Premio Gavi la Buona Italia 2016: vince Ceretto. Menzione speciale alla Galleria Campari

Eccellenze italiane: premiata la Cantina Ceretto per il miglior progetto artistico di un’azienda enogastronomica che investe in cultura. Per Campari e la sua galleria multimediale una menzione speciale

L’Azienda Vinicola Ceretto e la Galleria Campari erano entrambe nella shortlist del Premio Gavi la Buona Italia 2016 che, per la sua seconda edizione, ha puntato a premiare quelle realtà che hanno realizzato il miglior progetto artistico e culturale associato all’identità e alla qualità della propria produzione agricola e vinicola.
Così, lo scorso 27 maggio durante la cerimonia di premiazione al Forte di Gavi, la vittoria è andata alla famiglia Ceretto di Alba. E non poteva andare diversamente, data la consistenza degli interventi di arte contemporanea e di architettura moderna finanziati dalla celebre cantina piemontese: dalla Cappella decorata da Sol LeWitt e David Tremlett (1999) sulla sommità delle vigne di Barolo, al panoramico Cubo a Bricco Rocche (2000) progettato dagli architetti Luca e Marina Deabate e da Polar Glass (Torino), fino ai ristoranti La Piola e Piazza Duomo (2005) ad Alba, con le realizzazioni di opere d’arte (il Piatto del Buon Ricordo, nel primo caso, e un affresco di Francesco Clemente sulle pareti del secondo) da parte di alcuni artisti contemporanei.

Galleria Campari, Ph. Cristian Parravicini

Galleria Campari, Ph. Cristian Parravicini

IL SENSO DI CAMPARI PER L’ARTE

Alla Galleria Campari di Milano, invece, è stata assegnata la menzione speciale per I Musei del Vino e del Cibo, in quanto “realtà imprenditoriale modello per la Buona Italia, in sintonia con numerose risultanze che confermano come questa integrazione assicuri efficacia, distintività, mediaticità, empatia con i consumatori, oltre che creare valore culturale per il territorio” come si legge nella motivazione della giuria.
Quella del marchio Campari è, infatti, una storia fatta di intuizioni, di campagne pubblicitarie di respiro artistico, di una strategia all’avanguardia che ha vestito il prodotto di arte e design fin dagli esordi e ha saputo associarlo alla cultura e alla creatività italiane. Un insieme di caratteristiche che, dal 2010, si ritrovano tutte nel suo museo aziendale.

UN MUSEO PER L’AZIENDA (E NON SOLO)
Progettato da Mario Botta – concepito in occasione dei 150 anni di vita dell’azienda – è uno spazio dinamico, interattivo e multimediale, interamente dedicato al rapporto tra il brand  e la sua comunicazione, con un ricchissimo archivio e un fitto programma di mostre, soprattutto di arte contemporanea. Ne è esempio il progetto Campari Wall, speciale spazio di dialogo con gli artisti e vetrina per talenti creativi italiani e internazionali che, attualmente, ospita fino al 9 luglio la fotografa tedesca Barbara Probst, con un polittico tratto dalla serie fotografica Exposure.

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Redazione

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