
Eterno, il mare tra le terre assiste all’onda che scuote le terre di Spagna, che sferza da Palermo a Tel Aviv, che impazza l’Egeo, che matura i fiori rossi della primavera di Tripoli. Strano posto la Calabria; il paradosso è il suo paradigma. Pendant di bellezza e crudeltà, perenne depressa e sposa sacrificale della più florida multinazionale italiana, monti aspri e acque argentine. Come vittima di un incantesimo, la Calabria rivela a ogni volto la maschera di un paradosso, anche in arte contemporanea.
Esclusa dai riti dell’arte per dieci mesi l’anno, Catanzaro sa inventarsi, a luglio, la chiave di un’assordante ribalta. Con Daniel Buren, Intersezioni si garantisce un lampo di luce di intensità internazionale, un abbaglio prima del sopravvento dell’ombra.
Buren è invitato a colonizzare il MARCA e il Parco Archeologico di Scolacium. Il contributo del curatore può rivelarsi qui fondamentale; il suo spessore si misura nella lucidità del suo sguardo. Nonostante l’attuale scenario storico miri alla definizione di una dimensione mediterranea “altra” rispetto a quella “atlantica”, Intersezioni ricorre inevitabilmente a risorse intellettuali ed estetiche prettamente continentali. Negli spazi del MARCA, le opere di Buren diventano pagine di immediata lettura visiva, nella dimensione conclusa e astratta del museo però, i lavori rinunciano al rapporto col reale, al confronto che è il sale del lavoro del francese.

Diagnosi opposta per Scolacium. Per chi si misura da anni con la natura pubblica di giardini e spazi urbani, la viva storia che permea potente dalle vestigia del parco costituirebbe per l’artista un panorama inedito di possibili tangenze e confronti. Nel merito, le opere galleggiano nel limbo della piccola irriverenza cromatica, dell’inchino pigro al sacro classico imperituro.
La poetica/politica di Buren si sostanzia tra riconoscibilità del segno e straripamento dell’arte nel mondo. L’insistenza delle bande di colore paiono l’epilogo hollywoodiano della medesima saga che per altri autori di metà Novecento è rimasto televisivo, a emittenza locale. In clima di rifondazione del ruolo dell’arte contemporanea, il lavoro di Buren si rivela eterno figliol prodigo dell’equivoco avanguardista di Mr. Novecento.
Luca Labanca
Roccelletta di Borgia // fino al 7 ottobre 2012
Daniel Buren – Costruire sulle vestigia: impermanenze. Opere in situ
PARCO ARCHEOLOGICO DI SCOLACIUM
Via Scylletion 1
MARCA – MUSEO DELLE ARTI DI CATANZARO
via Alessandro Turco 63
0961 746797
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