Luca Zevi sarà il curatore del Padiglione Italia alla Biennale di Architettura a Venezia. Ce la farà in tre mesi a mettere in piedi un progetto autorevole?

Figlio di Bruno e Tullia Zevi, fratello di Adachiara e dunque collocato all’interno di una delle più celebri famiglie artistico-architettoniche-intellettuali d’Italia con un solido e storico radicamento nella storia del nostro ebraismo. Non a caso Luca Zevi risulta il progettista del Museo della Shoah che con più di qualche difficoltà sta cercando di prendere piede […]

Figlio di Bruno e Tullia Zevi, fratello di Adachiara e dunque collocato all’interno di una delle più celebri famiglie artistico-architettoniche-intellettuali d’Italia con un solido e storico radicamento nella storia del nostro ebraismo. Non a caso Luca Zevi risulta il progettista del Museo della Shoah che con più di qualche difficoltà sta cercando di prendere piede a Roma. Oltre che una nomina molto attesa (davvero insensato non farla ieri, costringendo la Biennale a presentarsi ufficialmente senza un curatore per la partecipazione italiana), questa di Lorenzo Ornaghi, considerato forse il più cattolico tra i ministri di Mario Monti, è anche dunque una nomina ecumenica.
Sessantatreenne, romano, Zevi è docente di architettura a Roma e Reggio Calabria e si è molto mosso in ambito accademico e teorico. Progetti significativi effettivamente realizzati pochi, il segno più famoso, come dicevamo sopra (il Museo della Shoah a Villa Torlonia, a Roma), ancora deve partire a livello di cantiere. Altro filone di ricerca è quello dello spazio urbano, in particolare nel rapporto (assai problematico a Roma in particolare) tra pedoni e automobili: suo il progetto del Boulevard dei Bambini, tentativo di sovvertire le incivili regole e gli assurdi rapporti di forza tra auto e persone in un quartiere di Roma. Questa potrebbe essere una delle architravi del progetto-padiglione.
Come è stato scelto Zevi? Tra dieci progetti, come Artribune ha anticipato ieri, e tra questi, a seguito di una “valutazione comparativa” si è optato per Luca Zevi. Il ministro ha espresso perlatro “vivo compiacimento per l’alta qualità della maggior parte delle proposte progettuali, si è dichiarato assai soddisfatto della scelta e convinto che Luca Zevi rappresenterà in modo innovativo e significativo il tema dell’architettura italiana contemporanea in rapporto allo sviluppo, alla sostenibilità ambientale e al rispetto del territorio”.
Ma quale progetto Zevi (che è anche presidente di Inarch Lazio) riuscirà a mettere in campo avendo poco più di tre mesi di tempo per strutturarlo? Complicato saperlo a caldo (il cellulare dell’architetto è rigorosamente staccato), rimandiamo alla conferenza stampa che si terrà a giorni in cui il progetto verrà illustrato.

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Redazione

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