Ecco quali sono i più interessanti musei d’impresa da vedere in Toscana

Negli ultimi decenni i musei d’impresa si sono affermati come luoghi chiave per comprendere l’evoluzione non solo del tessuto economico, ma anche sociale e culturale del nostro Paese. Ecco quali visitare regione per regione

Raccontano la storia delle aziende italiane attraverso oggetti, documenti, prodotti e visioni che hanno segnato l’innovazione tecnologica, il cambiamento dei consumi e la trasformazione del costume. Ma non sono semplici archivi storici. I musei d’impresa, infatti, incontrano il mondo del lavoro, la creatività e la memoria collettiva insieme. Queste sono realtà dinamiche, in cui passato e futuro si intrecciano, dove il racconto di ciò che è stato si trasforma in una risorsa per immaginare ciò che sarà. Per questo è anche difficile definirli in modo univoco perché spesso ci troviamo di fronte a modelli ibridi: dall’archivio al museo esperienziale e dallo spazio espositivo al polo di produzione culturale e allo strumento di branding aziendale. In Italia, a rappresentare questo parterre è l’Associazione Museimpresa, nata a Milano nel 2001 per iniziativa di Assolombarda e Confindustria e oggi presieduta da Antonio Calabrò. Contando oltre 130 associati, la sua missione è promuovere e valorizzare i musei e gli archivi aziendali.
Ma dove trovare e come conoscere i musei d’impresa in Italia? Ecco la mappatura di Artribune, regione per regione: la Toscana.

Aboca Museum – Sansepolcro

Aboca Museum
Aboca Museum

Presso Palazzo Bourbon del Monte, a Sansepolcro, si trova l’Aboca Museum, un prezioso spazio espositivo che racconta, attraverso oggetti e percorsi tematici, l’antica connessione tra l’uomo e le piante medicinali. Dopo la prima presentazione, con una selezione di reperti storici e la collezione di tavole botaniche, il centro del museo è il primo piano, dove nove sale ricostruiscono fedelmente gli ambienti di lavoro degli speziali di un tempo. Tra erbari rari, testi di botanica farmaceutica, vetri, ceramiche e antichi strumenti, si sviluppa così un itinerario multisensoriale che mescola profumi, colori e storie, guidando il pubblico attraverso secoli di tradizione erboristica. Inoltre, al terzo piano del palazzo si trova la Bibliotheca Antiqua: con oltre 2.500 volumi antichi, dagli erbari rinascimentali ai trattati di chimica e farmacopea dell’Ottocento, questa biblioteca rappresenta una delle raccolte più complete e specializzate al mondo nel campo delle piante officinali. Oltre agli erbari, frutto dell’incontro tra arte e scienza, la biblioteca conserva testi di medicina, farmacologia, alchimia, trattati sulle “virtù dei semplici” e persino raccolte di antichi segreti popolari.

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Aboca Museum
Palazzo Bourbon del Monte
Via Niccolò Aggiunti, 75
52037 Sansepolcro (AR)

Archivio Storico Nuovo Pignone – Firenze

Nuovo Pignone
Archivio Storico Nuovo Pignone

Tutto ebbe inizio a Firenze nel 1842, quando l’imprenditore Pasquale Benini fondò una fonderia nel rione del Pignone, appena fuori dalle antiche mura della città. Da quel primo nucleo nacque una realtà industriale che ha cambiato volto nel tempo: Fonderia del Pignone, poi Officine Meccaniche del Pignone, fino a diventare Nuovo Pignone. Nel corso degli anni, l’azienda ha vissuto importanti passaggi: fu acquisita nel 1946 dalla SNIA, poi nel 1954 entrò a far parte del gruppo ENI guidato da Enrico Mattei e nel 1993 fu ceduta a General Electric, segnando l’inizio di una nuova era internazionale. Dal 2019, Nuovo Pignone è parte del gruppo Baker Hughes, uno dei principali attori mondiali nel settore dell’energia. Nel 2021 Nuovo Pignone ha dato vita al progetto “Il valore dell’identità”, un percorso pensato per valorizzare le proprie radici, riscoprendo la storia industriale, culturale e tecnologica dell’azienda. L’idea alla base è semplice ma incisiva: conoscere il proprio passato per costruire, con più consapevolezza, il futuro. E al centro di questo progetto c’è l’Archivio Storico di Nuovo Pignone, dichiarato di interesse storico nazionale già nel 1979. Al suo interno si trovano migliaia di documenti, tra cui disegni, fotografie, video e manoscritti, che raccontano oltre 180 anni di attività.

Archivio Storico Nuovo Pignone
Via Felice Matteucci, 2
50127, Firenze

Museo della Carta di Pescia e Archivio Storico Magnani – Pescia

Museo della carta
Museo della Carta di Pescia

È dedicato alla conservazione e alla valorizzazione dell’antica arte della carta fatta a mano il Museo della Carta di Pescia, nella località di Pietrabuona. Fondato nel 1996 dall’Associazione Museo della Carta di Pescia ETS-Onlus, il museo ha due sedi operative: una legale con la Scuola della Carta e una espositiva presso l’ex opificio Le Carte, dove sono ospitati macchinari storici, sale multimediali e laboratori didattici. Nel 2018 il museo ha sostenuto la nascita dell’Impresa Sociale Magnani, che ha rilanciato la produzione artigianale della carta con filigrana, riprendendo lo storico marchio Enrico Magnani Pescia. E a fianco di questa iniziativa si colloca l’Archivio Storico Magnani, uno dei più rilevanti archivi d’impresa in Italia, con documenti dal XVIII al XXI secolo che testimoniano l’evoluzione della cartiera e i suoi legami con l’industria italiana e internazionale. Il museo è anche promotore della Via della Carta in Toscana, un percorso culturale che valorizza il distretto cartario locale, tra i più importanti al mondo. Oggi rappresenta un punto di riferimento per studiosi, appassionati e professionisti del settore, con l’obiettivo di diffondere la cultura della carta e preservarne la memoria per le future generazioni.

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Museo della Carta di Pescia e Archivio Storico Magnani
Piazza della Croce, 1
51017 Pescia, località Pietrabuona (PT)

Fapim Museum – Altopascio

Fapim
Fapim Museum

All’interno di uno stabilimento produttivo ad Altopascio si trova uno spazio unico che racconta più di mezzo secolo di ingegno, passione e identità industriale: il Fapim Museum. Non è un semplice museo aziendale, ma un luogo dove tecnologia, creatività e memoria collettiva si intrecciano in un racconto immersivo. Inaugurato nel 2014 per celebrare i quarant’anni dalla fondazione dell’azienda, il museo è nato con l’obiettivo di custodire e valorizzare la storia di Fapim, nata nel 1974 dalla visione di tre giovani imprenditori. Da allora, quella piccola realtà artigianale ha saputo evolversi fino a diventare un punto di riferimento a livello mondiale nella produzione di accessori per serramenti. Con i suoi 600 metri quadrati di superficie espositiva, lo spazio si presenta come un moderno capannone industriale: linee gialle a terra, attraversamenti segnalati, espositori ricavati da contenitori di alluminio. Una scenografia coerente con l’anima produttiva dell’azienda, che accompagna il visitatore in un percorso visivo e narrativo tra oltre mille oggetti: prototipi, disegni tecnici, progetti inediti, campioni colore, fotografie, tute da lavoro e materiali evocativi che raccontano, insieme alla storia di Fapim, anche quella del contesto politico, culturale e sportivo dagli Anni Settanta a oggi. Ma il Fapim Museum è anche un centro culturale attivo: durante l’anno ospita mostre d’arte, eventi, laboratori per bambini e percorsi didattici, consolidando il suo ruolo di spazio aperto e partecipato, in dialogo costante con il territorio e le nuove generazioni.

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Fapim Museum
Via Chimenti, 32
55011, Altopascio, Località Spianate (LU)

Archivio Storico Farmigea – Pisa

Archivio Storico Farmigea
Archivio Storico Farmigea

Fondata a Pisa nel 1946, Farmigea è un’azienda familiare specializzata in oftalmologia, oggi tra i principali attori europei del settore. Si occupa di ricerca, sviluppo, produzione e commercializzazione di prodotti oftalmici. I suoi valori fondanti sono qualità, tradizione, innovazione e centralità delle persone, con l’obiettivo di migliorare costantemente sia i prodotti che il benessere di chi lavora nell’azienda. Il suo Archivio è stato fondato nel 2018 e conserva la documentazione relativa a più di 70 anni di storia dell’azienda. Al suo interno si trovano atti aziendali, progetti edilizi, materiali pubblicitari, campioni di prodotto, contratti, brevetti, fotografie, video e oggetti storici, offrendo una panoramica completa dell’evoluzione dell’azienda. Affiancata all’archivio, la biblioteca aziendale raccoglie monografie e riviste di oftalmologia, sia italiane che internazionali, a partire dagli Anni Cinquanta. Include anche l’intera collezione del periodico scientifico ATO – Aggiornamenti di Terapia Oftalmologica e la struttura è aperta a studiosi e ricercatori, ai quali fornisce spazi e strumenti adeguati alla consultazione.

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Archivio Storico Farmigea
Via G.B Oliva, 6/8
56121 Pisa

Museo Ferragamo – Firenze

Museo Ferragamo
Museo Ferragamo

È Palazzo Spini Feroni a Firenze la sede di uno dei musei più emblematici del legame tra creatività e impresa: il Museo Salvatore Ferragamo. Nato nel 1995 per volontà della famiglia Ferragamo, il museo celebra il genio visionario del suo fondatore, l’artigiano-artista che ha trasformato la calzatura in opera d’arte e l’ha proiettata sulla scena internazionale della moda del XX secolo. Dalle prime intuizioni di Wanda Ferragamo, vedova di Salvatore e guida dell’azienda dopo la sua scomparsa nel 1960, alla determinazione della figlia Fiamma, che ne promosse attivamente la realizzazione, il museo nasce come progetto familiare ma dal respiro internazionale. Il punto di partenza fu una mostra allestita nel 1985 a Palazzo Strozzi, la prima retrospettiva sulla figura di Ferragamo, che divenne poi itinerante, toccando alcune tra le più prestigiose istituzioni museali del mondo, da Londra a Tokyo, da Los Angeles a Città del Messico. E con il tempo, l’idea di un’esposizione temporanea si è trasformata in una vera e propria istituzione permanente. Dal 2006, il museo si rinnova ogni anno con mostre tematiche che mettono in dialogo l’eredità di Salvatore Ferragamo con linguaggi contemporanei: arte, architettura, filosofia, scienza, design, moda e comunicazione. Tra le altre cose, l’impegno culturale dell’azienda è stato riconosciuto ufficialmente nel 1999 con il prestigioso Premio Guggenheim Impresa & Cultura, attribuito a realtà imprenditoriali che investono attivamente nella valorizzazione del patrimonio culturale. Inoltre, il Museo Salvatore Ferragamo è anche un pioniere della sostenibilità museale: nel 2015 ha ottenuto la certificazione ISO 14064, diventando il primo museo “green” d’Italia nell’ambito del progetto promosso da Museimpresa e Confindustria, volto a creare una rete di musei d’impresa impegnati nella rendicontazione ambientale.

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Museo Ferragamo
Piazza Santa Trinita, 5
50123 Firenze

Archivio Museo Bitossi – Montelupo Fiorentino

Bitossi
Archivio Museo Bitossi

La Fondazione Vittoriano Bitossi nasce nel 2008 su iniziativa della famiglia Bitossi, in memoria del Cavaliere Vittoriano Bitossi (1923–2018), imprenditore illuminato e promotore di importanti iniziative culturali e sociali. Ente non profit, la Fondazione è sostenuta dal Gruppo Colorobbia e ha come obiettivo la valorizzazione della cultura ceramica, in particolare attraverso la ricerca storica, scientifica e artistica legata alla manifattura. Le sue origini affondano in un progetto voluto da Cinzia Bitossi nel 2000, che ha portato alla creazione dell’Archivio Industriale Bitossi (AIB): una raccolta preziosa di ceramiche, strumenti, modelli, documenti tecnici e cartacei prodotti dall’azienda nel corso di oltre un secolo di attività. Nel 2011 la Fondazione entra a far parte di Museimpresa, l’associazione dei musei e archivi d’impresa italiani, e nel 2021, in occasione del centenario della manifattura, inaugura un nuovo percorso espositivo nella storica sede di Montelupo Fiorentino, all’interno del primo edificio costruito da Guido Bitossi nel 1929. Oggi, su oltre 2.000 metri quadri, è possibile visitare un museo che ospita più di 7.000 manufatti, modelli in gesso, strumenti di lavoro e una vasta documentazione progettuale e commerciale. La narrazione museale è costruita su più livelli di lettura, in uno spazio che unisce storia, design e innovazione. Il progetto è stato curato dall’architetto Luca Cipelletti con Porzia Bergamasco e Marina Vignozzi Paszkowski, e rappresenta un raro esempio di musealizzazione d’archivio industriale, riconosciuto anche dalla Soprintendenza Archivistica per la Toscana come patrimonio di notevole interesse storico.

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Archivio Museo Bitossi
Via A. Gramsci, 12/14
50056 Montelupo Fiorentino (FI)

Accademia del caffè espresso La Marzocco – Fiesole

Accademia La Marzocco
Accademia La Marzocco

Nasce dove un tempo c’era l’azienda storica La Marzocco, l’Accademia del Caffè Espresso, ovvero nell’antica officina di Pian di San Bartolo, attiva dal 1960 al 2009. Quel luogo, conosciuto affettuosamente come “l’officina” da generazioni di operai, è stato per decenni simbolo di abilità tecnica, ingegno artigiano e passione per il dettaglio. Nel 2009, con il trasferimento dell’azienda nella nuova sede di Scarperia, lo spazio sembrava destinato al silenzio. Ma nel 2019, l’edificio rinasce con una nuova identità: da centro produttivo a polo culturale. Dopo un attento restauro che ha rispettato e valorizzato l’architettura originale, l’Accademia si presenta oggi come un luogo di connessione tra tradizione e innovazione. Qui, storia, cultura e scienza del caffè si intrecciano in un’esperienza immersiva e multidisciplinare. L’Accademia, infatti, ospita al suo interno un’area museale che racconta l’evoluzione di La Marzocco e della cultura del caffè espresso, laboratori sperimentali, un’officina creativa e persino una piantagione indoor, simbolo vivente del ciclo produttivo del caffè.

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Accademia del caffè espresso La Marzocco
Via Bolognese, 68
Pian di San Bartolo, 50014 Fiesole (FI)

Museo e Archivio Storico Piaggio – Pontedera

Piaggio
Museo e Archivio Storico Piaggio

Là dove agli inizi del Novecento sorse uno dei primi nuclei industriali della Piaggio, nasce il luogo che racconta oltre un secolo di storia italiana. Il Museo Piaggio, inaugurato nel 2000 negli spazi dell’antica officina attrezzeria, infatti custodisce e racconta la straordinaria eredità di una delle aziende più iconiche del nostro Paese. Restaurato e ampliato nel 2018, il museo si estende su oltre 5.000 metri quadrati e ospita più di 350 esemplari tra veicoli, prototipi e pezzi storici. È il più grande spazio espositivo italiano dedicato al mondo delle due ruote, e non solo: attraversando le sue sale si ripercorrono le tappe fondamentali dello sviluppo tecnologico, industriale e culturale dell’Italia contemporanea. Oltre alla celebre collezione Vespa, simbolo di un’intera epoca e vera icona del design, il Museo espone una vasta gamma di prodotti storici Piaggio: dai ciclomotori agli Ape, dai veicoli a tre e quattro ruote fino ai progetti meno noti nei settori ferroviario, nautico e aeronautico. Un patrimonio che testimonia la capacità innovativa dell’azienda in ambiti anche molto diversi fra loro. Ampio spazio è riservato alla storia sportiva dei marchi del Gruppo Piaggio: Aprilia, Gilera e Moto Guzzi, protagonisti assoluti del motociclismo internazionale. Le loro moto da competizione, insieme a trofei e memorabilia, raccontano di 104 titoli mondiali conquistati nelle discipline più prestigiose, dal Motomondiale alla Superbike, dal Trial alle Supermoto. Ma il Museo Piaggio non è solo un tributo alla meccanica: 340 metri quadrati sono dedicati alle mostre temporanee, che negli anni hanno esplorato mondi diversi come l’arte, la scienza, la moda e la tecnologia. Le sue sale hanno ospitato opere e installazioni di artisti di fama internazionale come Dalí, Picasso, ma anche grandi nomi dell’arte italiana come Modigliani, Burri, Carrà, Pellizza da Volpedo, Fattori, Soffici e Viani.

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Museo e Archivio Storico Piaggio
Viale Rinaldo Piaggio, 7
56025 Pontedera (PI)

Museo Unoaerre – Arezzo

Unoaerre
Museo Unoaerre

È il primo museo in Italia dedicato all’arte orafa il Museo Unoaerre, storica azienda leader nel settore. Questo, si propone di custodire e valorizzare la memoria produttiva e artistica dell’impresa e oggi raccoglie oltre 2.000 opere, tra gioielli in oro e argento, disegni originali, prototipi e pezzi unici che attraversano le grandi correnti stilistiche del XX secolo. Tra le collaborazioni più illustri si ricordano Giò Pomodoro, Salvador Dalì, Emilio Greco, Giacomo Manzù, Pietro Cascella, Massimo Lippi, Tomoko Nakasu, Dora Grieco e Roberto Politi.

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Museo Unoaerre
Località San Zeno Strada, 5
52100 Arezzo

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Redazione

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