Il diario dell’artista Laura Cionci da Bogotà: dal bosque vertical di Boeri alla jungla

Artribune pubblica in esclusiva il diario di Laura Cionci dalla città di Bogotà. L’artista ripercorre il progetto realizzato sul Bosco Verticale di Stefano Boeri Architetti, l’intervento di Waiting Posthuman in Colombia e la residenza nella riserva naturale di Guachaca. Le immagini

Il 26 dicembre del 2017 si parte. Destinazione Colombia. A Bogotà mi aspetta un bel programma da realizzare: la mostra fotografica sul Bosco Verticale di Stefano Boeri Architetti dal titolo “Una Mirada al Bosque Vertical”, un forum sulle architetture viventi e un workshop con gli studenti di due università. Grazie all’Ambasciata Italiana in Colombia e l’Istituto Italiano di Cultura di Bogotà, il progetto inaugura l’8 febbraio nel Museo di Architettura Leopoldo Rother de la Universidad Nacional di Bogotà in collaborazione con la Universidad Javeriana, per la durata di un mese circa. Le immagini dei giardinieri volanti scattate nel 2015 tornano di nuovo in scena, questa volta accompagnati da una ricca collaborazione tra me e lo studio di architettura Yemail con la realizzazione di una installazione nello spazio del museo: un percorso tra le strutture ispirate al bosco verticale, dove piante e arbusti guardano lo spettatore a più di 3 metri d’altezza. Insieme alle immagini dei giardinieri si trovano i video realizzati da The Blink Fish che documentano la crescita del bosco e una campagna lanciata da Stefano Boeri verso il primo Forum mondiale sulle foreste urbane (WFUF) promosso dalla FAO che si terrà a Mantova nel novembre 2018.

Il diario dell’artista Laura Cionci da Bogotà

Il diario dell’artista Laura Cionci da Bogotà

BIODIVERSITÀ E SPAZI URBANI

C’è moltissimo interesse per l’evento che ruota intorno al tema della biodiversità negli spazi urbani, soprattutto qui a Bogotà, dove l’inquinamento e lo sviluppo della città sono cresciuti a dismisura e senza controllo. Architetti, biologi, botanici e addetti ai lavori sono intervenuti numerosi durante l’inaugurazione. All’interno della mostra, durante la prima settimana di esposizione, insieme alle due università coinvolte abbiamo realizzato un forum internazionale dal titolo “Architetture Viventi”. Sono stati presentati progetti di giardini verticali e spazi architettonici “ludici” come quelli dello studio di Giancarlo Mazzanti, che sono stati già realizzati in Colombia, ma anche progetti in corso d’opera e visioni sul futuro. L’ultimo intervento sulla riserva naturale di Chiribiquete, dopo 5 ore di forum, della direttrice dell’Istituto Humboldt Bridgitte Baptiste, ha tenuto il pubblico incollato alle sedie fino alle 22.30. Per completare il lavoro, Waiting Posthuman (Leonardo Caffo, Azzurra Muzzonigro, ed io) ha proposto un workshop di una settimana dal titolo “Costruire Futuri” che vede coinvolti studenti di entrambe le Università. In 5 giorni sono stati realizzati due percorsi dentro la città per stimolare progetti distopici ed utopici che raccontano come lo spazio urbano e l’essere umano del futuro prossimo, convive con flora e fauna del territorio, riscoprendo le parti selvagge, antiche e nascoste, per una potenziale riuscita convivenza tra natura e uomo. Alla fine del workshop si sono presentati i lavori con una mostra anche questa nel Museo di Architettura de la Nacional. È stato un duro lavoro ma con grandi soddisfazioni, dove sono nate nuove intese e sinergie con molte realtà del posto. Così il 20 febbraio preparo il mio zaino per una nuova partenza: questa volta il lavoro è sul campo. La galleria Sextante di Luis Angel Parra e Maria Eugenia Niño, mi coinvolge in una residenza artistica all’interno di una riserva naturale.

Il diario dell’artista Laura Cionci da Bogotà

Il diario dell’artista Laura Cionci da Bogotà

ARTE IN THE JUNGLE

La Residenza Territorio (così si chiama il progetto outdoor della galleria) mi porta a scoprire una zona dell’oceano Atlantico e più precisamente da Santa Marta verso la Sierra Nevada, percorrendo il fiume Guachaca, dalla foce, su, verso le zone montagnose e la foresta umida della Sierra. La settimana scorre tra le comunità che vivono queste zone e la complessa struttura della foresta che avvolge il fiume, placido, per via della stagione arida. Una guida d’eccellenza mi accompagna ogni giorno: è Edinson, un ragazzo nato e cresciuto a Guachaca che grazie alla saggezza della sua famiglia ma soprattutto della nonna, conosce ogni pianta, ogni albero e ogni animale di questa foresta. E mentre saliamo tra le montagne a cavallo mi racconta come le piante fanno parte della comunità, hanno una storia, proprietà mediche e simbiosi con gli animali o altre piante. Mi fa vedere una bottiglia che porta sempre con sé dal composto misterioso che contiene 13 piante, da bere nel caso sfortunato ti morda un serpente mortale. Viene chiamata la “contra”. Con Luis Angel e Maria Eugenia, i due galleristi e proprietari del territorio che hanno convertito in riserva naturale durante gli ultimi 30 anni, ogni giorno partiamo alla volta di un nuovo percorso da scoprire: cascate, alberi secolari e sacri, coltivazioni abbandonate di cacao, capanne di contadini, ananas selvatiche, frutti di ogni genere e dimensioni, sapori incredibili e profumi intensi. Anche la cucina accompagna il paesaggio con la tradizione: arepa di mais, uova, frutta, cioccolato, sancocho di gallina, pesce, ñami, patacones, platano maduro, infusi di limonaria e panella. In una settimana sono stata ospitata in 3 diverse rustiche strutture: la prima proprio sulla foce del fiume, sull’oceano atlantico, la seconda, dentro la comunità di Ghuachaca già entrando nella foresta e la terza, completamente immersa nella selva delle  montagne dove le urla delle scimmie che abitano gli alberi sacri riecheggiano per tutta la vallata verso i bordi del fiume. Un fiume sacro, come sacro il territorio circostante. Riprendere completamente contatto con quello che appartiene all’essere vivente, anche solo seguendo con veglia e sonno le ore della luce e quelle del buio, trovando una sconfinata generosità tra la comunità e le famiglie che vivono con una pura semplicità materiale e spirituale, sentendo il respiro della foresta e l’abbraccio dell’acqua fresca del fiume che ogni mattina lava il corpo e lo prepara a ricevere i regali della natura.

– Laura Cionci

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