Man Ray e i crimini contro la fotografia

Una video-animazione prodotta dal San Francisco Museum of Modern Art ci racconta la nascita dei rayogrammi. L'invenzione di Man Ray, nata per caso in camera oscura, permette di disegnare direttamente con la luce, producendo immagini misteriose e poetiche

Quando incontrò Marcel Duchamp a New York, il pittore americano Man Ray aveva soltanto venticinque anni. L’amicizia con il maestro francese fu molto importante perché lo spinse a sperimentare, cercando nuove modalità espressive aldilà della pratica pittorica. Fu nel campo fotografico, in particolare, che Ray si spinse più in avanti, infrangendo tutte le regole e le convenzioni del mestiere. Fino ad eliminare, con l’invenzione dei rayogrammi, la stessa macchina fotografica.
Racconta l’artista nella sua autobiografia: “accesi la luce: sotto i miei occhi cominciò a formarsi un’immagine. Non una semplice silhouette degli oggetti, ma un’immagine deformata e rifratta dal vetro, a seconda che gli oggetti fossero più o meno in contatto con la carta, mentre la parte direttamente esposta alla luce spiccava come in rilievo sul fondo nero. Avevano un aspetto straordinariamente nuovo e misterioso”.

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Valentina Tanni

Valentina Tanni

Valentina Tanni è storica dell’arte, curatrice e docente; la sua ricerca è incentrata sul rapporto tra arte e tecnologia, con particolare attenzione alle culture del web. Insegna Digital Art al Politecnico di Milano e Culture Digitali alla Naba – Nuova…

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