Invisibile è lo sguardo, metaforicamente, quando precipita in fondo a una cecità aurorale. E invisibili sono, al contempo, le cose intorno e di fronte. Ove la stessa coincidenza tra l’occhio che vede e l’oggetto guardato indica il processo di invisibilità in atto. La mostra inaugurata presso il ribattezzato Von Holden Studio di Palermo – quello che fino a pochi mesi fa era conosciuto come Zelle, strategico project space cittadino – traccia una possibile linea di lettura del paesaggio, rispetto alla visione: annientarsi, essere spazio di natura, essere come guardare, guardare come sentire, con tutti i sensi a inaugurare una dimensione nuova. Così, la distanza tra l’osservatore e il luogo osservato viene insolitamente contraddetta, saturandosi di un sentimento panico, d’assimilazione. Oltre la messa a fuoco, oltre il contorno e la forma. E nel cuore della visione si inaugura, via via, la scomparsa.
Così, scoprendo le opere degli undici autori, si inciampa in piccoli, preziosi nuclei pittorici: i disegni di Giuseppe Costa, distese di neve e di luce in punta di matita; le piccole tele di Giuseppe Adamo o di Vito Stassi, scivolate dentro un’oscurità progressiva; l’olio di Francesco De Grandi, apparizione romantica consunta dalla polvere, sul filo della memoria; i lavori su carta Francesco Surdi, delicate fotografie resuscitate come stampe laser, nella traccia di una stampante guasta e nell’accumulazione di un toner a intermittenza; le foto di Sergio Zavattieri, sagome di rovine classiche come proiezioni di un pensiero estinto, malinconico.

Sono esercizi di commozione e di contemplazione, uniti da un tentativo comune: cercare l’immagine fino a tradirla, a negarla, a sfaldarla. Cadervi dentro e non vedere più. Accompagnando il fruitore in questo medesimo spaesamento, tra dissoluzioni, annerimenti, nebbie impalpabili, docili campi di grigi e di bianchi, rocce senza peso, distese impallidite, volumi ridotti a ombre, a echi, a intuizioni. E lungo un tempo che sospende, muoversi nel vuoto, ma senza sbandare.
A guidare il passo sono i racconti sottovoce, residui di narrazione nascosti tra le immagini. Come nei fogli sciolti del piccolo art-book, confezionato da Federico Lupo: “Voi, presente nel segreto delle anime. Nella linea semplice e maestosa di questo panorama”.
Helga Marsala
Palermo // fino al 22 dicembre 2013
Lo sguardo invisibile. Un’indagine sulle possibilità del paesaggio
artisti: Giuseppe Adamo, Thomas Braida, Marco Cassarà, Giuseppe Costa, Francesco De Grandi, Federico Lupo, Giovanni Manunta Pastorello, Dario Pecoraro, Vito Stassi, Francesco Surdi, Sergio Zavattieri
VON HOLDEN STUDIO
Via Fastuca 2
339 3691961
[email protected]
www.vonholdenstudio.com