Il grande stilista Roberto Capucci festeggia i suoi 94 anni con una mostra in Veneto

I suoi “abiti scultorei”, direttamente ispirati all’arte antica italiana che va da Giotto a Tiepolo, lo hanno reso famoso in tutto il mondo. Oggi arrivano in mostra a Villa Pisani a Stra, esposti in un affascinante dialogo con gli ambienti del palazzo

Roberto Capucci, da tutti riconosciuto come uno dei più grandi creatori di moda, è un personaggio a cui il termine stilista va piuttosto stretto. È amante dell’arte e della concezione scultorea dell’abito: negli anni è stato definito tanto sarto, quanto artista e scultore. A 94 anni dalla nascita, Villa Pisani a Stra (in provincia di Venezia) gli dedica questa mostra.

Chi è Roberto Capucci

In un’intervista concessa ad Oriana Fallaci nel 1961, Roberto Capucci afferma che “la moda non è ornamento, è architettura. Non basta che un vestito sia bello, dev’essere costruito come un palazzo poiché come un palazzo esso è la materializzazione di un’idea”. Definito di volta in volta sarto, artista, stilista e scultore, Roberto Capucci ha uno stile inconfondibile che si esprime mediante “plissé finissimi e volute plastiche, tra infiniti blu e origami arcobaleno tinti a Lione, tra taffetà ermesini tessuti artigianalmente su telai del Cinquecento e fibre high-tech come segni sartoriali di modernità”. In oltre 70 anni di carriera i suoi abiti scultorei hanno fatto il giro del mondo. Vestendo icone come Marilyn Monroe, Gloria Swanson, Jacqueline Kennedy o Rita Levi Montalcini, che nel 1986 ritirerà il premio Nobel per la medicina in una sua creazione. Senza tralasciare gli abiti realizzati per Silvana Mangano e Terence Stamp nel film Teorema di Pier Paolo Pasolini.

Capucci a Villa Pisani
Capucci a Villa Pisani

La moda di oggi secondo Roberto Capucci

Uno stilistadel genere cosa potrebbe dire sulla moda di oggi? “Non posso essere emozionato da questa moda. Amo la bellezza, la purezza, un jeans rotto non mi dà emozione. È un discorso che non mi interessa, lo lascio fare ad altri. A Roma d’estate vedo solo donne in mutande, non c’è più una persona vestita bene. E io mi dico: state in una città con opere d’arte incredibili, e vi vestite così?”. A partire dal 1980, decide di presentare una collezione di alta moda all’anno, sempre in una città diversa. Presentando le sue creazioni non come quelle di un grande sarto, ma di un vero e proprio artista, ricorre agli sfondi degli antichi palazzi, dei musei, delle sale per concerti.

La mostra di Roberto Capucci a Villa Pisani a Sra in Veneto

Nel rispetto di questa scelta espositiva, Enrico e Paolo Alvise Minio della Fondazione Capucci e Francesco Trentini, curano la mostra La forza del colore. Roberto Capucci a Villa Pisani. Villa che sorge a Stra, in provincia di Venezia, e si affaccia sul Naviglio del Brenta. Nella rassegna sono inseriti venti abiti, una settantina fra disegni, schizzi e fotografie d’epoca per indagare il rapporto tra la visione artistica di Capucci e gli spazi storici della Villa. Tra le sue creazioni scultoree, caratterizzate sempre dal colore, e gli ambienti suggestivi della monumentale residenza fondata dalla famiglia Pisani nella prima metà del XVIII Secolo. Al centro del percorso è stato inserito un nucleo di cinque abiti, che ha il suo perno in una creazione voluta da Capucci come abito da nozze ispirato ai colori del Tiepolo. Il manufatto è sistemato all’interno del Salone da Ballo, in corrispondenza dell’Apoteosi della famiglia Pisani, affresco realizzato dallo stesso Tiepolo nella prima metà del XVIII Secolo e considerato uno dei massimi esempi di pittura di soffitto dell’epoca.

Abito da Uomo, Roberto Capucci
Abito da Uomo, Roberto Capucci

I disegni e gli abiti di Roberto Capucci a Villa Pisani

Al piano terra, tre sale espositive presentano tre differenti approfondimenti sul tema del colore, esaminando il suo ruolo nella produzione di Capucci. Al piano nobile, disegni selezionati, testimonianti gli studi sulla forma, l’interesse per le proporzioni, il voler andare oltre gli stilemi tipici della sartoria per approdare ad una ideazione scultorea dell’abito. Accanto, studi preparatori e materiale fotografico permettono di ricostruire il processo creativo dello stilista. Stilista che, bisogna ricordarlo, è stato un enfant prodige della moda. Infatti, se a soli vent’anni apre un atelier per contro proprio, già nel 1951 presenta le sue creazioni a Palazzo Pitti di Firenze, ottenendo un successo immediato. E nel 1958, poi, propone la linea “a scatola” aggiudicandosi l’Oscar della moda. Contrariato dalla volgarità e dal cattivo gusto, si lascia influenzare dalla storia dell’arte, affascinato dai primitivi italiani: Giotto, Pisanello, Beato Angelico, Benozzo Gozzoli, Paolo Uccello, e dai loro colori ora teneri e ora squillanti, che mescola a tinte più scure. Fin dall’inizio è attratto dalle sperimentazioni sulle forme e le decorazioni. Ogni abito, praticamente una scultura in tessuto, ha bisogno di almeno mille ore di lavorazione manuale. Le cuciture sono praticamente invisibili. I ricami realizzati con materiali insoliti come pietruzze di fiume o piccole conchiglie. Innamorato fin dall’inizio della seta, ne approfondisce la conoscenza nell’Opificio Serico del marchese Pucci, scoprendo l’ormesino, un antico tessuto lavorato su telaio a mano, che usa nella versione cangiante.

Fausto Politino

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Fausto Politino

Fausto Politino

Laureato in Filosofia con una tesi sul pensiero di Sartre. Abilitato in Storia e Filosofia, già docente di ruolo nella secondaria di primo grado, ha superato un concorso nazionale per dirigente scolastico. Interessato alla ricerca pedagogico-didattica, ha contribuito alla diffusione…

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