La tristezza e l’euforia. Bifo sul Teatro Valle

Perché l’occupazione del Valle deve continuare? Ce ne parla Franco Berardi aka Bifo, filosofo, scrittore e agitatore culturale. Che ribadisce come negli ultimi anni il potere finanziario ha succhiato via energie psichiche alla società e alla vita culturale.

Che significato ha l’occupazione, nella semiologia politica degli ultimi anni, da quando migliaia di attivisti e intellettuali occuparono la piazzetta antistante alla Borsa di Wall Street, e milioni di persone occuparono le piazze di sessanta città spagnole? In questi anni occupare ha significato restituire vita, corporeità, energia sociale a luoghi svuotati dal processo di astrazione finanziaria. L’occupazione non è finalizzata a contrattare, e non è neppure un gesto di protesta simbolica. È riattivazione di un desiderio che l’astrazione finanziaria ha sterilizzato, svuotato, distrutto.
Negli ultimi anni il potere finanziario ha succhiato via risorse economiche dalla società e particolarmente dalle istituzioni culturali: le scuole, le università, i teatri sono stati impoveriti sul piano economico. Ma ancor prima e più sostanzialmente, il potere finanziario ha succhiato via energie psichiche dalla società e dalla vita culturale. La depressione si diffonde dovunque, ma intorno al gioco finanziario circola una tossica euforia.
La politica può fare pochissimo per restituire risorse economiche alla società, come abbiamo visto bene negli ultimi anni: la democrazia è stata disattivata e sottomessa alla decisione finanziaria, e il potere politico viene semplicemente destituito se non si allinea alle decisioni del ceto finanziario, come ha dimostrato il caso di Papandreou in Grecia, e molti altri in ogni Paese europeo. Soltanto un movimento solidale della società può imporre una redistribuzione delle risorse.

Franco Bifo Berardi

Franco Bifo Berardi

Ma se la politica può fare pochissimo su questo piano, non può fare proprio niente per restituire energia al cervello collettivo. Solo la società può farlo, solo i lavoratori cognitivi, e prima di tutto gli artisti possono dissipare la tristezza che domina la scena culturale dell’Europa finanziarizzata. Questo era il senso e la funzione del movimento Occupy.
Forse si può ridare fiato a qualche teatro con la sponsorizzazione della Ferrari, e magari si può dare fiato alle scuole e alle università con i soldi delle grandi imprese che dalla ricerca intendono ricavare profitti. Ma quel fiato è tossico, perché comporta la dipendenza del sapere e della cultura dagli interessi economici.
L’occupazione del Valle è nata come una campagna contro la tristezza. Per questo deve continuare, perché altrimenti la tristezza prevarrà, magari mascherata da euforia con qualche iniezione tossica di sostanza finanziaria.

Franco Bifo Berardi
intervento raccolto da Lori Adragna

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Redazione

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