La scuola di moda più geniale di Milano sta al Corvetto e fa istruzione comunitaria
Uno spazio per la ricerca e la formazione che mette al centro le differenze culturali, il corpo e la voce. Motelsalieri (ß) è una scuola di moda atipica, basata su un’idea di formazione comunitaria. Che paradossalmente insegna ad essere “non-creativi”

Uno spazio per la ricerca e la formazione continua nel campo del fashion e delle arti performative che ripensa la scuola di moda mettendo al centro le differenze culturali, il corpo e la voce. Si tratta di (ß), un progetto in continua evoluzione che trova casa negli spazi di Motelsalieri, laboratorio del fashion designer e creativo Fabio Quaranta in Via Passo Pordoi a Milano, adesso luogo d’incontro per persone provenienti da contesti sociali e culturali diversi. Una comunità, anche di quartiere (siamo in zona Corvetto), possibile grazie a laboratori e performance che generano interazioni e, di conseguenza, nuove prospettive.
Il metodo di Motelsalieri (ß)
Con l’obiettivo di fare rete tra gli spazi indipendenti a Milano, in relazione con realtà più affermate per immaginare nuovi modelli di formazione e lavoro, Motelsalieri (ß) è uno spazio di didattica diffusa che ripensa la progettazione artistica mettendo al centro l’esperienza umana, le differenze culturali e il corpo. Attraverso un approccio performativo, in alternativa alle tradizionali lezioni frontali, e un modello basato su laboratori e performance, ß propone una formazione che privilegia la riflessione critica collettiva e abbandona le formalità. È una nuova idea di scuola di moda e pratiche non-creative.

Le origini di Motelsalieri (ß)
Il motivo? La mente dietro questa proposta progettuale innovativa, Fabio Quaranta, con l’aiuto di Annamaria Ajmone, Alberto Groja e Chiara Belardi, ma non solo, crede fortemente nel “potere politico della moda come mezzo di espressione e disciplina complessa, somma della cultura dell’abito e dell’accessorio, dello studio del corpo che lo abita – misure, postura, identità – e dell’architettura spazio/tempo in cui si attiva”.
Istruzione di moda comunitaria? Si può: il caso Motelsalieri (ß)
Le attività sono gratuite o a offerta libera, garantendo una dimensione inclusiva e permettendo a chiunque di partecipare negli spazi in Via Passo Pordoi 6. L’approccio circolare di ß crea un nuovo concetto di scuola, intesa come forma di residenza–formazione condivisa. L’artista invitato partecipa a tutte le fasi del progetto, dai laboratori alle performance, fino ai momenti informali, contribuendo a un’esperienza educativa completa. Nel corso di dieci mesi, il progetto accoglierà un totale di circa 20 professionisti che lavorano con l’abito e il corpo.
Le attività di Motelsalieri (ß)
Sono, però, due gli aggettivi che descrivono al meglio il progetto: fluido e circolare. Gli artisti sono infatti invitati per 3 o 4 giorni, creando un’esperienza collettiva sostenibile di ricerca grazie a laboratori aperti a tutti attraverso open call (tra cui laboratori di cucito e di danza per amatori). Oltre a questi, per favorire momenti teorici quanto pratici, vengono organizzati incontri pubblici con ricercatori, teorici, critici e professori che mettono a disposizione il proprio sapere attraverso reading e conversazioni. Risultato: una riflessione sui temi della moda e delle pratiche performative. Ancora, Motelsalieri (ß) prevede performance aperte, ossia eventi pubblici in cui gli artisti invitati presentano il proprio lavoro, e momenti di condivisione informale che affiancano le attività didattiche, come cene e momenti conviviali che facilitano l’incontro tra persone di diverse origini e competenze.

L’approccio di Motelsalieri (ß) alla moda
L’approccio della scuola (β) alla moda si distingue per la sua critica alle convenzioni del settore. L’accento non è posto sulla creazione di nuovi prodotti, ma sull’analisi e la rielaborazione delle dinamiche contemporanee attraverso pratiche come il détournement e la copia. L’obiettivo non è più creare il nuovo, ma comprendere e sovvertire i meccanismi alla base della moda e del design, offrendo un’alternativa alla formazione professionale tradizionale, spostando l’attenzione dall’output finale all’esplorazione di processi, modelli e prototipi. Invece di formare figure professionali standardizzate, (β) stimola lo sviluppo di una visione critica e creativa, capace di interrogare e ridefinire il presente e il passato attraverso pratiche che non si limitano alla produzione di oggetti.
Il comitato scientifico di Motelsalieri (ß)
A supporto della scuola, è attivo anche un comitato scientifico che mette a disposizione le proprie competenze, offrendo consulenza su aspetti teorici, metodologici e organizzativi. Professionisti quali Giovanna Silva, Federico Schott, Luca Trevisani, Maria Spadoni Battistoni, Simone Rossi, Federico Antonini, Alessio Cancellieri, Silvia Costa e Federica Jannuzzi contribuiranno ad affermare lo spazio come un laboratorio curatoriale che privilegia l’esperienza pratica e lo scambio, con un focus sulla moda e la formazione: collettiva, comunitaria, umana, non-gerarchica e anti-esclusiva.
Giulio Solfrizzi
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