Un passo avanti per Step09: la fiera degli outsider è pronta a inaugurare alla Fabbrica del Vapore, sotto la regia di Valerio Dehò. Prime sensazioni nella fotogallery pre-opening…
Se fosse a Londra, Miami, Basilea o dintorni sarebbe un dignitosissimo evento off; reclamerebbe il suo cono di luce sgomitando tra i mille e più eventi alternativi alle grandi fiere di respiro internazionale, della cui onda lunga di visibilità e interesse finirebbe per beneficiare. E invece sta a Milano: e così cammina da sola, infilata […]
 
                            Se fosse a Londra, Miami, Basilea o dintorni sarebbe un dignitosissimo evento off; reclamerebbe il suo cono di luce sgomitando tra i mille e più eventi alternativi alle grandi fiere di respiro internazionale, della cui onda lunga di visibilità e interesse finirebbe per beneficiare. E invece sta a Milano: e così cammina da sola, infilata nel calendario che da Flash Art Event fino a MiART inanella nel capoluogo lombardo un evento fieristico ogni quindici giorni. In attesa che a mettere ordine sia, vista l’evidente impossibilità di coordinarsi, il mercato: chi vende resta, altrimenti…A lanciare la propria sfida per la sopravvivenza è, questa volta, Step09: quarta edizione per la fiera degli outsider, già al Museo della Scienza e della Tecnologia, che ripara oggi nei 1600mq della Cattedrale della Fabbrica del Vapore. Un trasloco programmatico, considerato che l’evento è – dal momento della nascita – orientato a dare spazio a soggetti giovani, puntando a sguardi laterali e non convenzionali; da qui l’approdo in un polo che, tra DOCVA e vicini di casa, si accredita una volta di più come piattaforma per la sperimentazione. In cabina i regia, da quest’anno, il direttore di Kunst Merano Valerio Dehò: tra le venticinque gallerie selezionate può incuriosire l’inatteso confronto con la realtà di Taiwan; due gli spazi tematici, dedicati al rapporto tra arte e sostenibilità e alla presentazione di progetti scultorei e installativi. Piacciono la personale di Rocco Dubbini nella campana Il ritrovo di Bob Shazar e gli apparenti monocromi di Simon Morley dalla bolognese Spazia; poco altro, a dire il vero: almeno ad una prima occhiata, testimoniata con opportuna fotogallery pre-opening… Rimane la sensazione che l’evento, per quanto serio e meritevole, sia troppo fragile per essere lasciato solo: se potesse accompagnarsi ad una grande fiera di respiro davvero internazionale, in quello scambio fruttuoso che integra e arricchisce l’offerta di una intera città, allora la solfa sarebbe forse diversa
– Francesco Sala
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