Tre app per Indiana Jones da spiaggia

È bella e spregiudicata, l’archeologa che esplora La Ciudad de las Nubes in Colombia. Ed è protagonista di una app avventurosa e pure un po’ lussuriosa. E poi ci sono i database per gli archeologi fai-da-te (attenzione però: i beni comuni non si toccano!) e i giochi a base di reperti biblici. Per un’estate con la pala in mano.

To the City of the Clouds
To the City of the Clouds

TO THE CITY OF THE CLOUDS
Incentrata sulla città perduta inca nota come La Ciudad de las Nubes, sulle montagne della Colombia, ha un fascino tutto particolare perché interamente basata sullo storytelling. To the City of the Clouds è un emozionante romanzo d’avventura interattiva dove le scelte determinano il seguito della storia. Il gioco è basato sul testo, senza grafica o effetti sonori, ma alimentato dal potere dell’immaginazione. Una giovane archeologa dovrà combattere serpenti velenosi, disastri tropicali e l’esercito di guerriglia delle FARC per assicurarsi la fama, la fortuna e un’importante cattedra in una prestigiosa università. Il tutto condito da alcol, giovani assistenti lussuriosi e spiriti inca. Scegliete personaggio, orientamento sessuale (per i giovani assistenti lussuriosi…) e propensione a portare strani vestiti dei nativi. Poi lasciatevi trasportare dalla narrazione.

www.choiceofgames.com/to-the-city-of-the-clouds/
costo: € 1,53 (Android) / € 1,99 (Apple)
piattaforme: iPhone, iPad, iPod touch, Android

Il contenuto prosegue a seguire

Iscriviti a Incanti. Il settimanale di Artribune sul mercato dell'arte

 
 
Archaeology Sample Collector
Archaeology Sample Collector

ARCHAEOLOGY SAMPLE COLLECTOR
Archeologo fai da te? Studente al primo scavo? Questa app permette di creare un database semi-professionale dei reperti ritrovati. Ricordando a tutti coloro che scaricano questa applicazione che è illegale collezionare reperti in modo autonomo, questa app permette risultati eccezionali, a partire dalle opzioni di condivisione e sincronizzazione o esportazione dei dati in un foglio excel per poterci lavorare sul proprio computer. Si possono inserire automaticamente le coordinate GPS del ritrovamento e la visualizzazione su Google Maps; e poi foto, temperatura e condizioni atmosferiche, peso, dimensioni, nonché coordinamento dell’attività del team. La virtual archaeology è stato uno dei primi banchi di prova per l’utilizzo delle tecnologie nel patrimonio, e finalmente una app “prosumer” mette a disposizione quel bagaglio di tecnologie che accompagnava gli archeologi. Ora però basta un tablet.

http://play.google.com   
costo: free con in-app purchases per servizi ulteriori
piattaforme: Android

Dig Quest: Israel
Dig Quest: Israel

DIG QUEST: ISRAEL
Ben fatta e sviluppata scientificamente su una serie di reperti del territorio israeliano messi a disposizione dall’Israel Antiquities Authority, comprende anche i Rotoli del Mar Morto, una fra le più importanti scoperte archeologiche del XX secolo. Un po’ troppo “religion-oriented”, presenta la Genesi 1.1 con il racconto della creazione, i Dieci Comandamenti, i Salmi e altri 2.000 manoscritti per bambini dai 7 agli 11 anni, i quali possono affacciarsi all’archeologia con giochi simili a quelli delle numerose app di archeologia, ma stavolta su reperti originali. I giocatori possono scegliere tra due siti di scavo, di cui ognuno richiede l’utilizzo di differenti competenze archeologiche. Interessante la parte con un antico mosaico di epoca romana, che permette di individuare e classificare gli animali e gli oggetti riprodotti. Ogni sito dispone di scoperte che raccontano all’utente la storia dello scavo e dei manufatti.

www.craterhouse.com
costo: gratis
piattaforme: iPhone, iPad, iPod touch, Android

Simona Caraceni

Articolo pubblicato su Artribune Magazine #24

Abbonati ad Artribune Magazine
Acquista la tua inserzione sul prossimo Artribune

Iscriviti alla nostra newsletter
CONDIVIDI
Simona Caraceni
Simona Caraceni, giornalista pubblicista, si occupa di nuove tecnologie e multimedialità dal 1994, fondando con Pier Luigi Capucci "NetMagazine" poi "MagNet", la prima pubblicazione elettronica in Italia. Ha insegnato all'Università di Bolzano, Macerata, Firenze, lo IED e la NABA di Milano, il DAMS e il Dipartimento di Informatica dell'Università di Bologna, e in numerosi corsi di aggiornamento professionale. Come attività di ricerca fa parte del Planetarium Collegium, il network internazionale di studiosi, artisti e docenti che approfondiscono il rapporto fra arte e tecnologie. È PhD in Aesthetics and Technology per il Planetary Collegium (University of Plymouth). Membro ICOM dal 2007, ha fatto parte dell'Executive Board di AVICOM dal 2010 al 2019 anche come vicepresidente e segretario generale e ha fondato e coordinato la Commissione tematica Audio-Visivi e Nuove Tecnologie di ICOM Italia dal 2007 al 2016 Nell'ambito della ricerca applicata si occupa di "musei virtuali", augmented reality, didattica tramite le nuove tecnologie e interaction design. Insegna “Museology, museography e virtual environments” presso la laurea magistrale internazionale “Digital Humanities Digital Knowledge” dell’Università di Bologna.