Fashion Trust Arabia è l’evento che porta la moda a Doha (con super omaggio a Miuccia Prada)

Abbattere i confini della moda e promuovere al contempo i talenti locali. È ciò che fa Fashion Trust Arabia, premiando nell’edizione 2025 Miuccia Prada per la sua lunga carriera 

Quando un premio rivela l’identità culturale di un Paese. Nel National Museum of Qatar, dove la geometria di Jean Nouvel sembra dilatare il tempo più che lo spazio, l’evento Fashion Trust Arabia ha dimostrato grande lungimiranza. Non con l’annuncio dei vincitori, né con l’ingresso delle celebrity internazionali, ma con un discorso: quello della Sheikha Al Mayassa bint Hamad bin Khalifa Al Thani, presidente dei Musei del Qatar e co-presidente di Fashion Trust Arabia (FTA) con Tania Fares. Un discorso tenuto in onore della stilista italiana Miuccia Prada, premiata con il Lifetime Achievement Award, che ha aperto una finestra su qualcos’altro: la relazione profonda, personale e culturale che lega Sheikha alla moda e, attraverso di lei, il Qatar alla costruzione di un proprio linguaggio creativo.

Fashion Trust Arabia è l’evento che porta la moda a Doha (con super omaggio a Miuccia Prada)
Sheikha Al Mayassa bint Hamad bin Khalifa Al Thani, Tania Fares e Sua Eccellenza Sheikha Moza bint Nasser

Fashion Trust Arabia 2025 e Prada

Prima ancora di parlare di moda, Sheikha Al Mayassa ha introdotto un modo di guardare: osservare, interrogare, mettere in discussione. “No video could ever capture all the fossils of Mrs. Prada. Her universe was built on culture, not on trends”. Ecco la traslazione di Prada da icona del lusso a figura che manipola l’immateriale: tempo, memoria, stratificazione culturale. Poi, nel racconto di Sheikha, arriva il “sì”: quello che Miuccia pronunciò quando ancora nessun’altra maison europea aveva l’interesse — o il coraggio — di misurarsi con l’abaya. Da quel sì nasce anche l’abaya-raincoat dei Mondiali: un oggetto che si muove tra funzione e simbolo, tra quotidiano e rappresentazione, tra Oriente e Occidente. È lì che la moda smette di essere superficie e si rivela come dispositivo culturale mobile, capace di farsi traduzione senza mai diventare semplificazione. La parte più sorprendente del discorso, però, non è stata quella pubblica. 

Sheikha ha definito Prada “un’incubatrice di speranze e visioni”, una figura che ha saputo ascoltare e, soprattutto, legittimare un percorso culturale personale e nazionale, rivelando la natura profonda di Fashion Trust Arabia: FTA non nasce per imitare modelli occidentali ma per costruire un ecosistema. Non premia semplicemente designer: trasferisce competenze, costruisce infrastrutture creative, inventa linguaggi. 

Fashion Trust Arabia è l’evento che porta la moda a Doha (con super omaggio a Miuccia Prada)
Miuccia Prada

I vincitori di Fashion Trust Arabia 2025

I designer premiati quest’anno — da Youssef Drissi a Ziyad AlBuainain, passando per Talel, FYR Jewelry e l’innovazione di Touchless — non costituiscono un semplice elenco. Disegnano una mappa in movimento: un sistema moda mediorientale che sta imparando a parlare con voce propria, evitando il riflesso condizionato dell’imitazione europea.Il valore del premio non è nel riconoscimento, ma nel processo che permette ai designer di orientarsi, formarsi, posizionarsi.

Fashion Trust Arabia è l’evento che porta la moda a Doha (con super omaggio a Miuccia Prada)
Miuccia Prada

Perché Miuccia Prada ai FTA 2025

Quando Sheikha l’ha definita “my Italian mother”, ha fatto una dichiarazione di un’alleanza culturale. Prada, nel suo racconto, diventa la figura che ha legittimato un percorso, che ha ascoltato e a volte anticipato le esigenze culturali di un Paese in trasformazione. Non stupisce quindi che Fashion Trust Arabia abbia scelto proprio lei come simbolo di un premio che vuole incoraggiare la complessità, non la perfezione. 

A Doha, la moda non è un ornamento del soft power e Fashion Trust Arabia usa la moda come mezzo per discutere identità, istituzioni, futuro. In quella sala — più che nei nomi degli ospiti o nel glamour delle presenti — si è percepito un punto di svolta: la moda può diventare un linguaggio diplomatico, un ponte tra culture, un archivio vivente. E il fatto che questa consapevolezza arrivi da una voce come quella di Al Mayassa conferma che il Qatar, oggi, sta facendo della moda una vera costruzione culturale.

Samantha De Reviziis

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