Tra gli incantesimi del MAMbo

MAMbo, Bologna - fino al 16 febbraio 2014. Chi sono le quattro donne che, a coppie e in penombra, si nascondono dietro la veste di Aracne nella tela di Antonio Carneo? Spie inviate dalla dea Atena? O un rebus rivolto allo spettatore? Ciò che accomuna arte e magia è che ogni domanda vale più della sua risposta.

La Grande Magia in mostra al MAMbo è lontana da esoterismo, nostalgia e primitivismo. Ha piuttosto a che fare con l’umanità. I libri prestati dall’Archiginnasio di Bologna e i disegni di Günter Brus ricordano che la carta, stampata o disegnata, libera o rilegata, conserva sempre un valore apotropaico. In passato i contadini immergevano i testi sacri negli abbeveratoi per curare i mali del proprio bestiame, oggi l’Opus Dei cataloga online i libri proibiti. In Die böse Ahnung, Brus raffigura una serpe nell’atto di mordere l’occhio di una donna. Bocca, orecchie e occhi, le cavità dell’uomo da cui si pensava che entrassero e uscissero i demoni, incuranti di chiavi e proprietà private.
Può forse la materia dell’immagine perdere la propria gravità in favore di stormi d’immagini temporanee e incorporee quali sono quelle della Rete? Roland Barthes forse più di tutti, scrivendo di una fotografia di sua madre da bambina, dimostrò come l’immagine cartacea e ingiallita non solo sia testimonianza di un’esistenza avvenuta, ma anche di un amore che nell’essersi incarnato in oggetto fotografico si alimenterà per sempre. La sofferta trasformazione dell’incorporeo in corporeo, miracolo sacro e profano della consustanziazione, costituisce la magia di un’arte che risponde al naturale bisogno dell’uomo di vedere e toccare. Necessità che spinse il neurologo francese Guillaume Duchenne de Boulogne a punzecchiare le palpebre dei suoi pazienti e a fotografarne l’atto.

Giulio Paolini, Tre pre tre (ognuno è l'altro o nessuno), 1998-1999 - Collezione UniCredit

Giulio Paolini, Tre pre tre (ognuno è l’altro o nessuno), 1998-1999 – Collezione UniCredit

Mentre Giulio Paolini domina la Sala delle Ciminiere con i suoi calchi di gesso bianco, troppo razionalistici e illuminati per non apparire folli, la scultura di cedro dipinto di Stephan Balkenhol blocca e fa risplendere un umano tozzo e dall’espressione idiota, quasi in odore di santità, come il principe Myškin nel celebre romanzo di Dostoyevsky.
Chi possiede le chiavi della magia? Idioti, folli, uomini di scienza, profeti, re taumaturghi si sono contesi per secoli la ricetta della pietra filosofale. Ma cos’è più sovrannaturale: parlare di metalli con un alchimista o andare a informarsi per un preventivo RC Auto e scoprire che l’impiegato delle assicurazioni con cui si sta parlando è Franz Kafka? Tim Gidal nel 1932 vedeva Kafka dappertutto e ne quintuplicò la faccia nel fotomontaggio Franz Kafka in Prag. Il poeta, l’artista, è mago. Nel VII secolo a.C. Alcmane, in un verso folgorante sul suo essere poeta, scrisse: “Conosco il canto di tutti gli uccelli”.
Quando l’artista si cala a tal punto nella natura, non solo nascono gli incontri e scontri delle opere di Christo, ma anche possibilità di inventare leggi nuove, come accadeva nell’astrattismo pre-modernista: durante le avanguardie, sulle tele di Léger, di cui è presentata Composition à la feuille, e dei suoi ultimi discendenti, come il giovane e raffinatissimo Matthias Weischer.

Fernand Léger, Composition à la feuille, 1926 - Collezione UniCredit

Fernand Léger, Composition à la feuille, 1926 – Collezione UniCredit

La magia è viva nella quotidiana conversazione quando si pronunciano parole come Oriente e Occidente, dimentichi di star parlando del carro del Sole che si leva e discende. Il merito della mostra al MAMbo e del grande impegno curatoriale che ne sta alla base sta nell’evidenziare come la magia s’intersechi al mondo dell’immagine e del corpo anche quando non è ricercata o quando pensata antagonista del progresso scientifico. Quadri, sculture, fotografie e cinema ne sono invasi e invasori, come Josef Sudek che mise piede nel giardino delle delizie del Prof. Rothmayer e ne scattò una foto come se avesse davanti una dea al bagno.

Sofia Silva

Bologna // fino al 16 febbraio 2014
La Grande Magia. Opere scelte dalla Collezione UniCredit
a cura di Gianfranco Maraniello e Walter Guadagnini in collaborazione con Bärbel Kopplin
MAMBO
Via Don Minzoni 14
051 6496611
[email protected]
www.mambo-bologna.org

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