Violata: quando dici un titolo azzeccato. Ad Ancona violato il buongusto con la scultura di Floriano Ippoliti. L’artista denuncia la violenza sulle donne e i cittadini denunciano l’artista

Quando è troppo è troppo. Violata, scultura di Floriano Ippoliti (Ancona, 1954), voluta dalla Commissione per le Pari Opportunità della Regione Marche, insieme ad associazioni femminili e partner privati, fu inaugurata a fine marzo ad Ancona: un simbolo della lotta contro la violenza sulle donne, che con un certo cattivo gusto e una qualità estetica […]

Quando è troppo è troppo. Violata, scultura di Floriano Ippoliti (Ancona, 1954), voluta dalla Commissione per le Pari Opportunità della Regione Marche, insieme ad associazioni femminili e partner privati, fu inaugurata a fine marzo ad Ancona: un simbolo della lotta contro la violenza sulle donne, che con un certo cattivo gusto e una qualità estetica a dir poco discutibile, riproduce la silhouette di una ragazza nuda e sofferente, vestita solo di brandelli di stoffa: la testimonianza di uno stupro, né più né meno. Un’immagine disturbante che non ha mancato di sollevare aspre polemiche. Fino al punto che qualcuno ha pensato bene di correre ai ripari, protestando contro la brutta visione; ed ecco la statua coperta da un accappatoio bianco, quasi a ritrovare dignità, innocenza, compostezza. Il gesto, ideato da Luna Margherita Cardilli, giovane videomaker e graphic designer, ha lo scopo di coinvolgere la cittadinanza, così che la denuncia diventi un “atto collettivo, espressione di una comunità sensibile che si prende cura di tutti coloro che la statua dovrebbe rappresentare”. E precisa ancora Luna: “Il mio gesto è dedicato alle mie amiche F., E. e M. che tutti i giorni per andare al lavoro passeranno proprio in quella rotatoria. Non vorrei mai che la vista di quelle vesti così didascalicamente strappate e quel seno indifeso esposto ai passanti vi facessero rivivere il senso di impotenza e di lacerazione che siete state costrette a conoscere e che solo dopo anni e anni e anni siete riuscite a guardare in faccia“.
L’invito, promosso dall’associazione culturale white.fish.tank, è stato accolto anche da un anonimo cittadino, che nella notte di venerdì scorso ha nuovamente rivestito di bianco la scultura, mentre una serie di post-it colorati con su scritto “Non in mio nome” ha ricoperto la targa. Intanto, una petizione, lanciata il 2 aprile, ha raggiunto oltre le 1700 firme.
Diciamocelo. Troppe volte, in Italia, opere di dubbio gusto sono state generosamente donate dalle istituzioni o dagli artisti a piccoli e grandi centri urbani. Orrori a cui qualche volta ci si abitua e qualche volta no. È anche il caso di Violata, posta all’ingresso della città che l’ha ricevuta in omaggio. Senza che i cittadini, però, abbiano gradito il piccolo, irrispettoso atto di violazione del paesaggio. Uno stupro, è il caso di dirlo. E stavolta non sono rimasti a guardare…

–  Annalisa Filonzi

La petizione per la rimozione della scultura di Floriano Ippoliti

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Annalisa Filonzi

Annalisa Filonzi

Laurea in Lettere classiche a Bologna, torno nelle Marche dove mi occupo di comunicazione ed entro in contatto con il mondo dell'arte contemporanea, all'inizio come operatrice didattica e poi come assistente alla cura di numerose mostre per enti pubblici e…

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