Moda, attivismo e ruolo degli archivi. Intervista ad Andreas Kronthaler, storico direttore creativo di Vivienne Westwood

Il partner creativo e marito della stilista racconta come il suo lascito unisca fashion, attivismo, archivi vivi e collaborazioni con le istituzioni. Abbinata, gli scatti di Luca Anzalone reinterpretano il marchio

A Innsbruck, nel 1966, nasce Andreas Kronthaler, stilista nonché partner creativo e marito di Vivienne Westwood. Dopo aver studiato arte e design, ha incontrato la creativa britannica negli Anni ’80 mentre frequentava l’Università di Arti Applicate di Vienna. Così iniziano a lavorare insieme, diventano una coppia di fatto e Kronthaler assume il ruolo direttore creativo del marchio nel 2022. Contribuendo a mantenere viva l’estetica provocatoria del brand e promuovendo uno stile che fonde elementi storici, teatralità e una forte sensibilità politica e sociale.

01 andreas kronthaler photographed by juergen teller Moda, attivismo e ruolo degli archivi. Intervista ad Andreas Kronthaler, storico direttore creativo di Vivienne Westwood
Andreas Kronthaler photographed by Juergen Teller

L’abbiamo intervistato, accostando alle risposte gli scatti dell’artista Luca Anzalone (1995), i cui collage spaziali e DIY combinano materiale d’archivio, fotografie, pattern delle collezioni Westwood, vernice spray, colori a olio e fili metallici.

L’intervista al direttore creativo di Westwood Andreas Kronthaler

Per lei tutto parte dall’idea di moda come pensiero, tradotta in un sostegno concreto dell’arte contemporanea.
Sono appena tornato dal galà dell’amfAR di Salisburgo, dove abbiamo lavorato alla creazione di costumi per l’opera Jedermann, partendo dagli abiti originali del dipartimento costumi del Festival di Salisburgo, poi venduti all’asta a beneficio della causa. I pezzi sono stati smontati, combinati, ricuciti e mescolati con elementi delle collezioni attuali per raccontare una nuova storia nel nostro stile. È stato un privilegio lavorare con i costumi, scoprirne i segreti e, soprattutto, raccogliere fondi per amfAR. Il teatro è vitale. Noi scegliamo progetti che supportano la cultura e l’attivismo in modo autentico per la maison. 

Da anni la maison intreccia attivismo e business. Come rispondete alla tensione tra attivismo e vendite che riconosce essere un equilibrio delicato?
Usiamo il nostro lavoro per trasmettere messaggi. Lo slogan preferito di Vivienne, “Buy Less, Choose Well, Make It Last”, rimane la filosofia più importante della maison. Si tratta di prestare attenzione, essere consapevoli, acquistare un grande capo che amerai per anni. È una questione di rispetto per Madre Natura: la prima regola del ridurre, riutilizzare e riciclare è rifiutare. Le strette relazioni create da Vivienne nel mondo della beneficenza e dell’attivismo proseguono ancora oggi. Questa capacità di unirsi sotto obiettivi comuni crea comunità, e le comunità sono una fonte enorme di potere per il cambiamento.

Il collezionismo e l’artigianalità secondo Andreas Kronthaler

Nelle sue dichiarazioni emerge anche una vena collezionistica (Art Nouveau, porcellane, orologi) e, nella sua biografia familiare, un forte rapporto con l’artigianato e la materia.
Sono sempre molto attento a come vengono fatte le cose; per me è quasi più importante di come appaiono. Tutto si alimenta a vicenda, tutto è connesso: il libro che leggi, la mostra che visiti, il viaggio che fai. Tutto accade dentro di te. Non sai mai come e quando emergerà, ma tutto è importante. Abbiamo contribuito con alcuni look alla nuova mostra Marie Antoinette Style per il V&A e a Desire and Decay in Fashion al Barbican. Si tratta di condividere il proprio lavoro con il mondo e di cogliere l’opportunità di collaborare con istituzioni culturali.

Ad esempio, le aste di Christie’s hanno destinato risorse alla Vivienne Foundation, ad Amnesty, a MSF e a Greenpeace. Cosa avete imparato sulla governance del mecenatismo di una maison?
Siamo stati molto fortunati a poter lavorare con il fantastico team di Christie’s per realizzare questo progetto irripetibile. Una delle cose più belle è stata dare ai vestiti una seconda vita. Alcuni acquirenti erano istituzioni artistiche: i capi diventeranno parte delle loro collezioni permanenti. Un’altra cosa straordinaria è stata che oltre 20.000 persone sono passate dalle porte di Christie’s per visitare la mostra che abbiamo allestito per l’asta. Il nostro sogno sarebbe creare una risorsa educativa permanente per il pubblico.

Il modello culturale della maison Westwood

C’è una mostra itinerante, Vivienne Westwood & Jewellery, che presenta i pezzi come objet d’art. Quale modello culturale propone per la maison: museo diffuso, archivio vivente o piattaforma curatoriale?
La mostra è pensata per raccontare la nostra storia, che supera i trent’anni, nel design di gioielli. Lo desideravamo da molto tempo ed è un’esperienza emozionante poter documentare e dare forma a questo lavoro da condividere con il mondo. Ti offre una prospettiva nuova: capisci e vedi ciò che hai fatto, e questo ti aiuta ad andare avanti.

Quale ruolo attribuisce oggi all’archivio?
Abbiamo sempre mantenuto un archivio, strumento fondamentale nel nostro processo. Ci metti dentro le cose e, quando ne hai bisogno, le prendi e le usi per ciò su cui stai lavorando. È il luogo dove conservi il lavoro.

Progetto a cura di Alessia Caliendo

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Alessia Caliendo

Alessia Caliendo

Alessia Caliendo è giornalista, producer e style e visual curator. Formatasi allo IED di Roma, si è poi trasferita a Londra per specializzarsi in Fashion Styling, Art Direction e Fashion Journalism alla Central Saint Martins. Ha al suo attivo numerose…

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