Padiglione Alajmo. Artribune è andata a Padova, per provare la performance gastronomica creata dal superchef per la Biennale di Venezia

È un personaggio davvero curioso e interessante Massimiliano Alajmo, cuoco, scrittore e artista, ideatore di LuceFluida, prima performance gastronomica polisensoriale dedicata alla 54ª Biennale d’Arte di Venezia. 28 anni, il più giovane chef al mondo ad aver ricevuto la terza stella Michelin, Alajmo è riuscito a tradurre i concetti di luce, suono e polisensorialità nel […]

È un personaggio davvero curioso e interessante Massimiliano Alajmo, cuoco, scrittore e artista, ideatore di LuceFluida, prima performance gastronomica polisensoriale dedicata alla 54ª Biennale d’Arte di Venezia. 28 anni, il più giovane chef al mondo ad aver ricevuto la terza stella Michelin, Alajmo è riuscito a tradurre i concetti di luce, suono e polisensorialità nel cibo. E Artribune ha fatto il grande sforzo di andare ad assaggiare per raccontare tutto ai suoi lettori…
LuceFluida è suddivisa – fino al 26 novembre – in due diversi contesti geografici e sensoriali: LuceFluida inACQUA (con menu a base di pesce) nel rinnovato Ristorante Quadri in Piazza San Marco a Venezia, e inTERRA, a Padova, al Ristorante Le Calandre (con menu a base di carne). I piatti sono un “atto di fede”, come suggerisce il titolo di una portata. L’invito è quello di abbandonare i codici precostituiti per vivere attraverso l’ironia e il gioco esperienze inaspettate.
Il piatto “sguardo interiore” mette in contatto con il suono prodotto dal proprio corpo, come in una performance di John Cage, Laurie Anderson ti accompagna (concettualmente) nella temporalità effimera e seducente di una portata servita nel ghiaccio, mentre è lo spirito iconoclasta e beffardo dei dadaisti a presentarsi sornione in forme diverse: con fuochi d’artificio, in bocca (!), e con foglie d’oro di vaniglia nascoste dove meno te lo aspetti.

– Lorenza Pignatti

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