Da Pistoletto a Merz, da Fabro a Pascali. Passerella italiana per la grande collezione di Arte Povera pronta per l’asta Christie’s Londra a febbraio

Michelangelo Pistoletto, Alighero Boetti, Mario Merz, Luciano Fabro, Giulio Paolini, Pino Pascali, Giuseppe Penone, Emilio Prini, e poi Cy Twombly, Olafur Eliasson, Anish Kapoor, Tony Cragg, Rosemarie Trockel e Thomas Schütte. Una straordinaria collezione di 109 opere con una grande predominanza di Arte Povera, raccolta nell’arco di 25 anni da una coppia di collezionisti italiani, […]

Michelangelo Pistoletto, Alighero Boetti, Mario Merz, Luciano Fabro, Giulio Paolini, Pino Pascali, Giuseppe Penone, Emilio Prini, e poi Cy Twombly, Olafur Eliasson, Anish Kapoor, Tony Cragg, Rosemarie Trockel e Thomas Schütte. Una straordinaria collezione di 109 opere con una grande predominanza di Arte Povera, raccolta nell’arco di 25 anni da una coppia di collezionisti italiani, passerà sotto al martelletto di Christie’s  a Londra il prossimo 11 febbraio. Ma che in Italia avremo l’occasione di ammirare, con il gruppo di opere esposte a Torino il 24 gennaio e a Milano il 30 gennaio. Titolo? Eyes Wide Open, che vuole riflettere lo sguardo attento con cui i due collezionisti hanno raggruppato questo gruppo di opere di Arte Povera, allargato anche al contesto internazionale per fotografare l’influenza esercitata sulle correnti di arte concettuale, minimalismo, fino agli Young British Artists.
Tra gli highlights del catalogo, Lei e Lui – Maria e Michelangelo di Michelangelo Pistoletto (stima: 600-800mila sterline), un doppio ritratto “specchiante” a grandezza naturale, che rappresenta l’artista con Maria Pioppi, sua compagna e collaboratrice, uno di fronte all’altro in un gesto di intimità e di unione. Eseguito all’inizio del 1968, il lavoro era il fulcro di una delle più famose mostre di Pistoletto, alla Galleria L’Attico di Roma nel 1968. Una monumentale tela modellata di Pino Pascali dal titolo Torso di negra al bagno (stima su richiesta), raffigura il torso alto due metri, nero, lucido e monolitico di una donna in costume da bagno, e si impone anche come anti-monumento e come alternativa alla tradizione europea della Venere bianca emergente dal mare. È l’unica scultura di una eccezionale serie di tele vuote modellate, “false sculture” e quadri-oggetto deliberatamente artificiali, che Pascali fece per la sua prima personale alla galleria La Tartaruga di Roma nel 1965.
Dalla serie realizzata tra 1968-1971, la scultura Piede di Luciano Fabro era stata esposta alla Biennale di Venezia del 1972, e raffigura un piede di bronzo gigante in contrasto con la snella, aerea, alta colonna di luminosa seta azzurra che tocca il soffitto (stima: £800mila-1,2 milioni). L’asta presenta anche un igloo di Mario Merz (stima su richiesta) e una selezione di enigmatiche fotografie di Emilio Prini, esemplificate da un pezzo raro e importante come Senza titolo, prodotto nel 1968, testimonianza di una performance dell’artista di quello stesso anno (stima: £30-40mila). La sezione dell’arte italiana del Dopoguerra include quattro sculture della serie Natura di Lucio Fontana, oltre a opere iconiche di Alberto Burri, tra cui Combustione plastica (stima: £1,7-2,2 milioni): all’artista sarà dedicata una grande retrospettiva al Guggenheim di New York nel 2015.

Torino – 24 gennaio, ore 10–19, Palazzo Birago Camera di commercio di Torino Via Carlo Alberto, 16
Milano – 30  gennaio, ore 10–19, Palazzo Clerici, via Clerici 5 – 20121 Milano

– Martina Gambillara

Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati

Martina Gambillara

Martina Gambillara

Martina Gambillara (Padova, 1984), laureata in Economia e Gestione dell'Arte, si è interessata fin dai primi anni dell'università al rapporto tra arte e mercato, culminato nella tesi Specialistica in cui ha indagato il fenomeno della speculazione nel mercato dell'arte cinese…

Scopri di più