Arte a catinelle alla Vienna Art Week 2013. Ma si invoca – per finta? – anche “il fascino della decelerazione”, non foss’altro per il sovraccarico sensoriale degli spettatori…

È cominciata con un party inaugurale molto vivace la Vienna Art Week 2013 (fino al 24 novembre), facendo dimenticare il rituale blablà programmatico della conferenza stampa che lo aveva preceduto. Un party che debutta con il benvenuto degli organizzatori nella Sala Franz Joseph del Palais Dorotheum, sede della rinomata Casa d’aste. Un salone gremito di […]

È cominciata con un party inaugurale molto vivace la Vienna Art Week 2013 (fino al 24 novembre), facendo dimenticare il rituale blablà programmatico della conferenza stampa che lo aveva preceduto. Un party che debutta con il benvenuto degli organizzatori nella Sala Franz Joseph del Palais Dorotheum, sede della rinomata Casa d’aste. Un salone gremito di invitati e tappezzato di opere d’arte contemporanea – e che autori!, italiani soprattutto – che andranno all’incanto mercoledì 27 novembre. Comicamente mimetizzata tra gli ospiti, una scultura di Erwin Wurm. Una delle sue insomma, quasi a confondersi tra la gente per via della semioscurità quando i riflettori erano puntati sui relatori. Il titolo? Tradotto dall’inglese suona così: L’artista che ha ingoiato il mondo quando era ancora un disco.
Per nulla casualmente entra in scena “il mondo”, giacché questa nona edizione della settimana viennese viaggia sotto un titolo come “Projecting Worlds”, evocativo non poco. Per un buonismo dal volto lirico, basti ricordare un ispiratissimo Louis Armstrong sussurrare: Yes, I think to myself, what a wonderfull World. Se poi, con tutt’altra musica, “Projecting World” riecheggia il “Making Worlds” con cui Daniel Birnbaum ha chiamato la 53. Biennale di Venezia, beh, tanto meglio, perché in entrambi i titoli c’è l’impronta di Martin Heidegger secondo cui l’opera d’arte è l’apertura di un mondo… Con tutte le difficoltà che ne conseguono per i poveri esegeti.
Di certo la Vienna Art Week 2013 ha tutta l’aria di un denso festival dell’arte, che tuttavia deve cancellare una serpeggiante stagnazione del fenomeno e del relativo mercato, nonostante la sferzata della recente fiera internazionale del contemporaneo. Così, questo “Projecting Worlds” dovutamente accompagnato da dibattiti e conferenze, coinvolge praticamente ogni museo viennese insieme a istituzioni e gallerie, portando infine il pubblico a toccare con mano la materia prima della creatività artistica nel giorno di sabato in occasione dell’Open Studio Day: più di ottanta atelier di artisti aperti al pubblico.

– Franco Veremondi

www.viennaartweek.at

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Franco Veremondi

Franco Veremondi

Nato a Perugia, residente a Roma; da alcuni anni vive prevalentemente a Vienna. Ha studiato giurisprudenza, quindi filosofia con indirizzo estetico e ha poi conseguito un perfezionamento in Teoretica (filosofia del tempo) presso l’Università Roma Tre. È giornalista pubblicista dal…

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