Rimini contro i cartelloni pubblicitari di Cattelan: “patacche volgari”. Dal PD a Fratelli d’Italia, ai grillini: è rivolta contro la campagna pubblicitaria costata 100mila euro

Sarà sicuramente una stanca etichetta, ma pare che i romagnoli, letteratura e cinema insegnano, siano un popolo non troppo incline alle speculazioni intellettuali, più voltato verso la vita, per non dire verso la realtà. Eppure non c’è nessun pregiudizio nella vera e propria levata di scudi che sta montando a Rimini contro la campagna pubblicitaria […]

Sarà sicuramente una stanca etichetta, ma pare che i romagnoli, letteratura e cinema insegnano, siano un popolo non troppo incline alle speculazioni intellettuali, più voltato verso la vita, per non dire verso la realtà. Eppure non c’è nessun pregiudizio nella vera e propria levata di scudi che sta montando a Rimini contro la campagna pubblicitaria che quest’anno ha affidato la chiamata alle armi turistica alle immagini partorite da Maurizio Cattelan e dalla premiata ditta Toilet Paper. Rivolta che è infatti del tutto trasversale, sia a livello politico – dal frange del PD (che pure esprime il sindaco) a Fratelli d’Italia, al Movimento 5 Stelle – sia a livello sociale.
Con lo slogan “Saluti da Rimini” i grandi cartelloni – giusto per ricordarlo – riproducono, come scrivevamo presentandoli, stereotipi legati ai soggiorni vacanzieri, alla presenza del turismo italiano e straniero: belle donne, cibo, divertimento, tutto alquanto “vintage”. Fra i primi a inalberarsi – come scrive oggi Il Giornale – le donne del Pd, che hanno bacchettato pubblicamente il sindaco: “basta con queste immagini sessiste che danno il solito stereotipo della donna come oggetto del desiderio!”. Ci va giù pesante anche Gioenzo Renzi, consigliere comunale per Fratelli d’Italia: “Sa come diciamo da queste parti? Una pataccata! Nient’altro! Pensare che fino a qualche anno fa potevamo ammirare in giro per il mondo le bellissime riproduzioni di René Gruau. Uno che ha lavorato per l’alta moda, uno che aveva a cuore questa città!”. E non potevano mancare i grillini, “indispettiti dal fatto che l’operazione (secondo i dati fomiti dallo stesso assessore alla Cultura Massimo Pullini) sia costata più di centomila euro”.
Qualche riflessione ad animi placati va comunque fatta: se il costo della campagna fosse davvero di 100mila euro, siamo certi che questo sarebbe il problema? È una cifra alta per una città come Rimini, pensando che coinvolge un personaggio di notorietà globale – e che sta facendo parlare della città molto più di qualsiasi campagna pubblicitaria, che peraltro sarebbe stata ben più cara – come Cattelan? C’è poi il piccolo paradosso che proprio ieri, 70 km più a sud la stessa operazione che trova chiusure a Rimini veniva celebrata a Senigallia all’evento Demanio marittimo: lo vedete nelle foto…

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