La natura incontra il suo doppio digitale in una mostra che sta per aprire all’Orto Botanico dell’Università di Padova, un luogo insolito e affascinante che fa parte del Patrimonio Unesco. Prodotta dalla Fondazione Alberto Peruzzo in collaborazione con la Galleria Marignana Arte di Venezia, Seconda Natura è una personale di Quayola (Davide Quagliola; Roma, 1982), artista romano da molti anni residente a Londra, molto noto a livello internazionale. La sua ricerca, che si sforza di trovare nuove modalità estetiche e concettuali per comprendere la tecnologia e soprattutto per mettere a fuoco il suo ruolo all’interno dei meccanismi di percezione e comunicazione umana, ha spesso preso come punto di partenza gli elementi naturali, con predilezione per piante e giardini.
TRA NATURA E ARTIFICIO
Negli spazi dell’Orto Botanico verranno esposte opere delle serie Remains e Jardins d’Été, che hanno per soggetto fiori e foreste, richiamandosi anche alla grande tradizione della pittura di paesaggio ottocentesca, dagli Impressionisti a Vincent van Gogh. La visione dell’uomo e quella della macchina qui si intrecciano e compenetrano, dando vita a un’estetica ibrida, complessa, in grado di superare qualsiasi contrapposizione dualistica tra naturale e artificiale. Nei Jardins d’Été ad esempio, i segni di colore evocano la pittura impressionista, ma le pennellate sono in realtà generate, sempre diverse, da una serie di algoritmi. La foresta spettrale di Remains, invece, è ricostruita a partire da una serie di dati numerici raccolti tramite la tecnica del laser scanning 3D e poi trasformanti in una nuvola di fittissimi puntini bianchi.
– Valentina Tanni