Tempi di crisi? Torino si rifugia nella Spiritualità. Anteprima di lusso per il festival in arrivo a fine settembre

Il brano di Arvo Pärt Für Alina è il benvenuto che l’organizzazione ha scelto per accogliere il pubblico all’anteprima della settima edizione intitolata In fine. L’Oratorio di San Filippo Neri, carico di decorazioni barocche, si riempie di poche, essenziali note suonate dalla pianista Cristina Leone. Parliamo di Torino Spiritualità, la rassegna che – in programma […]

Il brano di Arvo Pärt Für Alina è il benvenuto che l’organizzazione ha scelto per accogliere il pubblico all’anteprima della settima edizione intitolata In fine. L’Oratorio di San Filippo Neri, carico di decorazioni barocche, si riempie di poche, essenziali note suonate dalla pianista Cristina Leone. Parliamo di Torino Spiritualità, la rassegna che – in programma fra il 29 settembre e il 2 ottobre prossimi in vari spazi cittadini – ha presentato con una prima serata il suo programma di grande qualità, malgrado i tagli al budget che ormai accomunano ogni evento italiano e non solo.
Un festival che ha per scopo l’indagine sull’ignoto e, nello specifico, su “le domande che l’umanità si pone di fronte all’annunciata fine dei tempi”. Di fatto, chi presenta l’evento, protagonisti della cultura torinese come Luca Beatrice o Evelina Christillin, politici e sponsor vari, non trasuda certo di spiritualità. Ma, per fortuna, i relatori indicati nel folto programma e i temi affrontati promettono profonde riflessioni sul tema del Vivere ai limiti dei tempi, attraverso quattro ampie sezioni: lo studio sempre attuale dei grandi testi biblici Genesi e Apocalisse, un’indagine filosofica sui concetti di Promesse e Profezie, riflessioni sulla percezione del tempo e del presente attraverso il modo di dire I tempi son maturi e una serie di testimonianze “al limite” in Visioni dal quotidiano.
Filosofi a scrittori, teologi e scienziati, musicisti, drammaturghi e artisti nazionali ed internazionali animeranno 86 incontri, 4 spettacoli e 4 progetti speciali su quello che il direttore Antonella Parigi ha definito il nucleo del festival: “il senso laico di ricerca, al fine di sconfiggere la paura del futuro e vivere pienamente l’oggi”. Restiamo in attesa di vedere quanto la scelta della mostra Private Garden di Giacomo Costa curata da Luca Beatrice nei locali della Cavallerizza Reale sia parte di questa ricerca.

– Emanuela Genesio

www.torinospiritualita.org


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