In Francia c’è un ruggito tutto italiano

“Love - La tigre”. Una storia franco-italiana muta e illustrata. Un bellissimo esempio di come la narrazione può superare da sola il valore e il significato delle parole. Questa storia, scritta da Frédéric Brémaud, è disegnata da Federico Bertolucci. L'unico italiano fra le nomination del festival d'Angoulême.

“Nel regno animale le bestie non si amano, ma non si odiano nemmeno. L’amore e l’odio formano un tutt’uno. Un tutt’uno universale, un insieme supremo che si potrebbe definire divino o perfino amore. L’amore che l’uomo non raggiungerà mai”.
Già nell’incipit c’è il parziale disvelamento del titolo: Amore. Un sentimento che si compie nel binomio Love – La tigre. Una storia sospesa, che forse non si chiude con una morale o un insegnamento predefinito. Questa è una storia muta, senza parole, balloon, onomatopee o didascalie. Qua ci sono solo i suoni della foresta. Quelli immaginati. Suoni proiettati e fruscianti resi da una narrazione fluida e creativa. Per spiegare la scelta del silenzio, l’autore Federico Bertolucci cita Alfred Hitchcock: “Viviamo in un mondo fatto di immagini”, dice. “E il linguaggio arriva in ausilio, come se dovesse spiegare certi passaggi altrimenti poco comprensibili. Quindi penso ad Hitchcock e a quel che diceva sul cinema. Secondo lui per imparare a fare un film era fondamentale saper realizzare pellicole mute”.
Si narra l’epopea di una tigre alla ricerca di cibo. E se il tapiro batte il destino con un filo d’ironia, la pantera (nerissima) sembra possa avere la meglio. Sembra. Perché un alone di suspense crea il fil rouge di quest’opera così poco prevedibile ma che dimostra di essere stata scritta con sentimento e consapevolezza. “Per colorare mi sono inventato un metodo”, spiega Bertolucci.

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Federico Bertolucci - Love. La tigre - copertina

Se lui ha messo in gioco il proprio talento nella creazione dell’immagine, il francese Frédéric Brémaud ha messo il suo nella stesura della sceneggiatura. Una coppia vincente, la loro. Non solo perché con questo volume – così adatto a pubblici diversi da essere considerato a tutti gli effetti un’opera intergenerazionale – si sono aggiudicati il premio speciale della giuria ai Gran Guinigi di Lucca Comics 2011. Ma anche perché Bertolucci è l’unico candidato italiano al Prix BD des Collégiens de Poitou-Charentes del 39esimo festival international de la bande dessinée d’Angoulême (dal 26 al 29 gennaio). In attesa del responso francese, la giuria di Lucca ha scelto Love “per aver saputo raccontare una storia immersa in un affascinante silenzio e avventurosamente quotidiana con originale classicità. La superba attenzione per i dettagli e per le atmosfere – si legge nella motivazione – permette al lettore di vedere con precisione la vicenda narrata e parteciparvi da privilegiato testimone”.

“Ho disegnato su carta e colorato con photoshop”, spiega Federico. “Senza questo programma non sarebbe stato possibile realizzare un’opera come ‘Love’. Penso ad esempio alle migliaia di foglie, presenti in parte anche sull’illustrazione di copertina. Sappiate che quando chiudo una pagina in digitale posso contare venticinque, trenta livelli…”. Federico ha sempre amato i documentari. Tant’è che nei ringraziamenti del libro compaiono pure i nomi di Piero Angela e Claudio Capnone, storica voce di Quark. Nonostante questo, il suo non è un tratto realistico. “Sembrerebbe”, dice. “Ma non lo è. Prendiamo la maschera della tigre: è ben diversa dalla realtà”. E la storia si muove in una giungla salgariana che Bertolucci non ha mai né visto né conosciuto. “Come lui”, dice l’autore, “anch’io non ho mai visto dal vero una foresta pluviale. Anzi, ho molta paura degli insetti”. Così ha immaginato la “sua” foresta, proprio come ha fatto Salgari. “La narrazione, quella vera, viene aiutata dal dinamismo. È da lì che passa il racconto”.

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Federico Bertolucci - La volpe

Federico Bertolucci, oltre a essere un illustratore per ragazzi, ha trascorso dieci anni in Disney disegnando paperi. “Un’esperienza che mi ha insegnato molto”, dice. “Anche se fino a quando si appartiene alla Disney non siamo riconosciuti come autori. Se qualcuno ti viene a cercare per un disegno, beh, per loro non è importante l’autore ma il personaggio che si disegna. Chiedono i paperi…”.
Un’esperienza che ha senz’altro contribuito alla sua formazione e che paradossalmente continua a sentirsi nel segno leggero e ironico – seppur ricco di particolari – capace di richiamare la dimensione del cartoon. Al di là degli ausili tecnologici, l’abilità di Bertolucci si palesa nella ristretta selezione di schizzi preparatori (acquerelli compresi) riproposti nelle pagine che chiudono il volume.

Ebbene: finora vi siete persi Love? Sappiate che siete ancora in tempo. Ma affrettatevi. Perché quel che è uscito in Francia per Ankama Editions e in Italia per Edizioni BD sta per essere bissato da un secondo volume che porterà probabilmente il titolo di Love 2. Stavolta la protagonista non sarà una tigre, “bensì una volpe”, ci anticipa Federico. “Il contesto? Un’isola del nord. E avrà ben altri colori. Ormai delle foglie non me ne faccio niente”, scherza l’autore. “E sarà anche più difficile da disegnare”.
Infine, l’epilogo dantesco tratto dal primo canto dell’Inferno: “Ché questa bestia, per la qual tu gride, / non lascia altrui passar per la sua via, / ma tanto lo ’mpedisce che l’uccide; / e ha natura sì malvagia e ria, / che mai non empie la bramosa voglia, / e dopo ’l pasto ha più fame che pria”.

Gianluca Testa

Frédéric Brrémaud e Federico Bertolucci – Love
Edizioni BD, Milano 2011
Pagg. 80 a colori, € 12
ISBN 978886123875
www.edizionibd.it


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Gianluca Testa

Gianluca Testa

Gianluca Testa (Lucca, 1977) è un giornalista che si occupa di arte (in particolare il fumetto) e di temi legati al mondo del volontariato e del Terzo settore. Collabora col Centro Nazionale per il Volontariato, è redattore della rivista Volontariato…

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