La memoria, a volte, gioca begli scherzi

Lavora come fotografo al seguito di campagne archeologiche tra Siria e Iraq. Del passato e del deserto, Massimiliano Gatti sa prendere luci e tensioni. Linguaggi da applicare anche al vissuto più intimo. In mostra al Broletto di Pavia, fino al 23 dicembre.

Cornice. E poi telaio. E poi grata. E poi tenda rigida, con maglie strettissime: chi è all’interno riesce a vedere fuori; mentre dall’esterno si percepiscono solo ombre feroci. Frigge lungo la schiena la sensazione di essere in difetto, privati della completa percezione delle cose. Una matrioska inquieta quella della serie L’invisibile dentro, con cui Massimiliano Gatti (Voghera, 1981; vive a Pavia e in Iraq) traduce in forma di fotografia il disarmo nei confronti di una realtà, quella siriana, appena percepibile. Mai pienamente conoscibile.
Al seguito di missioni archeologiche in Medio Oriente, affonda le mani nelle sabbie del passato ed estrae una profonda riflessione sul tema dell’identità, prima ancora che su quello – apparentemente immediato – della memoria, del rimescolamento del passato. La luce del deserto appanna senza bisogno di filtri ombre appena percepibili, costruisce cromie dalla struggente resa estetica. La stessa che prorompe in Peta, progetto che ha vinto l’ultimo Como Contemporary Contest: la collezione di oggetti vintage appartenuti al padre farmacista si rivela fragile raccolta di cimeli, accesi in una lotta snervante contro il più candido e pacifico oblio.

Francesco Sala

Pavia // fino al 23 dicembre 2013
Massimiliano Gatti – Proximum Est
BROLETTO
Piazza della Vittoria
0382 33853
www.comune.pv.it

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