Fondazione Malaspina. Ad Ascoli Piceno inaugura un nuovo centro per la fotografia
Nei programmi della neonata Fondazione Malaspina ci sono residenze d’artista, incontri, pubblicazioni e la creazione di una collezione permanente e di una biblioteca di fotografia aperta al pubblico
                            Fra Camera a Torino, Fondazione Forma a Milano, Casa dei Tre Oci a Venezia, le istituzioni dedicate al mezzo fotografico sono cosa pressoché esclusiva del nord Italia. Più o meno lo stesso vale per eventi e rassegne settoriali, con Reggio Emilia in testa – con Fotografia Europea – in un panorama che si spinge fino al centro, da Lucca a Roma. Per queste ragioni, la notizia dell’apertura di un centro dedicato alla ricerca sulla fotografia contemporanea ad Ascoli Piceno assume una rilevanza ancora maggiore del dato contingente: si chiama Fondazione Malaspina, e tra le attività che annuncia nei suoi programmi ci sono residenze d’artista, incontri, pubblicazioni e la creazione di una collezione permanente e di una biblioteca di fotografia aperta al pubblico. Presieduta dalla Marchesa Laura Federica Peslauser Malaspina e diretta da Alessandro Dandini de Sylva, la nuova Fondazione permetterà fra l’altro di riaprire al pubblico gli spazi di Palazzo Malaspina, Dimora Storica Italiana della seconda metà del Cinquecento e sede regionale del FAI, tra i più importanti palazzi privati della città.
PRIMA MOSTRA ISPIRATA A CESARE ZAVATTINI
L’attività culturale della fondazione si inaugura con un progetto espositivo in due capitoli dedicato alla ricerca fotografica di Guido Guidi e a una nuova generazione di artisti testimoni della sua particolare attitudine all’esplorazione del paesaggio. Il primo capitolo – titolo Qualsiasità, ispirato a una citazione di Cesare Zavattini – “mette a confronto diverse indagini compiute sul territorio della Romagna dal 1984 a oggi, attraverso lo sguardo di sette fotografi – Cesare Ballardini, Cesare Fabbri, Jonathan Frantini, Marcello Galvani, Guido Guidi, Francesco Neri e Luca Nostri – che con più di ottanta fotografie raccontano la provincia italiana tra Cesena e Ravenna passando per Faenza, Fusignano, Lugo e Massa Lombarda”. Curiosamente, torna un parallelo con la citata Fotografia Europea, che nell’edizione di quest’anno sceglie come tema il paesaggio lungo la via Emilia. Il secondo capitolo del progetto inaugurerà a novembre e prevede la mostra Per una fenomenologia dei paesaggi ordinari delle Marche.
– Massimo Mattioli
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