C’è chi ha venduto molto e chi tornerà a casa deluso: alti e bassi nelle immancabili interviste ai galleristi presenti a MIA

È un rito che si ripete di città in città, di fiera in fiera. Imperdibile il check di Artribune a tu per tu con gli espositori, torchiati a dovere per svelarci come vanno gli affari: anche a Milano, anche nei padiglioni di Superstudio Più, anche per questa quarta edizione di MIA Fair, l’attesa fiera della fotografia. C’è chi […]

È un rito che si ripete di città in città, di fiera in fiera. Imperdibile il check di Artribune a tu per tu con gli espositori, torchiati a dovere per svelarci come vanno gli affari: anche a Milano, anche nei padiglioni di Superstudio Più, anche per questa quarta edizione di MIA Fair, l’attesa fiera della fotografia. C’è chi si sottrae, chi nicchia e preferisce non rispondere. Tra chi invece accetta di metterci la faccia una loquace sincerità: sia nel bene sia nel male.
Si passa dall’entusiasmo della svizzera Kashya Hildebrand – “tornerò sicuramente!” – all’analisi tra luci e ombre di Claudio Composti.

C’è chi è deluso rispetto all’edizione precedente e chi, come Giampaolo Abbondio della Galleria Pack ammette candidamente di non aver mai venduto, nelle passate edizioni della fiera, così tanto come quest’anno. E resta ancora una giornata di fiera…

Interviste di Ginevra Bria

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Redazione

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