Ma allora si fanno ancora mostre “d’arte” e basta? Fra surreale e surrealismo, ci provano Mercurio e Paparoni. A Valencia, però…

Nessuna provocazione, niente sociologismi, nessuno specchio della quotidianità, niente ammiccamenti alla comunicazione, al fashion, alla pubblicità, alla cronaca. Sono ormai rare, ma esistono ancora le mostre “d’arte” e basta: mostre che partono da studi storici, analisi, contestualizzazione, ipotesi, e che espongono le opere che dovrebbero illustrare questo percorso, cercando di far progredire anche di un […]

Nessuna provocazione, niente sociologismi, nessuno specchio della quotidianità, niente ammiccamenti alla comunicazione, al fashion, alla pubblicità, alla cronaca. Sono ormai rare, ma esistono ancora le mostre “d’arte” e basta: mostre che partono da studi storici, analisi, contestualizzazione, ipotesi, e che espongono le opere che dovrebbero illustrare questo percorso, cercando di far progredire anche di un millimetro la storia dell’arte.
Mostre, per capirci, come la faceva Pierre Restany, o Harald Szeemann, o Jean-Hubert Martin. Ora ci provano Gianni Mercurio e Demetrio Paparoni, ma – e qui non commentiamo – vanno a farlo in Spagna, all’Institut Valencià d’Art Modern. La mostra si intitola Surreal versus Surrealism in Contemporary Art, e per la prima volta propone un’analisi della contrapposizione nell’arte attuale tra surreale e surrealismo. “Se cioè il Surrealismo dava immagine a visioni oniriche – si legge nella presentazione -, riconosciute subito come improbabili nella realtà del quotidiano, il Surreale ha proposto invece immagini reali che si fa fatica ad accettare come veritiere, al punto da confonderle erroneamente con visioni oniriche o di fantasia”.
Un’esposizione suddivisa in quattro sezioni cronologiche, ognuna delle quali presenta opere appartenenti a un decennio diverso, dagli anni ottanta ai nostri giorni. Gli artisti? Da Matthew Barney a John Bock, Hans Op de Beeck, Nathalie Djurberg, Douglas Gordon, Carsten Holler, Anish Kapoor, Yue Minjun, Komar e Melamid, Liu Jianhua, Vic Muniz, Tony Oursler, Marc Quinn, Neo Rauch, Cindy Sherman, Kiki Smith, Wang Qingson, Erwin Wurm, Zhang Xiaogang. Con una bella pattuglia di italiani, che allinea Monica Bonvicini, Maurizio Cattelan, Francesco Clemente, Roberto Cuoghi, Francesco Gennari, Luigi Ontani. Una scommessa? Potrebbe valere la pena di verificare i risultati, c’è tempo fino all’11 dicembre.

www.ivam.es

Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati

Redazione

Redazione

Artribune è una piattaforma di contenuti e servizi dedicata all’arte e alla cultura contemporanea, nata nel 2011 grazie all’esperienza decennale nel campo dell’editoria, del giornalismo e delle nuove tecnologie.

Scopri di più