Enrico Savi e l’erbario lo-fi

Dalle ginestre di Leopardi ai gelsomini pascoliani. Echi letterari nelle fotografie di Enrico Savi, che restringe il campo del paesaggio fino a calare sul dettaglio di fiori e piante. La seducente estetica imperfetta delle sue istantanee alla Nur Gallery di Milano, fino al 3 marzo.

Arriva dal paesaggio Enrico Savi (Milano, 1976) e da lì, in fondo, non si muove: sostituendo semmai al binocolo il microscopio, sfocando nelle sue composizioni – rigorosamente a bassa definizione – le caleidoscopiche meraviglie dell’elemento naturale. Impressioni e sovraimpressioni, ottenute manipolando quello straordinario Photoshop analogico che è una Holga, macchinetta d’altri tempi riesumata a oggetto d’arte; catalogo di un erbario lo-fi, dove gli echi e i riferimenti sono più letterari che visivi.
Le accese mollezze dei petali si svelano cartolina per un erotismo incerto fra tenerezza e voyeurismo, che arriva dritto dal Gelsomino notturno di Pascoli; le spigolose linee di certe piante evocano frattali, svaporando nella mitologica e disperata dichiarazione d’identità delle ginestre leopardiane. L’immagine da vintage si fa immediatamente hi-tech: dalle foto in pellicola a basso costo si passa al video formato smartphone, acceso in una iridescenza che porta al cortocircuito cromatico.

Francesco Sala

Milano // fino al 3 marzo 2013
Enrico Savi – Flore-Alia Vertigo
NUR GALLERY
Corso Italia 9
02 58308360
[email protected]
www.arsprima.it

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