Rodin, scultore della modernità

Terme di Diocleziano, Roma - fino al 25 maggio 2014. Nella straordinaria cornice archeologica approda una mostra da non perdere. Che permette di comprendere l’estetica e il lavoro scultoreo, dalla carica modernissima, di Auguste Rodin. Protagonista anche di una rassegna alla Gnam, accanto a un altrettanto formidabile Medardo Rosso.

All’interno del maestoso impianto termale risalente all’inizio del IV secolo, la mostra Rodin. Il marmo, la vita sembra aver trovato la collocazione ideale, riuscendo a valorizzare le affascinanti sculture di Auguste Rodin (Parigi, 1840 – Meudon, 1917), un maestro che attraverso il suo lavoro ha rivoluzionato la tradizione plastica. La soluzione allestitiva (firmata Bureau des Mésarchitectures – Didier Faustino), dove impalcature rosso pompeiano e tavole di legno grezzo sorreggono i manufatti, insieme al contesto architettonico, esaltano la brillantezza dei marmi esposti e la loro carica espressiva.
Pathos, sensualità e disinibita ricerca sono le peculiarità che all’istante si colgono non appena davanti al monumentale gruppo scultoreo del Bacio. Paolo e Francesca – la coppia evocata nel V canto dell’Inferno dantesco – sono immortalati durante uno scambio amorevole di passione peccatrice. Nella composizione piramidale, visibile da tutti i punti di vista, i due corpi levigati e luminosi sono avvinghiati in una posa classica che risente dell’influenza di Michelangelo. Proprio le sculture incompiute di Michelangelo sono per Rodin un fondamentale precedente. Dalla fine degli Anni Ottanta dell’Ottocento, il francese lascia volutamente incompiuta o appena sbozzata una parte dell’opera, offrendo allo spettatore l’impressione dell’apertura di uno spazio immaginario. Proprio quest’aspetto, che cede il posto all’evocazione ed esaspera la componente metaforica, diverrà una caratteristica operativa di Rodin, il suo marchio di fabbrica.
Il non finito in Rodin è anche un mezzo per la creazione decorativa o per la resa illusionistica dell’ambiente, com’è evidente nelle diverse scene mitologiche da lui realizzate: La morte di Adone o Giochi di Ninfe. Inoltre le forme vegetali ­- riferimento all’Art nouveau – sono altresì una modalità di realizzazione che ben si coglie anche nelle teste scolpite, come ne La tempesta, dove la forma organica affiora dalla materia grezza.
È nei ritratti che si manifesta il gusto per l’incarnato di Rodin, in figure leggermente definite nei tratti, come dietro un velo. In quello dell’amico pittore Pierre Puvis de Chavannes, la capigliatura e la barba si confondono con il blocco appena sgrossato. Proprio nell’incompiutezza delle sculture di Rodin si riconosce uno dei segni della sua modernità.

Auguste Rodin La piccola fata delle acque, Maquette 1903 © Musée Rodin, Parigi. Foto di Christian Baraja

Auguste Rodin La piccola fata delle acque, Maquette 1903 © Musée Rodin, Parigi. Foto di Christian Baraja

La fortuna o la critica del suo lavoro è inoltre legata a un particolare aspetto della sua metodologia operativa: Rodin si dedicava all’ideazione della forma tramite bozzetti in argilla o gesso (diversi piccoli modelli preliminari sono presenti in mostra), ma la realizzazione – la traduzione marmorea dal modello – era un’operazione che delegava agli sbozzatori, di cui sorvegliava l’operato. Proprio la separazione tra l’idea e la sua esecuzione, modus operandi che oggi rappresenta una norma, fece di lui un precursore della contemporaneità. Grazie al nuovo sguardo che questa esposizione propone, si valorizza il lavoro dello sbozzatore, permettendo anche di riflettere sul concetto di riproduzione, oltre che sui motivi del proliferare di copie di opere del maestro.
L’esposizione – a cura di Aline Magnien, conservatore capo del patrimonio del Musée Rodin di Parigi, in collaborazione con Flavio Arensi – comprende una sessantina di opere ed è suddivisa in tre sezioni tematiche: L’illusione della carne e della sensualità ( 1871- 1895), La figura nel blocco (1895-1905) e La poetica dell’incompiuto (1905-1917). Il catalogo della mostra (edito da Electa) è un volume di alto livello che, attraverso gli approfondimenti testuali e un ricco apparato iconografico, permette di aumentare l’esperienza dell’esposizione.

Martina Adami

Roma // fino al 25 maggio 2014
Rodin. Il marmo, la vita
a cura di Flavio Arensi e Aline Magnien
Catalogo Electa
TERME DI DIOCLEZIANO
Viale Enrico De Nicola 79
06 4880530
www.mostrarodin.it


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Martina Adami

Martina Adami

Critica e curatrice, vive e lavora a Roma. Ha collaborato con l’Istituto Nazionale per la Grafica alla digitalizzazione e archiviazione della collezione video, nonché alla realizzazione di diverse mostre. Nel 2011 è stata corrispondente da Londra per: Exibart, Exibart International…

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