E dopo la Manazza’s list sul Corriere, arriva quella di Luca Beatrice sul Giornale. Ecco i consigli per gli acquisti del critico torinese

Molti lo hanno citato come uno degli ispiratori – diretti o indiretti – dell’ormai famosa “lista di Manazza”, l’elenco dei 150 artisti sui quali l’esperto milanese consiglia di investire, pubblicato nell’instant book Come investire nel 2012? allegato questa settimana al Corriere della Sera. E lui allora che fa? Si pubblica direttamente la sua, di lista, […]

Molti lo hanno citato come uno degli ispiratori – diretti o indiretti – dell’ormai famosa “lista di Manazza”, l’elenco dei 150 artisti sui quali l’esperto milanese consiglia di investire, pubblicato nell’instant book Come investire nel 2012? allegato questa settimana al Corriere della Sera. E lui allora che fa? Si pubblica direttamente la sua, di lista, anche se non ha il “formato” di elenco, bensì cita i nomi degli artisti in un testo strutturato, e non fa nessun riferimento alla precedente iniziativa manazziana.
Di chi parliamo? Di Luca Beatrice, che giusto oggi pubblica su Il Giornale un articolo dal titolo Come nell’editoria, per fare affari si punta a scoprire nuovi talenti, che anche per la tempistica ha tutta l’aria – ma magari ci sbagliamo – di voler essere una risposta al collega, ed alle voci di un suo magari indiretto “patrocinio”. Se proprio mi si devono attribuire consigli, sembrerebbe la logica che muove l’articolo, allora li scrivo direttamente io e buonanotte.
Si punta soprattutto sull’esordiente – scrive nelle premesse -, inesperto e alle prime armi ma non viziato da curricula trascinati, mostre sbagliate, alleanze indifendibili”. Per poi affinare l’analisi: “oggi l’art consultant ha il vero termometro nell’arte, molto più del critico troppo spesso bloccato sulla fedeltà alla scuderia. Le gallerie tradizionali languono, mentre prendono piede i talent scout, i cool hunter, i cercatori di intelligenze che magari fanno mestieri diversi, più a contatto con i cambiamenti in tempo reale”.
Ma poi immancabilmente fanno capolino i nomi, alla rinfusa, quasi buttati lì per caso, in risposta però alla precisa domanda: “Chi consigliare dunque, tra le super-novità dell’arte italiana?”. Il primo è Giovanni Ozzola, “con all’attivo esperienze già significative, tra cui la personale presso la Galleria Continua a San Gimignano”, seguito da Nicola Martini, mentre “si dice un gran bene” di Giulio Frigo. E poi compaiono nomi come Nicola Pecoraro, Benny Chirco, Guglielmo Castelli, Desiderio, Marco Salvetti, Sten & Lex.
Insomma, i due esperti viaggiano su strade assolutamente distinte ed indifferenti l’una dell’altra? Eppure qualche parola l’avranno pur scambiata, se nella giuria del Premio Cairo – curato da Beatrice, che peraltro “consiglia” il vincitore Giovanni Ozzola – compare anche il nome di Paolo Manazza…

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Redazione

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