Gentile come un battito d’ali, indecifrabile come una traiettoria aerea, fragile e sicuro come un guscio. Il gesto di chi intreccia cumuli di foglie e rami è uguale a quello di chi traccia segni sul foglio: linee discontinue e precarie, per raccontare i movimenti di una scrittura stesa nel vuoto. Così s’incontrano le astrazioni naturalistiche di Tellas e le tavole ornitologiche di Martina Merlini, tirate via nella delicatezza di una scia di grafite. Poi i cinguettii noise di Enrico Gabrielli, trame di suoni intermittenti, sinuosi. Ma Asylum è anche un sorprendente nido oversize, micro-unità abitativa da cui partire e a cui tornare, seguendo l’andamento cartografico di una mappa che è tutta negli occhi, nella testa. Come quando gli uccelli, con quei sottili aghi di magnetite custoditi nel cervello, non smettono d’orientarsi nel blu e di procedere. Ad infinitum.
Helga Marsala
Palermo // fino al 31 luglio 2011
Asylum
a cura di Guillaume Von Holden