Si dimette la Presidente della Fondazione Torino Musei Patrizia Asproni. “Profonda sfiducia nella nuova amministrazione comunale”

Lo scontro si era inasprito sulla grande mostra di Manet prevista per il 2017 alla GAM, con il sindaco Appendino certa che il progetto sarebbe saltato per responsabilità della stessa Asproni

Siamo davanti al secondo caso di indebita ingerenza del sindaco nella gestione della Fondazione Torino Musei, che è un ente autonomo”. Sono passati solo 8 giorni, da quando la Presidente della Fondazione Torino Musei, Patrizia Asproni, sfogava nell’intervista telefonica ad Artribune la sua amarezza per gli atteggiamenti ritenuti ostili da parte dell’amministrazione comunale torinese e del sindaco Chiara Appendino, che le aveva chiesto senza mezzi termini le dimissioni. La vicenda che aveva fatto esacerbare gli animi è nota, la potete rileggere nei dettagli nel nostro articolo: il Comune puntava il dito su una grande mostra di Edouard Manet prevista per il 2017 alla GAM torinese, annunciando che il progetto sarebbe saltato per responsabilità della stessa Asproni. La quale smentiva di fondo l’affermazione, sostenendo di essere da mesi in attesa di un confronto con la Appendino, e di non essere in grado di dire se la mostra si farà, ma nemmeno che non si farà.

COMPORTAMENTO NON ISTITUZIONALE
Il confronto, da tempo rimandato, era stato fissato per la giornata di oggi, 24 ottobre: quando invece arriva la notizia delle dimissioni della presidente Asproni. “Lascio per profonda sfiducia nella nuova amministrazione comunale”, scrive nella nota, “avrei voluto incontrare la Sindaca e parlare con lei dei progetti della Fondazione. Non è stato possibile. La città ha dimostrato un comportamento non istituzionale – per non dire maleducato e offensivo – nei miei confronti e verso un ente autonomo come la Fondazione, in cui siedono i rappresentanti della Regione Piemonte, della Fondazione Crt e della Compagnia di San Paolo”. Rilievi specifici? “La nuova amministrazione e la Sindaca Chiara Appendino non hanno voluto incontrarmi, preferendo una battaglia politica che nulla ha a che fare con il lavoro che ho svolto in questi anni per la Fondazione insieme ai Direttori dei singoli musei e a tutto lo staff. In questo modo hanno creato un clima d’odio non solo nei miei confronti, ma anche nei confronti della città stessa”.

NESSUN DIALOGO O CONFRONTO
Del resto, i rapporti tesi dell’amministrazione a 5 stelle con la manager dimissionaria erano stati ribaditi anche dall’Assessore alla Cultura Francesca Leon, nell’intervista rilasciata ad Artribune Magazine sul numero in uscita a giorni: “Il presidente della Fondazione Torino Musei è nominato dal Consiglio direttivo su proposta del sindaco ed è evidente che, se viene a mancare un rapporto di fiducia con l’Ente che lo ha designato, il rapporto tra Città — che ne è socio di maggioranza — e la Fondazione diventa molto problematico”. Immediata la presa di posizione del consiglio direttivo della Fondazione Torino Musei, che parla di “azione di sfiducia messa in atto dalla Città di Torino”, che “avviene senza nessun dialogo o confronto con gli altri soci della Fondazione e senza nessuna riflessione sui destini strategici della stessa”.

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Massimo Mattioli

Massimo Mattioli

É nato a Todi (Pg). Laureato in Storia dell'Arte Contemporanea all’Università di Perugia, fra il 1993 e il 1994 ha lavorato a Torino come redattore de “Il Giornale dell'Arte”. Nel 2005 ha pubblicato per Silvia Editrice il libro “Rigando dritto.…

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