
Da quando è attiva la Zona a Traffico Limitato del Quadrilatero della Moda, non sembra essere andata bene per via Monte Napoleone, almeno a detta di alcuni operatori anche se ogni sopralluogo che abbiamo fatto ha dimostrato una strada piena di persone e clienti contenti di una strada meno invasa dalle auto. Attiva da maggio a settembre in fase di pre-esercizio, con l’introduzione delle multe solo dal 15 settembre 2025 per approfondire l’analisi dei flussi veicolari e valutare possibili correttivi alla misura, ha generato timori per il futuro della strada più importante del lusso. Ma ci sono motivi di preoccupazione reali o è la solita paura del cambiamento? Non bisogna dimenticare che quando a Milano si decise di pedonalizzare il vicino Corso Vittorio Emanuele, i commercianti gridarono al disastro convinti del fallimento diffuso delle loro attività. Oggi i risultato ci dicono che avevano sbagliato ogni fosca previsione.
ZTL “Quadrilatero della Moda”
Come riporta Palazzo Marino sul proprio sito web, la ZTL “Quadrilatero della Moda” prevede il divieto di accesso e circolazione, dalle ore 00:00 alle ore 24:00 di tutti i giorni della settimana, a eccezione di alcune categorie di veicoli — e di alcuni soggetti giustificati, dai residenti ai fiorai, fino agli artigiani. Ma va chiarito un punto fondamentale, come afferma Guglielmo Miani, Presidente e fondatore dell’associazione MonteNapoleone District, nata nel 2010 e che oggi conta circa 150 membri: “Non è vietato entrare nel Quadrilatero, ma l’accesso è consentito solo se si parcheggia nelle autorimesse autorizzate. Il problema è che i parcheggi disponibili sono troppo pochi per accogliere la clientela di via MonteNapoleone e delle vie limitrofe. Questo è il primo motivo per cui la ZTL, così com’è stata pensata, non porta beneficio a nessuno e scoraggia la clientela altospendente a venire in zona per fare acquisti”.
Gli obiettivi della ZTL “Quadrilatero della Moda”
Secondo i dati, dall’introduzione della ZTL si è registrata una riduzione del traffico del 20% (dati Osservatorio digitale di Deloitte relativo al monitoraggio del traffico nel Quadrilatero) e un calo dei fatturati degli associati in media del 20% con punte fino al 60% (dati sondaggi interno tra associati di MonteNapoleone District). “Pensare che da gennaio a maggio eravamo a +20%”, spiega Miani riferendosi al periodo precedente all’introduzione della zona a traffico limitato, manifestando l’opinione che tale scelta non stia funzionando e che, anzi, stia danneggiando l’economia del distretto. “Lo dico da persona che ha sostenuto con convinzione l’Area C, che ha davvero liberato Milano dal traffico e migliorato la qualità dell’aria. Noi avremmo preferito un’altra soluzione, una sorta di “Area D”: chi entra nel Quadrilatero paga un pedaggio, magari 3, 5 o 7 euro. In questo modo si mantiene l’accessibilità, ma con un controllo intelligente”. Ma in un contesto in cui il calo dei fatturati è una faccenda globale, come si fa a dare la colpa ad una ZTL? Sicuramente i dati andranno analizzati dopo molto più tempo.
I risultati della ZTL “Quadrilatero della Moda”
La chiusura al traffico attivata oggi fa parte di un progetto più ampio da parte dell’amministrazione che vorrebbe pedonalizzare un’ampia area del centro storico, puntando a chiudere alle auto entro il 2027 dal castello Sforzesco a corso di Porta Venezia. Obiettivo che, secondo i risultati del monitoraggio effettuato, il Comune di Milano sta raggiungendo. Infatti, il traffico automobilistico all’interno dell’area è diminuito del 13,38%. Parallelamente, si è registrato un incremento dei transiti di taxi (+30,09%), motocicli (+18,70%) e NCC fino a nove posti (+19,95%). In calo, invece, le categorie che avevano presentato richieste di revisione della normativa: artigiani, manutentori e impiantisti (-35,44%), così come i veicoli destinati al trasporto merci, compresi quelli per il fresco (-31% e -27%). Contestualmente, la mobilità pedonale ha mostrato un netto aumento: da quando la ZTL è entrata in funzione, i flussi di passaggio a piedi sono cresciuti di circa il 12%. Oggi oltre 115mila persone attraversano quotidianamente la zona, con punte di circa 8.400 pedoni ogni ora tra le 11 e le 18. Non è da escludere insomma che la cliente altospendente si abituerà a fare sostanziosi acquisti facendosi una passeggiata a piedi come si fa a Via Condotti a Roma.
La clientela di via MonteNapoleone
Questa strategia, però, potrebbe non essere ideale per il target di via Monte Napoleone secondo l’associazione di zona. Dice Guglielmo Miani: “Il cliente non arriva in tram, in bicicletta o in autobus. Se uno compra un orologio da 20 mila euro, non sale sulla metro con la borsa in mano. Sale su un’auto sicura e torna a casa. È una questione di sicurezza e di comfort”. Non si capisce però perché questa auto debba essere per forza una vettura privata e non un NCC o un taxi. Ma chi sono i nuovi clienti? Sono persone con elevata capacità di spesa, che i brand stanno “coccolando” attraverso negozi non più pensati per acquistare e basta, piuttosto per vivere esperienze lussuose quanto totalizzanti. Che sia il nuovo negozio di Louis Vuitton con bar e ristorante annessi, la boutique d’artista firmata Fendi (anche questa con super ristoranti in apertura all’interno) o quella appena rinnovata da Tiffany & Co. Così il Quadrilatero si sta trasformando: “Oggi gli store sono diventati più grandi, più esperienziali, più artistici. Abbiamo anche favorito l’apertura di ristoranti e locali di alta gamma, per offrire esperienze complete ai nostri visitatori e combattere lo spopolamento dell’area dopo la chiusura dei negozi”. Ma se tutto si rinnova, come mai i commercianti continuano a lottare per uno spazio pubblico fermo ai modelli di cinquant’anni fa con auto dappertutto e addirittura una fila di auto parcheggiate a fianco di marciapiedi striminziti?

Il futuro incerto di via MonteNapoleone
Il fatto, secondo Miani, è che la via è sempre stata scelta per la qualità dei marchi e della clientela, non per la quantità di passaggio. “Pensare addirittura alla pedonalizzazione sarebbe una follia. Tutte le vie del lusso nel mondo sono aperte al traffico. Monte Napoleone non deve diventare una copia di Corso Vittorio Emanuele o della Galleria. Quelle sono già aree pedonali perfette per chi vuole passeggiare e guardare le vetrine. Monte Napoleone è un’altra cosa: è un distretto di lusso, dove bisogna facilitare l’arrivo della clientela, non renderlo più difficile”. In realtà basta guardare le altre principali città turistiche e del lusso in Italia (Roma e Firenze) per smentire l’assunto che “tutte le vie del lusso sono aperte al traffico”. E a Torino è in corso la pedonalizzazione di Via Roma mentre Via Lagrange è già pedonale senza che Prada o Gucci si siano stracciate le vesti. Anzi. A suo dire, “non c’era alcuna necessità di chiudere al traffico via Monte Napoleone per motivi di viabilità. Non è mai stata una zona congestionata. Anzi, con le nuove restrizioni sugli orari di carico e scarico si è creato l’effetto opposto: durante le poche ore consentite, i furgoncini si accalcano e bloccano la circolazione, restando lì tutto il giorno, accettando di pagare la multa. Il risultato è un degrado estetico evidente”. Degrado estetico che c’è, è vero, e che potrebbe scomparire ridisegnando lo spazio pubblico con marciapiedi più ampi, eliminazione della sosta, verde.
Lo stato di via MonteNapoleone
“Siamo la prima via al mondo dello shopping e con lo scontrino medio certificato più elevato per fatturato, e tra le più care in termini di affitti al metro quadro (report Cushman & Wakefield 2024). Abbiamo superato, in 15 anni, strade come Bond Street, Avenue Montaigne, Madison Avenue. E tutte queste vie sono aperte al traffico”, continua Miani in un confronto con Artribune dopo aver lanciato l’allarme a settembre. “Le uniche pedonali nel mondo sono quelle con un’offerta diversa. La quantità di persone che passano non è ciò che conta. Non è il flusso che fa il successo, ma la qualità del flusso e il fatturato”.
Certezze e dubbi sulla ZTL “Quadrilatero della Moda”
Se la soluzione fosse nel mezzo? Giusto spronare i pedoni e mezzi che non inquinano l’ambiente, altrettanto favorire la clientela tipica della zona (che secondo i dati dei commercianti sarebbe per circa il 90% italiana). Per analizzare i cambiamenti però ci vuole tempo e occorrono dati incontrovertibili. Nel frattempo c’è una cosa indubbia: Via Monte Napoleone (e anche altre strade del Quadrilatero) sicuramente meritano meno afflusso di auto, ma altrettanto hanno bisogno di un nuovo disegno e di un restyling urbanistico che ci faccia dimenticare le distese di auto in sosta e i micro-marciapiedi in catrame dove è obbligatorio camminare in fila indiana. Ovvio che se lo spazio pubblico è ridotto così i clienti si siano abituati a venire in auto.
Giulio Solfrizzi
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