
Adalberto Abbate (Palermo, 1975) propone un’edizione site specific di un progetto già presentato nella propria città natale: una serie di scatti fotografici in cui l’artista, bomboletta in mano e bocca coperta, simula di essere l’autore di centinaia di frasi sparse nelle zone urbane. Fornendo un’identità, sia pure fittizia, a espressioni concrete ma anonime, Abbate approfondisce la riflessione sulla differenza tra rivoluzione e rivolta. Un’immagine stampata in formato più grande ci avvisa: “If voting changed anything they’d made it illegal”; come dire, se il cambiamento è possibile solo se non è istituzionalizzato, allora tutto il resto non è che dialettica interna al potere.

Considerando le piccole sculture che completano l’esposizione, e più in generale il nucleo delle opere passate, si ha l’impressione che l’elemento fondante dell’immaginario critico di Abbate sia l’icona – quell’immagine che, acquisendo il massimo di riconoscibilità attraverso appropriazioni e abusi, perde ogni riferimento al significato originale. Da qui il sospetto e la necessità di comprendere se la democrazia, sempre così vicina alla demagogia, non appartenga essa stessa all’immaginario iconico più che alla prassi politica.
Matteo Innocenti
Firenze // fino al 2 marzo 2012
Adalberto Abbate – Firenze says
a cura di Pietro Gaglianò
SRISA – Gallery of Contemporary Art
Via San Gallo 53r
055 4627374
[email protected]
www.santareparata.org