Calabria sempre più contemporanea. Inaugura a Corigliano Calabro la residenza Officine del Carmine

Abbiamo incontrato gli artisti in residenza presso Officine del Carmine, alla prima edizione a Corigliano Calabro vicino Cosenza.

Officine del Carmine, Corigliano Calabro CS, Concio, photo by courtesy Luca Centola

Officine del Carmine, Corigliano Calabro CS, Concio, photo by courtesy Luca Centola

Negli ultimi anni il fenomeno delle residenze d’artista si sta affermando in maniera importante nella scena contemporanea calabrese. Ne sono una dimostrazione la già nota Bocs Art /Cosenza e la nuova residenza Officine del Carmine di Corigliano Calabro, in provincia di Cosenza. Quest’ultimo progetto presenta un’atmosfera e uno spazio architettonico molto diverso rispetto alle moderne unità abitative della residenza BoCS Art, installate sul lungo fiume a Cosenza. Anche la direzione curatoriale è diversa: BoCs Art ha visto dal 2015 la direzione di Alberto D’Ambruoso e da pochi mesi, dopo una serie di infinite polemichenomine mancate e repliche, la nuova nomina di Giacinto di Pietrantonio, mentre la residenza “Officine del Carmine” è diretta da due giovani curatori, Chiara Argentino e Piero Gagliardi, che con questa operazione, attualmente in stato “embrionale”, stanno dimostrando la loro capacità e soprattutto la caparbietà di costruire in un luogo “surreale” e periferico, un progetto importante non solo dal punto di vista curatoriale e di promozione artistica ma anche come momento di valorizzazione del territorio e del suo patrimonio architettonico. Ma come sono andate le cose? Abbiamo chiesto agli artisti di raccontarci la loro esperienza.

Giovanni Viceconte

STEFANO CANTO

 

Officine del Carmine, Corigliano Calabro CS   work in progress   Stefano Canto

Officine del Carmine, Corigliano Calabro CS work in progress Stefano Canto

Raccontaci la tua esperienza durante questa residenza…
Nei primi giorni ho cercato di acquisire più informazioni possibili riguardo al luogo. Quello che mi ha colpito da subito è stato lo spazio e il rapporto con il paesaggio, è evidente che si sia andato oltre alle pure necessità funzionali architettoniche di monastero e dei corpi di fabbrica ma che ci sia stata un’attenzione particolare per il territorio e le sue caratteristiche.

Cosa ti ha colpito soprattutto?
Un dettaglio in modo specifico ha innescato una serie di ragionamenti e considerazioni: all’interno delle mura è presente una sofisticata rete di canalizzazione delle acque che consente di sfruttare fino all’ultima goccia questa fonte naturale indispensabile. Una soluzione ingegneristica che parla di un rapporto con l’acqua che per Corigliano Calabro è stato sempre qualcosa di complesso proprio per le sue caratteristiche morfologiche che la distinguono, l’acquedotto ad arcate sovrapposte che segna l’entrata al centro storico dimostra chiaramente quest’attenzione e cura. Per questo ho scelto di concentrare la mia ricerca su questo materiale effimero e di omaggiarlo nelle sue forme con la costruzione di una fontana.

Come?
Venticinque blocchi di ghiaccio sono stati fatti sciogliere all’interno di una cassaforma contenente polvere di cemento e ossidi policromi, l’acqua nel passaggio da forma solida a liquida ha lasciato un solco all’interno della massa di polveri e al tempo stesso bagnando il cemento ne ha innescato il processo di indurimento e pietrificazione. Il risultato finale a distanza di dieci giorni circa è un grande blocco di pietra artificiale cavo al suo interno, una sorta di grande fossile artificiale scolpito dall’acqua.

Con quali aspettative sei arrivato/a e cosa invece ti porti via?
Le aspettative al mio arrivo erano quelle di potermi confrontare con un luogo dalla forte identità storica ed avere la possibilità di mettermi alla prova sulle grandi dimensioni. Quello che porto via oltre la buona risposta alle mie aspettative è la soddisfazione di essere riuscito a realizzare un lavoro che sarà sicuramente un punto significativo della mia ricerca. 

LUCA CENTOLA

Luca Centola, for me 2018, Officine del Carmine,Corigliano Calabro CS, courtesy dell'artista

Luca Centola, for me 2018, Officine del Carmine,Corigliano Calabro CS, courtesy dell’artista

Quale è il tuo bilancio di questa esperienza?
È stata un’esperienza unica per diversi motivi: l’essere stato invitato (con altri tre artisti) alla prima residenza artistica delle Officine del Carmine, il poter lavorare in un luogo bellissimo in pieno restauro, (un vero cantiere aperto), dove le strutture raccontano di un passato industriale e non per ultimo il confronto con altri artisti dalle indiscusse capacità creative.  Mi sono concentrato maggiormente su un progetto, cominciato nello scorso novembre, riguardante l’affissione pubblica intesa come stratificazione di immagini di architettura.

Che metodo hai utilizzato?
Quello della metafotografia, inteso non come errore fotografico, ma come ampliamento di una visuale, cerco di portare all’esterno un luogo non abitualmente fruibile e visibile (un non luogo), per poi ri-fotografare il luogo dell’affissione e riattaccare la nuova opera nello stesso stallo del primo manifesto allontanandomi a ogni scatto. Quest’operazione può essere ripetuta per diverse volte fino a perdere il primordiale intento del primo scatto, per giungere a un inquadramento generale del luogo che ospita il primo interno fotografato rendendolo parte di un paesaggio facilmente riconoscibile.

Con quali aspettative sei arrivato/a e cosa invece ti porti via?
Le aspettative che nutrivo riguardo alla bellezza del luogo ed alle garanzie di essere seguito da due bravi curatori sono state mantenute appieno. Ho avuto la grande opportunità di poter fare ricerca su nuovi progetti e svilupparli in piena autonomia e senza limiti. Fondamentale è stata anche l’interazione e lo scambio d’idee e prospettive con gli altri artisti presenti in residenza.

VALENTINA FURIAN

Valentina Furian , Brilla,2018, Officine del Carmine Corigliano Calabro   Courtesy dell'artista

Valentina Furian , Brilla,2018, Officine del Carmine Corigliano Calabro Courtesy dell’artista

Come è stato il primo impatto?
Un’automobile incendiata in corsia d’emergenza mi da il benvenuto in terra calabrese. Non avevo mai messo piede sulla punta dello stivale. Il caldo è afoso. Al volante gente di fretta sfreccia su fiumi d’asfalto. Gli incendi danzano ai bordi delle strade. Arriviamo. La cittadina si staglia su un cielo blu senza nuvole, lì in alto svetta il Castello, maestoso e ammaliante, come una sorta di faro, mi raccontano di un rosa shock.

Uno scenario affascinante…
Noi siamo al suo opposto: le Officine sorgono ai piedi della città, alle pendici della collina, un insieme di edifici definisce un’atmosfera archeologica industriale. È anche luogo sacro, un altro tipo di faro, sembra. Incontro gli artisti con cui lavorerò, riabbraccio Luigi e Chiara mi presenta Piero. Inizia più o meno così e si conclude dopo venti giorni. Mi piace pensare che a rivelare quello che è successo siano gli interventi di noi artisti. Delle tracce che restano lì e prendono il nostro posto. Il mio racconta di stelle e di veicoli.

Con quali aspettative sei arrivato/a e cosa invece ti porti via?
Raramente parto con delle aspettative: credo siano gli incontri, e l’energia che si viene a creare che definiscono le esperienze di questo tipo, difficile da prevedere. Devo ancora circoscrivere cosa mi sono portata via. Certamente lì sono rimasti BRILLA, un po’ di stelle e dei veicoli.

LUIGI PRESICCE

Officine del Carmine, Corigliano Calabro CS , work in progress   Luigi Presicce, photo by courtesy di C. Argentino.

Officine del Carmine, Corigliano Calabro CS , work in progress Luigi Presicce, photo by courtesy di C. Argentino.

Luigi, tu sei in tour da parecchio..
Con le Officine del Carmine si chiude per me un viaggio iniziato a febbraio con una settimana a Città del Messico (Museo De Arte Popular), tre mesi a New York (Artists Alliance inc), due settimane a San Cesario di Lecce (Fondazione Lac o le Mon), dieci giorni a Bergamo (TAD Residency) e infine tre settimane a Corigliano Calabro (Officine del Carmine). Ognuna di queste esperienze è stata straordinaria, coinvolgente e stancante allo stesso tempo, per la voglia di chiudere delle cose e iniziarne altre completamente diverse, con compagni diversi e adattabilità sempre da rinnovare. Corigliano Calabro è un paese molto piccolo in un’aria come la Calabria un po’ ferma alle sue tradizioni e alle sue visioni della società non molto diverse da cinquant’anni fa.

Che cosa hai presentato?
Ero arrivato alle Officine con un’idea, che era quella di disegnare dal vivo la statua della Madonna del Carmine durante la processione stando a bordo di un carretto tirato da un asino; ma poi il prete del paese non ha capito molto la mia idea e si è opposto alla sua realizzazione, quindi mi sono buttato su un tableau vivant che prende a tema la storia mitica di Antonio Argentino, il fautore di tutto quello che riguarda il Complesso del Carmine, compreso il progetto delle Officine.

Quali sono stati i risultati?
Per me è stato molto importante dovermi confrontare con una vicenda umana che sa di ultraterreno, la raffigurazione di una promessa fatta da un bambino, ora settantenne, che ritorna nel posto dove e nato per rimettere in piedi, a sue spese, la chiesa e tutto il complesso dedicato alla Madonna del Carmine.

Con quali aspettative sei arrivato/a e cosa invece ti porti via?
Non ho mai aspettative quando arrivo in un posto nuovo, cerco sempre di prendere quello che mi serve per raccontare delle storie, per fare nuovi disegni. Questo è quello che ho fatto anche a Corigliano, mi sono fatto prendere in giro, ho fatto tanti disegni e ho raccontato la storia che mi ha affascinato di più, senza fronzoli, cruda per come l’ho vista e sorprendente per come la gente del posto coinvolta ha risposto.

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Giovanni Viceconte

Giovanni Viceconte

Giovanni Viceconte (Cosenza, 1974), è giornalista e curatore d’arte contemporanea. Si laurea presso l’Accademia di Belle Arti, nel 2004 consegue il Master in Organizzazione Eventi Culturali e nel 2005 il Master in Organizzazione e Comunicazione delle Arti Visive presso l’Accademia…

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