Prendi un ambiente a forte vocazione post industriale, riempilo di nebbia e allestisci quattro piedistalli su cui sono montate piccole braccia robotiche che reggono dei neon. Mettile davanti a quello che sembra essere un semplice specchio riflettente – che invece è un volume che contiene potenti schermi retroilluminati su cui viaggiano proiezioni – e fai partire la musica elettronica (by Ipologica). Ancora meglio se ad alto volume. Il risultato sarà una danza eterea, una coreografia basata sulla musica generativa in cui i movimenti dei robot e il flusso di suoni e immagini sono indissolubilmente collegati.
EMOZIONI ROBOTICHE
“La performance Sonic Arms”, racconta Bruno Capezzuoli, tra i fondatori del collettivo Ultravioletto, “nasce dal nostro interesse nell’esplorare quali possano essere le possibilità espressive della robotica e delle sculture cinetiche. Come gli altri nostri lavori questa performance è un punto di senso nel nostro percorso di ricerca. Siamo affascinati dalla robotica e dalla trasformazione dei dati in tempo reale intesi come riflessi di noi stessi; emanazione dei nostri sistemi nervosi e muscolari alla ricerca delle emozioni.”
Trenta minuti di performance con quattro livelli narrativi sovrapposti: i terminali luminosi dei robot, i bracci che riproducono la coreografia, una parete di immagini video sintetiche in HD create in tempo reale, un backlight cangiante che definisce lo spazio. Guidati dalla componente sonora, i diversi elementi sono generati da algoritmi che interpretano e amplificano la partitura originale, dandogli nuovi significati.

UNA DANZA FATTA DI LUCI E SUONI
Prosegue Capezzuoli: “creare una coreografia con dei robot ci ha impegnati molto sul definire i limiti fisici di queste macchine perché il confronto è diretto con il nostro corpo umano. Una distanza ancora da capire e definire sia nei termini estetici ma anche di design dell’interazione. Una danza, fatta di meccatronica e di elementi luminosi. L’estensione che abbiamo applicato ai nostri robot sono delle luci che ci permettono di proiettare i movimenti nello spazio creando così un’effimera espansione con il mondo. La luce come elemento tangibile, presente e pervasivo ma anche effimero e sfuggente. L’ultimo strato della narrazione della performance sono dei segni visuali alle spalle dei robot che diventano una membrana cognitiva, un linguaggio generato in tempo reale che esplicita i processi dei robot e del flusso dei dati che circolano nel sistema in quel momento.”

UN APPROCCIO EMOTIVO ALLA TECNOLOGIA
L’interazione uomo-macchina, l’intelligenza artificiale, il multilinguaggio della cultura digitale aprono scenari inaspettati ma sempre più attuali, con la creazione di opere in cui la dimensione analogica e digitale si uniscono per esaltare l’esperienza. In perfetta linea con il lavoro stratificato dello studio, un team composto da professionisti, direttori creativi, designer e programmatori guidati da un approccio emotivo che porti le nuove tecnologie multimediali nel campo della comunicazione.
– Giulia Mura
Progetto: Sonic Arms
Design, Programmazione, Produzione: Ultravioletto
Coding: Openframeworks
Processing: TouchDesigner
Art Direction e Concept: Bruno Capezzuoli
Technical Direction: Massimo Zomparelli
3D Visual Artist: Francesco Bruno Viteri
Creative Coding: Giulio Pernice
Cinetica e light design: Bruno Capezzuoli
Sound design/FX: Ipologica
Direttore di produzione: Tito Cetroni
Fotografie: ©Francesco Bruno Viteri