L’archivio incerto di Olafur Eliasson

Il talento visivo di Olafur Eliasson si riflette anche nel suo sito web. Una raccolta completa dei lavori dell’artista danese e delle ricerche del suo studio, organizzata attraverso linee, colori e luci che garantiscono una navigazione fluida.

Questa volta andiamo sul sicuro, ma al lettore una raccomandazione: pur conoscendo il nome e l’opera di un artista, non dare mai nulla per scontato, perché la meraviglia può continuare a sorprendere. L’artista è Olafur Eliasson (Copenaghen, 1967) che, raccontando di sé, attraverso dei numeri traccia la mappa umana e artistica del suo studio; i suoi collaboratori sono quasi un centinaio, divisi tra coloro che si occupano di architettura, di storia dell’arte e di teorie filosofiche, poi una trentina di artigiani e infine gli studiosi impegnati nella ricerca scientifica. Quella che potrebbe sembrare una ricetta per la complessità o il capriccio snob di un artista arrivato, definisce invece un luogo nel quale la vocazione dell’arte di creare relazioni culturali è al centro di ogni progetto.

www.olafureliasson.net

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UN SITO AD ARTE

Fatta questa premessa, il sito di Eliasson non poteva essere da meno. Il benvenuto al visitatore è dato da immagini ad alta definizione che si mostrano come cartoline in agenda. Scorrendo le immagini, attualmente una presenza discreta sotto forma di un magnetico – per quanto esile nei tratti – poliedro segue il movimento, comparendo improvvisamente con movimenti sicuri ma tutt’altro che invadenti. Ed ecco che per caso arriva la soluzione. Da una foto si accede a un link con la documentazione fotografica di Green light. An artistic workshop, esperienza organizzata dall’artista per rifugiati, migranti, studenti universitari; e mentre linee e colori danno forma al poliedro-lampada, due piramidi esagonali con la base in comune, lo schermo-spazio si accende di verde e, sfumando in luci avvolgenti, dà il via libera alla navigazione.
Trasportati nella costellazione di Eliasson, opere e parole chiave fluttuano davanti agli occhi mentre, in alto, la parola Drit segnala e ricorda che si è nella zona della navigazione del multiple reflection in Your uncertain archive. Non semplicemente un sito, piuttosto un lavoro d’arte realizzato in quattro anni con tecnologie avanzate (WebGL e il three.js, 3D) da alcuni collaboratori del suo studio con a capo Daniele Massey.

www.olafureliasson.net

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UNA DANZA PER GLI OCCHI

L’“incerto archivio” di Eliasson raccoglie la collezione completa dell’artista con opere, disegni, mostre, progetti per spazi pubblici, conversazioni; le ricerche sue e del suo studio; testi e scritti. Una danza per gli occhi, da interrompere quando si vuole entrare nell’opera. “Sono entusiasta che “Your uncertain archive” sia finalmente aperto al mondo. Si tratta di una macchina di produzione di realtà, costruita per generare nuovi contenuti attraverso la vicinanza e il contatto, ed è una fonte di grande ispirazione per me: un archivio vivente che si espande continuamente”: un entusiasmo, quello di Olafur Eliasson, che non può non essere condiviso.

Adele Cappelli

www.olafureliasson.net

Articolo pubblicato su Artribune Magazine #33

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Adele Cappelli

Adele Cappelli

Adele Cappelli (Ascoli Piceno, 1967) si occupa di arte contemporanea, formazione e comunicazione in ambito culturale-artistico. Docente di Pedagogia e Didattica dell’Arte all’Accademia di Belle Arti di Urbino e docente a contratto di Storia dell’Arte Contemporanea all’UNICAM-Corso di Laurea Disegno…

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