Ecco come il GAL svecchierà i musei storici del bellunese. Con la Magnifica Comunità di Cadore, Dolomiti Contemporanee e il Museo Rimoldi, e gli artisti Tomé, Degiorgis e Fliri

Rileggere criticamente il patrimonio conservato all’interno di istituzioni museali storiche, con il coinvolgimento diretto dell’arte contemporanea. Questo l’obbiettivo del progetto Chiavi di Accesso, promosso dal GAL, gruppo di azione locale dell’Alto Bellunese, assieme a Dolomiti Contemporanee, al Museo Rimoldi, alla Magnifica Comunità del Cadore e al Museo Etnografico di Zoppè, che si interroga sul tema […]

Rileggere criticamente il patrimonio conservato all’interno di istituzioni museali storiche, con il coinvolgimento diretto dell’arte contemporanea. Questo l’obbiettivo del progetto Chiavi di Accesso, promosso dal GAL, gruppo di azione locale dell’Alto Bellunese, assieme a Dolomiti Contemporanee, al Museo Rimoldi, alla Magnifica Comunità del Cadore e al Museo Etnografico di Zoppè, che si interroga sul tema dell’accessibilità “culturale” ai musei locali. I contenuti di cultura e storia locale verranno valorizzati dal dialogo che andrà ad innescarsi tra questi e le opere contemporanee, nel tentativo di ampliare e diversificare il target di pubblico. Una relazione di incontro (talvolta di sconto) tra i giovani artisti, che operano con il linguaggio critico e dirompente del contemporaneo, e il materiale tradizionale storicizzato che compone il panorama culturale e iconografico del territorio montano bellunese, con una ricodificazione dei linguaggi visivi e un rinnovato approccio nei confronti di un bagaglio segnico troppo spesso dato per scontato, del quale si è perso però il significato originario. I tre artisti coinvolti nel progetto hanno le loro radici nella zona dolomitica, ma con una formazione e un curriculum espositivo dal respiro internazionale: Mario Tomé, Nicolò Degiorgis e Michael Fliri, che stanno operando in questi mesi all’interno di un programma di residenza, in contatto diretto non solo con un territorio ma anche con la comunità che lo abita e ne porta avanti le tradizioni, i retaggi.
Ad inaugurare il triplo appuntamento con Chiavi d’Accesso sarà il 20 dicembre prossimo I Bareloi: intervento di Tomè, a cura di Gianluca D’Incà Levis, presso il Museo Etnografico Al Pojat di Zoppè di Cadore. L’opera di ricostruzione di una scofa (antico fienile di proprietà della famiglia dell’artista) è alla base del suo intervento, all’interno del quale la pratica artistica andrà a fondersi con il vissuto quotidiano, con le tecniche costruttive della tradizione, con i saperi atavici. In esposizione vi saranno le testimonianze dell’azione performativa di Tomè prolungata nel tempo, intrisa del concetto di identità e di appartenenza ad un luogo sentito come proprio. Dal 22 dicembre il palazzo sede della Magnifica Comunità del Cadore esporrà Cima, installazione di Degiorgis con una ricognizione fotografica del cadorino che diventa un’indagine critica sullo sfruttamento della montagna, volto al benessere dei suoi abitanti. Fliri concluderà il trittico inaugurando My private fog, all’interno del Museo d’Arte Moderna Rimoldi di Cortina d’Ampezzo: la ricerca dell’artista, per mezzo della fotografia, scava tra le pieghe dell’ambiente montano bellunese nel tentativo di delinearne l’identità: fra maschere degli antichi rituali musealizzate, fauna caratteristica di un determinato territorio, sacralità di una natura non ostile.

Petra Cason

www.chiavidaccesso.it

 

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Petra Cason

Petra Cason

Laureata in Conservazione dei Beni Culturali e in Storia delle Arti – indirizzo contemporaneo, con una tesi sul design per l’arte interattiva – presso l’Università Ca’ Foscari di Venezia, ha conseguito un master in Conservazione, Gestione e Valorizzazione del Patrimonio…

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