Riaprono in Umbria la Villa e i Giardini del Colle del Cardinale. Nuovo gioiello da visitare
Dopo anni di restauro, nella campagna umbra a due passi da Perugia riapre al pubblico questa villa-museo cinquecentesca completamente affrescata. Due piani tutti visitabili e un parco di 13 ettari ricco di fontane, sculture e animaletti selvatici

Era il 1575, quando il Cardinale Fulvio della Corgna, membro della potentissima famiglia umbra nonché nipote di Papa Giulio III, incaricò (probabilmente) l’architetto Galeazzo Alessi di progettare una splendida villa, a poca distanza da Perugia. Ne venne fuori un palazzo di cinque livelli – dal seminterrato al sottotetto destinato alla servitù – circondato da un giardino immenso. Sporgendosi da una qualsiasi delle finestre: la verde campagna umbra, con le sue dolci colline coperte d’ulivi e di campi a perdita d’occhio.
Si arriva al recente passato. La Villa, oggi Museo statale, rimane per anni abbandonata, con la natura selvaggia che riprende quasi totalmente il controllo dell’ambiente. Finché, grazie anche al supporto dei fondi del PNRR, il 21 marzo 2025, la primavera comincia restituendo al pubblico uno dei gioielli storico-artistici più belli di tutta la Regione. Non nella sua interezza – sono ancora diversi gli ambienti sia esterni sia interni inagibili – ma in parte significativa e sufficiente a farne cogliere la bellezza. A distanza di qualche mese, durante i quali la stagione e il tempo hanno “proseguito in meglio i lavori”, la Villa del Colle del Cardinale è uno dei posti da non perdere quest’estate. Con i suoi giardini accostati agli orti all’italiana, con i suoi soffitti affrescati che raccontano un’epoca, il Cinquecento, in cui i Signori si facevano riempire le dimore di grottesche e scene enigmatiche. L’abbiamo visitata per voi per raccontarvi tutto sulla sua storia e sulle sue bellezze.

La storia della Villa del Colle del Cardinale in Umbria
Torniamo al Cardinale della Corgna, che nel 1575 si fece edificare la Villa del Colle, nel mezzo dei domini umbri di famiglia. Al complesso si sommavano anche altre quattro costruzioni: il Bagno del Cardinale con tanto di biblioteca, l’Uccelliera, lo Studio e un ambiente di soggiorno per gli ospiti. A decorare gli interni con affreschi e fiotti di grottesche egli chiamò Salvio Salvini, che si ispirò a tematiche satiriche, bibliche e mitologiche. Se voleste “incontrare” il Cardinale in persona, lo potete fare sulla parete del Salone Principale. Lì lo trovate ritratto tra le allegorie di Fede e Carità, mentre regge tra le mani il modellino della sua Villa.
Dopo il primo proprietario, l’edificio passò ai successori, fino a giungere, nel 1645, alla famiglia Oddi, che ne modificò profondamente l’aspetto delle aree esterne. Cominciò così a delinearsi una sostanziale “stratificazione”, che fece passare il verde circostante da orto all’italiana che era a giardino romantico all’inglese. La riqualificazione odierna si impegna a mostrare al pubblico tutte queste fasi, grazie a un assetto studiato per accostare tempi e pratiche variegate. Prima di tornare alla nuova veste di Museo della Villa, manca da citare Ferdinando Cesaroni, che la abitò a partire dal 1892. È a lui che si deve la piantumazione di esemplari di alberi maestosi come il Cedro del Libano e la rarissima Cryptomeria Japonica. Visibili tutt’oggi.








La Villa del Colle del Cardinale: cosa vedere oggi
Nei pressi di Perugia, su uno dei colli che troneggiano sui campi di girasole, sorge la Villa del Colle del Cardinale, parte del complesso museale della Regione Umbria. Nei weekend (per ora) si apre ai visitatori, che possono passeggiare nel suo enorme parco godendosi del panorama e visitarne gli ambienti interni.
Il giardino della Villa
Percorso un ordinato vialetto delineato da cespugli, si viene accolti dalla maestosa fontana dell’airone, detta così per la scultura centrale che lo raffigura. Primo simulacro dei tempi d’oro del palazzo, che ancora trasudano da tutto ciò che rimane. Qualche scalino ed ecco il rinnovato giardino antistante la Villa, con aiuole e fontanelle ordinate. In primavera, lo si deve immaginare pieno di bulbi fioriti; l’estate lo ricopre soltanto di verde.
Prima di avventarsi negli interni c’è tutto un parco in cui passeggiare, ammirando gli alberi secolari. A partire dagli esemplari di cedro, quercia e Cryptomeria Japonica, che si stagliano maestosi a destra, invitando a proseguire e inoltrarsi nel verde. Per gli amanti della natura è un vero bosco da esplorare, che si tinge di nuovi colori al cambiare delle stagioni. Una macchia di flora e fauna selvatica incontaminata – e ben tenuta – in cui, se si è fortunati, si può fare conoscenza con i due daini, con la volpe o con gli scoiattoli rossi accasatisi nel luogo.
L’orto all’italiana
Rimanendo nei pressi della Villa, se le si gira intorno ci si ritrova davanti all’orto all’italiana. Un vero e proprio spazio coltivato con aiuole in cui crescono carciofi, cavoli, tuberi, fiori e numerosi altri ortaggi. A ogni periodo dell’anno i suoi. Un pergolato di rose si intreccia tra i vialetti, lasciando solo immaginare cosa possa essere in primavera. Certo, la vista generale al momento è “offuscata” dalle parti circostanti del giardino ancora in sistemazione – reti da cantiere, tubi scoperti e materiale edile spuntano qua e la – ma il seme è ormai gettato. C’è ancora molto da fare e ne vale la pena, vista la personalità singolare che per natura il complesso possiede. Confidando nell’adeguato (ed essenziale) apporto economico, questo giardino ha il potenziale futuro di diventare un angolo dell’Umbria in cima alla lista dei posti da visitare.
Gli interni
Ma concludiamo con quello che racchiude l’interno della Villa del Colle, che non sfigura affatto rispetto al giardino. Due piani quasi completamente visitabili, in cui si percepisce ancora l’atmosfera del vivere nel Cinquecento. In ogni stanza la testa si orienta involontariamente verso l’alto: verso i soffitti affrescati. È tutto un rincorrersi di grottesche di ogni tipo e forma. Un vocabolario di simbologie estremamente vario, che si accosta a scene di genere e sacre.
L’ambiente più degno di nota è il Salone Principale del primo piano, così alto da occupare tutto lo spazio in verticale, fino al tetto, il cui interno è cassettonato. In questa stanza, se ci si affaccia a una qualsiasi delle finestre, si coglie in colpo solo tutta la bellezza di questo angolo d’Umbria che unisce in armonia arte e natura.
Emma Sedini
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