Nuova installazione pubblica per Andreco. Nelle Serre dei Giardini Margherita, a Bologna, un grande poliedro in ferro celebra il paesaggio

Arte, natura, memoria, tecnologia e architettura. Negli spazi delle Serre dei Giardini Margherita, a Bologna, due nuove aree – kW gARTen e La Gabbia del Leone – sono appena state inaugurate grazie alla sinergia fra diversi partner creativi: da B SCAPE, ​che ha seguito la progettazione dell’orto, a IlluminazioneGiardini, ​che con Giordana Arcesilai​ per Antonangeli […]

Arte, natura, memoria, tecnologia e architettura. Negli spazi delle Serre dei Giardini Margherita, a Bologna, due nuove aree – kW gARTen e La Gabbia del Leone – sono appena state inaugurate grazie alla sinergia fra diversi partner creativi: da B SCAPE, ​che ha seguito la progettazione dell’orto, a IlluminazioneGiardini, ​che con Giordana Arcesilai​ per Antonangeli ha curato il percorso luminoso; da Home Movies – Archivio Nazionale dei film di famiglia, con un focus sulla storia dei giardini, ad Avantgarde, che ha installato nelle serre il primo diffusore audio-luminoso senza limiti di distanza dalla sorgente e senza alimentazione.
E proprio nella zona ortiva si incastona, come un prezioso poliedro monumentale, la grande scultura di Andreco, forma simbolica che assorbe e rielabora input arrivati dal luogo e in generale dalle armonie del paesaggio. Ferro nudo e linee asciutte, come a tracciare un disegno su un foglio, ma sfruttando la terza dimensione e precipitando lo spettatore nel perimetro plastico di una geometria percorribile, organica, utopica.
La struttura è quella del poliedro, ricorrente nell’iconografia di Andreco e riconducibile ai cristalli, alle rocce, ai minerali. Ma la funzione è la stessa di un’unità abitativa aperta, in perfetta osmosi con lo spazio verde intorno, pensata per essere invasa dalla vegetazione: mentre il naturale processo ossidativo del ferro ne muterà l’aspetto, le piante rampicanti – accuratamente selezionate e piantumate – ne prenderanno possesso, alternandone progressivamente i contorni e la funzione.
L’anomalo monumento, che è un tributo all’identità del luogo, affida a una forma esatta e insieme progressiva il senso dell’intersezione tra infiniti processi di natura, vocazione scientifica e piano dell’immaginazione. Per un progetto che mette insieme scienze naturali, ecologia, politica degli spazi comuni e arte contemporanea.

– Helga Marsala

Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati

Helga Marsala

Helga Marsala

Helga Marsala è critica d’arte, giornalista, editorialista culturale e curatrice. Ha innsegnato all’Accademia di Belle Arti di Palermo e di Roma (dove è stata anche responsabile dell’ufficio comunicazione). Collaboratrice da vent’anni anni di testate nazionali di settore, ha lavorato a…

Scopri di più