleria dell’Accademia, Firenze.