Intima intimità. Storia della toilette in una mostra a Parigi

Una mostra che si propone come una retrospettiva tematica mai realizzata prima d’ora: l’intimità al bagno è un tema universale quanto privato e la rassegna del museo francese costruisce un percorso in cui lo spettatore si trova faccia a faccia con una svelata intimità. Si intitola "La Toilette. Naissance de l’intime" ed è allestita al Musée Marmottan Monet di Parigi.

Si intitola La Toilette. Naissance de l’intime ed è allestita al Musée Marmottan Monet di Parigi. Dopo le celebrazioni per gli ottant’anni di attività del museo, festeggiati nel 2014, il direttore Patrick de Carolis presenta una mostra curata da Georges Vigarello (direttore dell’EHESS – École des Hautes Etudes en Sciences Sociales) e Nadeije Laneyrie-Dagen (docente di Storia dell’Arte all’ENS – École Normale Supérieure). Una mostra che si propone come una retrospettiva tematica mai realizzata prima d’ora: l’intimità al bagno è un tema universale quanto privato e la rassegna del museo francese costruisce un percorso in cui lo spettatore si trova faccia a faccia con una svelata intimità.
Il percorso espositivo comprende quadri, sculture, stampe, fotografie e cronofotografie, tutte opere provenienti da prestigiosi musei e collezioni internazionali che hanno partecipato con entusiasmo all’iniziativa. Suddivisa in tre momenti storici, ripercorre in maniera cronologica il soggetto proposto. Ecco la ricostruzione del percorso.
La prima parte, dedicata alla toilette in Europa durante l’Ancien Régime, presenta opere quali le incisioni di Dürer e di Primatice, nonché alcuni dipinti della Scuola di Fontainbleu: vengono rivelati i gesti e i luoghi deputati alla toilette.
La prima tematica è Le bain amoureux de la Renaissance dove l’acqua, la cui condivisione era vista come occasione festiva, è guardata con diffidenza, come possibile vettore di malattie. Solo l’élite poteva continuare a lavarsi e, ad esempio in Francia, i dipinti rappresentanti le dame al bagno erano anche un soggetto legato a pratiche amorose di simbologie riferite alla fecondità.

Wladyslaw Slewinski, Femme peignants ses cheveux, 1897 © Photographic Studio of the National Museum in Krakow - Jacek Świderski

Wladyslaw Slewinski, Femme peignants ses cheveux, 1897 © Photographic Studio of the National Museum in Krakow – Jacek Świderski

La seconda tematica è La toilette “classique”. Toilette sèche, toilette sociale e indaga come nel XVII secolo sparisca il bagno, con le sue pratiche e rappresentazioni. Siamo in un secolo in cui le abluzioni si riducono spesso solo alle mani, mentre i gesti e i codici si portano sulla cipria e i capelli. Il luogo deputato è la camera, nello specifico un tavolo: ricoperta da un tappeto, la toilette è quel ripiano dove sono riposti lo specchio e gli unguenti. In questo bagno la donna non è sola ma contornata da domestici e visitatori. Terza tematica è Illustres solitaires e racconta dell’Europa del Nord, dove il bagno non è tematica così ricercata in quanto, incentrata sul realismo, la pittura si focalizza sul nudo, magari di fronte allo specchio. L’acqua è assente da queste rappresentazioni, mentre è indagata l’intimità solitaria della donna. Ultima tematica della prima parte è relativa a Les Lumières: ablutions partielles, discrétions et indiscrétions e illustra come nel XVIII secolo si assista a un progressivo ritorno all’acqua e, di conseguenza, la diversità dei gesti intimi rendono necessaria l’istituzionalizzazione di una pratica più riservata. Siamo di fronte a una nuova fase della toilette, più sensibile, ciononostante non si è ancora arrivati a una strutturazione domestica che comprenda un luogo deputato per queste attività. Nella rappresentazione pittorica, questa è l’epoca di incidenti discreti di voyeurismo, come quello di un intruso che entra nella camera oppure è nascosto dietro una tenda.

Frantisek Kupka, Le rouge à lèvres, 1908 © Centre Pompidou, MNAM-CCI, Dist. RMN-Grand Palais - Jean-Claude Planchet

Frantisek Kupka, Le rouge à lèvres, 1908 © Centre Pompidou, MNAM-CCI, Dist. RMN-Grand Palais – Jean-Claude Planchet

La seconda parte del percorso espositivo permette allo spettatore di vedere come nel XIX secolo si attui un profondo rinnovamento degli oggetti e delle modalità della pulizia e della cura del corpo. Nasce infatti il cabinet de toilette, luogo specifico e deputato a tali pratiche: Manet, Berthe Morisot, Degas e Toulose-Lautrec sono affascinati dalle donne che si lavano. Gesti rivelatori di una profonda intimità che tende alla modernità.
Una prima tematica è quindi Après 1800, la clôture de l’espace, dove, all’inizio del XIX secolo, si vede un cambiamento nella nozione di “privato”. È finita l’epoca della presenza altrui in bagno, nasce il privato a porte chiuse e la pittura rompe coi temi libertini del secolo e limita le rappresentazioni gestuali alle pettinature e all’abbigliamento. Solo l’incisione fa eccezione nel trattare i corpi con un erotismo discreto che suggerisce e non mostra. Arriviamo così a Fin XIX siècle: spécialisation du lieu et corps nouveau de la baigneuse dove, verso la fine del secolo, si arriva alla conquista dell’acqua. Occorre del tempo affinché l’acqua corrente sia distribuita nelle case e nei palazzi, ma una volta resa accessibile, anche la pratica delle abluzioni quotidiane diventa un’esigenza igienica. Ecco che il soggetto della donna al bagno ritorna nella pittura e anche il nudo viene rinnovato: il corpo umano viene rappresentato nella sua imperfezione e la pittura diventa un ritratto impeccabile di nuovi gesti e pose. Il gabinetto è lo scenario di questo teatro che si arricchisce di nuovi oggetti quali brocche e bacinelle.

Pierre Bonnard, Nu au tub, 1903 © RMN-Grand Palais - Mathieu Rabeau – ADAGP, Paris 2015

Pierre Bonnard, Nu au tub, 1903 © RMN-Grand Palais – Mathieu Rabeau – ADAGP, Paris 2015

L’ultima sezione è dedicata ai bagni moderni e decisamente più funzionali, pur rimanendo sempre luoghi privati di sogno. Incontriamo quindi La toilette dans tous ses états modernes. La rivoluzione compiuta nella rappresentazione della donna al bagno viene attuata da Degas alla fine del XIX secolo. Ciò che cambia non sono i soggetti rappresentati ma i punti di vista della rappresentazione, la composizione del quadro, il trattamento dei colori. Questa strategia, soprattutto cromatica, viene poi esaltata dai lavori di Pierre Bonnard e dalla rappresentazione del bagno come luogo di rifugio dal mondo esterno.
Avant-gardes. Le nu féminin, un problème formel?: nel XX secolo, per gli artisti delle avanguardie il corpo è una sfida alla rappresentazione della sensualità. Sono approcci diversi, che spaziano dalla rappresentazione classicheggiante o realistica, fino ad arrivare alla destrutturazione del corpo, privilegiando quindi l’emozione dello sguardo e non tanto la riproduzione fedele degli arti. Con Onguents et cosmétiques: la publicité et la peinture si affronta invece, all’indomani della Prima guerra mondiale, il ruolo di imprenditrici quali Helena Rubinstein, Esthée Lauder o Elisabetta Arden, che propongono le prime linee di cosmetici imponendo il concetto di casa di bellezza. Dieci anni più tardi la nascente fotografia pubblicitaria sostiene le campagne di questi prodotti di bellezza.

Pablo Picasso, Femme à la montre, 1936 © RMN-Grand Palais - René-Gabriel Ojéda © Succession Picasso 2015

Pablo Picasso, Femme à la montre, 1936 © RMN-Grand Palais – René-Gabriel Ojéda © Succession Picasso 2015

Infine, Notre temps. Negli Anni Zero diventa difficile individuare il tema del bagno. Con le conquiste dell’acqua e la stanza da bagno istituzionalizzata, la rappresentazione del nudo che si orna non è più attuale. Rimane nella fotografia la volontà di inseguire il corpo femminile: moda e pubblicità stimolano nuove ricerche e si arriva a una maturazione estetica nuova.
L’evoluzione del bagno è tutta qui. Non si tratta solamente di un luogo chiuso, è anche uno spazio privato dove l’individuo si adegua a un tempo che è solo suo. Il tema del bagno è un tema privato: in un limite spesso labile fra intimità ed esibizione, l’individuo si interroga sul concetto di limite, di privato, di sguardo. In perfetto equilibro tra conoscenza ed emozione, lo spettatore è coinvolto in una storia che gli appartiene ancestralmente. L’argomento toilette è sempre più attuale, come si è visto anche a Venezia, dove nel padiglione centrale, fra gli Elements of Architecture, era esposta una storia della toilette.
In un alternarsi di conquiste e prese di coscienza, l’acqua e lo spazio chiuso sono i due elementi di un dinamismo culturale che appartiene all’evoluzione stessa dell’essere umano.

Silvia Neri

Parigi // fino al 5 luglio 2015
La toilette. Naissance de l’intimité
a cura di Georges Vigarello e Nadeije Laneyrie-Dagen
MUSEE MARMOTTAN MONET
2, rue Louis-Boilly
+33 (0)1 44965033
www.marmottan.fr

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Silvia Neri

Silvia Neri

Silvia Neri nasce a Vicenza nel 1985. Si laurea nel 2010 in Filologia Moderna presso l'Università degli Studi di Padova con una tesi in Storia dell'Arte contemporanea su Cremaster 3 di Matthew Barney. Nel 2008/2009 collabora con il Centro Nazionale…

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