Ma che vi ha fatto di male il povero Wojtyla? Dopo il “capoccione” di Rainaldi, arriva il mosaico “manone” di Luca Vernizzi. Docente a Brera…

Come al solito, il primo nostro obbiettivo è sentire più idee possibile, e quindi stimolare il dibattito e il confronto con i lettori. Ma spesso ciò avviene a partire dalla cronaca, cioè da dati concreti, un evento in programma, l’assegnazione di un premio, gli inviti a una fiera, una presa di posizione su un tema […]

Come al solito, il primo nostro obbiettivo è sentire più idee possibile, e quindi stimolare il dibattito e il confronto con i lettori. Ma spesso ciò avviene a partire dalla cronaca, cioè da dati concreti, un evento in programma, l’assegnazione di un premio, gli inviti a una fiera, una presa di posizione su un tema sensibile. O magari da un’opera pubblica, collocata da qualche parte. È questo il caso: un nuovo monumento – è un mosaico, perché lo chiameranno monumento? – in onore del Beato Giovanni Paolo II, che sarà collocato il 22 ottobre davanti al Nuovo Santuario del Divino Amore a Roma. E qui il tema è assai sensibile, visto il notissimo precedente della scultura dedicata a Papa Wojtyla realizzata da Oliviero Rainaldi e collocata sempre a Roma, davanti alla Stazione Termini.
Notissimo per le infuocate polemiche con le quali è stata accolta, e che rischiano di riprendere vigore con questo nuovo “omaggio”. Già, perché il mosaico opera dell’artista Luca Vernizzi (realizzato da Marco Santi del gruppo mosaicisti di Ravenna) non ci pare – ma qui entra in gioco un giudizio, che esprimiamo unicamente per chiedere il vostro, che sia concordante o discordante – degno di celebrare al meglio l’amato Wojtyla. Le immagini le vedete, sia del mosaico che del dipinto preparatorio: oltre ad errori anche di anatomia (la mano gigantesca e sproporzionata), l’impostazione generale ci sembra decisamente olografica e priva di un minimo di scavo psicologico, e finanche di uno stile personale. E non aiuta certo il titolo scelto, Roccia della Chiesa, di una retorica agghiacciante.
Preveniamo già i commenti, che di certo non mancheranno: non abbiamo nulla contro l’autore, le nostre osservazioni si limitano a questa specifica opera, e siamo ben felici di metterle in gioco e prontissimi anche a rivederle, se qualcuno ci convincerà che sbagliamo. Da bravi uomini di mondo ci siamo comunque documentati, e nella biografia di Luca Vernizzi lo abbiamo trovato indicato come “docente di Disegno all’Accademia di Brera”. Non aggiungiamo altro, ma diteci la vostra!

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